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  • Autore: Federico Guastella
  • Editore: Bonanno
  • Titolo: Luigi Pirandello. I romanzi, i miti

Luigi Pirandello, dopo Dante, è l'autore italiano più noto e più letto nel mondo. Riecheggia ancora la sua sicilianità e quanto dallo stesso affermato: “Chi è nato siciliano lo rimane per sempre”. Non trascurabili si rivelano le vicende familiari e umane che hanno lasciato un solco indelebile nell'animo di Pirandello influendo anche sulle sue opere. Fiumi di inchiostro si sono sovrapposti per commentare la sua produzione novellistica e teatrale. I suoi romanzi, invece, hanno suscitato minore interesse. Tuttavia, per inquadrare appieno la figura dello scrittore agrigentino, “non si può prescindere da essi”, come annota Raffaele Puccio nelle sue articolate riflessioni introduttive al saggio “Luigi Pirandello. I romanzi, i miti” (Bonanno Editore, Acireale - Roma, 2020), recente fatica letteraria di Federico Guastella non nuovo a questo tipo di analisi letteraria che ormai lo contraddistingue da diversi lustri.

Si tratta di una biografia di “personaggio-uomo”, come scrive Michele Armenia nelle sue note al volume, che va a scandagliare non solo i vari romanzi pirandelliani nei loro aspetti tematici e stilistici ma anche i miti pirandelliani in cui viene fuori un Pirandello per certi versi inedito e insospettato. Proprio in questa direzione si dipana - in maniera fluida, ben documentata, con note esplicative e di approfondimento e con una rigorosa bibliografia - l’attento excursus di Federico Guastella che non si limita a esplicitare trame, intrighi, percorsi psicologici, ma “fa emergere il profilo di un Pirandello immerso in un clima di profonda delusione storica ed esistenziale”. “La vita o si vive o si scrive. Io non l'ho vissuta, se non scrivendola”. Così Pirandello in una delle tante incisive riflessioni sulla vita e sul modo di porsi di fronte ad essa.

Una parte del volume è dedicata, come già accennato, ai “miti pirandelliani”. Cosa intende Pirandello per “mito”? Lo abbiamo chiesto direttamente a Federico Guastella. «Enucleare che cosa Pirandello intenda per mito non è di certo agevole, perché sull'argomento egli ha scritto troppo poco, tranne qualche intervista a giornali. Scorrendo quella rilasciata ad Alberto Cecchi (commediografo e giornalista), il 16 marzo del 1928, può dirsi che è l'universalità del messaggio, atemporale e metastorico, la connotazione del mito e come tale, si pone fuori dalla realtà contingente collocandosi tra favola e sogno. L'incanto e il meraviglioso, che connotano il mito, si fanno scena e ne “I Giganti della montagna” irrompono in una visionarietà che ha la bellezza della sorpresa»”.

 

Giuseppe Nativo

 

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Federico Guastella

 

Paternese di nascita, etneo di animo e ibleo di cuore, Guastella raccoglie nel suo Dna la secolare essenza del balcone di Sicilia essendo vissuto, fin dalla tenera età, a Chiaramonte Gulfi (da cui era originario il padre, pronipote dello scrittore Serafino Amabile Guastella).

Un buon tratto della sua vita è percorso ad insegnare Scienze umane e Storia nelle scuole del capoluogo ibleo dove trascorre il suo tempo libero a scrivere poesie, racconti e saggi.

Nel 1998 ha dato alle stampe il racconto lungo “La casa di campagna”; nel 2001 “Una notte d’estate e altri racconti”. Nel 2009 ha pubblicato il volume di poesia “Nel tronco incavato”. Sono del 2012 la raccolta di poesie “Geroglifico”, nonché il racconto (in collaborazione), “Colapesce”.

Altre raccolte poetiche: “Nuvole” (2013); “Tu, mio giorno e mia notte” (2014).

Il volume “Chiaramonte Gulfi – La mia diceria” è apparso nel 2014.

E’ del 2015 la silloge “Almanacco”. Nello stesso anno è apparso il saggio “Andrea Camilleri, guida alla lettura”. La silloge poetica “Anima mia” è del 2016.

I saggi “Il mito e il velo”, “Pagine esoteriche” e “Serafino Amabile Guastella. La vita e le opere” sono pubblicati nel 2017; “Viaggio intorno al libro rosso” (2018); “Ignazio Buttitta e Danilo Dolci, due profili culturali della Sicilia” (2019).

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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