Religione
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Ragusa, 24 aprile 2015 – «La benedizione di San Giorgio martire ricada, ancora una volta, su tutta Ragusa. Perché il santo possa fungere, sempre, da supporto e da guida, così come è stato nei 372 anni in cui ha ricoperto la figura di glorioso patrono della città». 

Ieri sera la frase è stata pronunciata al termine della solenne celebrazione eucaristica tenutasi al Duomo di Ibla. 

Il vescovo di Ragusa, mons. Paolo Urso, ha presieduto la cerimonia religiosa ripercorrendo, nell’omelia, la vita del santo cavaliere, tratteggiandone le paure umane a cui ha, però, fatto da contraltare una grande forza spirituale. La stessa forza spirituale che deve muovere ciascun fedele nel suo percorso verso Dio. 

Mons. Urso si è rivolto soprattutto ai giovani scouts della città che, partendo dalle loro sedi, hanno raggiunto il Duomo in pellegrinaggio, per rendere così omaggio al loro santo patrono. 

Erano presenti il prefetto di Ragusa, Annunziato Vardé, il sindaco, Federico Piccitto, con il presidente del Consiglio comunale Giovanni Iacono, il questore Giuseppe Gammino, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Alessandro Cavalli, e il comandante reggente della Compagnia di Ragusa dei carabinieri, David Milul. 

Il gonfalone della città evidenziava la solennità del momento. 

Numerosi, anche in questa occasione, i fedeli presenti al Duomo che hanno così avuto modo di onorare il santo cavaliere in attesa della festa esterna che, quest’anno, si terrà il 29, il 30 e il 31 maggio. 

I componenti dell’associazione San Giorgio martire, che hanno partecipato in maniera compatta e sentita alla messa solenne di ieri sera, al termine della funzione religiosa hanno annunciato, assieme ai componenti dell’associazione portatori con cui stanno collaborando, che renderanno noto nelle prossime ore il calendario dei festeggiamenti che sarà assolutamente in linea con quello delle precedenti edizioni. 

I componenti delle due associazioni, inoltre, hanno voluto esprimere il proprio ringraziamento a tutti coloro che già si sono espressi a favore dell’organizzazione di iniziative in grado di rispondere alle esigenze di una manifestazione religiosa di così grande richiamo, una manifestazione che, negli ultimi anni, ha saputo riconquistare la massima attenzione e che intende procedere su questa direzione, nonostante le ristrettezze economiche, anche per il prossimo futuro. 

 

 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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