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Il vincitore di Sanremo Giovani presenta la sua nuova avventura di direttore musicale per il Festival delle Relazioni

 

Ragusa, 8 giugno 2015 – Giovanni Caccamo, artista e direttore musicale: al giovane cantautore la Fondazione San Giovanni Battista di Ragusa ha affidato il compito di selezionare alcune proposte per il “Festival delle Relazioni” che si svolgerà dal 17 al 20 giugno nel capoluogo ibleo. 

Come nasce questa tua avventura di direttore artistico?

“Ho accettato questo incarico in un momento molto particolare per la mia carriera, ovvero pochi mesi prima dell'esperienza al Festival di Sanremo. Nonostante gli impegni ho cercato di fare del mio meglio affinché l'obiettivo di proporre qualche cosa di veramente bello fosse raggiunto. A conti fatti, credo che la prima edizione di questa iniziativa culturale sia all'altezza delle nostre aspettative. Poi speriamo che il Festival delle Relazioni possa diventare una tradizione e che io possa continuare a fare da ponte per il mio territorio verso interessanti manifestazioni artistiche”. 

Entriamo nel merito del programma. Come hai scelto le personalità da coinvolgere?

“Premetto che per me la musica è, insieme ad una certa arte figurativa, una delle manifestazioni più efficaci per rendere a livello pop il senso del dialogo tra Dio e l'uomo. Considerato poi che la tematica del Festival è il dialogo tra le religioni ho pensato di selezionare artisti che, negli anni, hanno manifestato questa esigenza attraverso le loro composizioni. Nelle musiche di Roberto Cacciapaglia, Juri Camisasca e Rosario Di Bella si sente forte una esigenza di ricerca spirituale, di dialogo interiore”. 

Aprirà il Festival Roberto Cacciapaglia, musicista con il quale hai collaborato...

“E' un poeta sonoro che stimo immensamente. La sua è una musica autentica e capace di farti entrare in una dimensione riflessiva e piena di pace. Ha suonato in tutto il mondo raccogliendo consensi unanimi. Il mio album si apre proprio con un testo costruito su una sua bellissima melodia. Non escludo che il 17 giugno, in cattedrale, si possa creare sul palco qualche sorpresa...”. 

Il 18 giugno sarai anche tu sul palco in piazza San Giovanni...

“La Fondazione San Giovanni Battista ha voluto con forza questo concerto che ho scelto di chiamare "Satelliti nell'aria". Avrei voluto intitolare così anche il mio primo album, ed è soprattutto la canzone alla quale sono molto legato e che, nel cd, interpreto con Franco Battiato. Sono felice che apra il mio concerto il Coro Mariele Ventre di Ragusa poiché anche io, da piccolo, ne ho fatto parte. Il concerto si svolgerà con parti acustiche ed altre più elettro pop. Aggiungeremo alcune cover di canzoni che hanno segnato la mia ispirazione in questi anni. Sarò sul palco con Placido Salamone, musicista di talento che mi sta accompagnando in questo tour. Le date fatte finora sono andate molto bene. Vivo un momento di semina per quanto riguarda il rapporto con il pubblico. Il Live at home mi ha molto aiutato in questo senso”.  

Juri Camisasca e Rosario Di Bella, in scena il 19 giugno, assicurano al Festival un'anteprima assoluta. Di cosa si tratta?

“Anche la loro è una musica del tutto autentica che arriva dritta e chiara alle corde dell'anima. Presenteranno il loro nuovo progetto che si intitola “Spirituality” ed è un viaggio sonoro intriso di misticismo. Credo che anche la loro presenza attirerà molte persone a Ragusa da varie parti di Italia. La cattedrale di San Giovanni è un'ottima location per questo genere di musica”. 

 

Infine, per la giornata conclusiva hai deciso di dar spazio ai giovani. Saranno sul palco l'Orchestra del liceo “Enrico Fermi”, gli allievi della scuola “Spazio musica” e, in chiusura, Peppe Arezzo con Lorenzo Licitra. Come nasce questa serata?

“Sono molto curioso di vedere come ognuno dei ragazzi coinvolti interpreterà questo momento e come saprà cogliere questa occasione di contatto con il pubblico. Quando frequentavo il Liceo Scientifico a Ragusa trovavo meravigliosa ogni occasione per potere entrare in comunicazione con gli altri. Sono contento se si riescono a creare queste situazioni. Diverso il discorso per quanto riguarda Peppe Arezzo e Lorenzo Licitra. Il primo è un maestro affermato. In Lorenzo ho notato una forte volontà e determinazione. Per me loro rappresentano la dedizione allo studio e alla crescita, valori che reputo indispensabili”.

 

 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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