Religione
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Tela di Franco Cilia installata sopra la porta santa di San Giovanni Battista

 

Ragusa, 14 dicembre 2015 – “Mentre dipingevo giravo intorno alla tela allo scopo di dare movimento alla figura e, nel contempo, dare l’impressione a chi guarda di essere sempre visto dalla stessa”. 

Inizia così il veloce ma intenso colloquio, informale e amichevole, con Franco Cilia, eclettico maestro delle arti visive. E’ una mattinata come tutte le altre ma speciale perché nella Cattedrale di San Giovanni Battista di Ragusa fervono i preparativi per un evento epocale: l’apertura della porta santa per il Giubileo 2015-’16.

A Ragusa come a Roma. Franco è lì, in un angolino all’interno della Cattedrale, accanto alla statua di San Giovanni Battista, con una sciarpa che copre appena il collo e con gli occhi che brillano perché osserva soddisfatto la sua tela, riproducente il Crocefisso, installata sopra la porta santa che sarà attraversata da numerose anime pellegrine. 

Si tratta della tela riproducente il Crocefisso (“Christus patiens”) ritratto in forma ravvicinata. Cilia accenna, segna, dà una delicata luce alle ombre delle mani, delle dita. Il profilo del naso, le ciglia e le sopracciglia, le ferite e le relative piaghe appena abbozzate, sono tratteggiati da delicate pennellate schematiche ma decise. L’intera figurazione è addolcita da uno sguardo del Cristo che sembra scrutare in qualunque direzione si ponga l’osservatore. Quello di Cilia non sembra un Cristo sofferente, anzi dà l’impressione di essere a disposizione di chiunque lo cerchi con umiltà d’animo. Sullo sfondo le tenebre che cercano di avvolgere la sagomatura di un monte ma stentano a diffondersi perché cedono il passo alla luce nascente che squarcia il silenzio assordante del peccato. Una luce che, come cantava Francesco d’Assisi, “de te, Altissimo, porta significatione”. “La luce non si oppone alle tenebre che albergano nel cuore dell’uomo e nel dramma della storia dal di sopra e dall’esterno: ma vi si cala dentro, sino in fondo, per vincerle e fugarle dal di sotto e dal di dentro”, spiega Franco Cilia. È questo il messaggio che l’artista vuole imprimere nell’animo di ciascuno in perfetta sintonia col Giubileo: un cammino verso la misericordia e la luce. “Camminare nella luce” è camminare nella comunione con Cristo e nella comunione gli uni con gli altri (cf. 1Gv 1,5-7). 

 

Giuseppe Nativo

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry