Spettacolo
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Ragusa, 25 luglio 2019 – Uomo e Dio. Incestuoso e parricida. Cura e male della società. Ecco il dualismo dell’uomo contemporaneo celebrato in una delle più note tragedie greche “Edipo Re”, capolavoro di Sofocle, il più enigmatico esempio della tragedia greca.

Portata in scena, mercoledì sera, dalla compagnia Godot in uno dei luoghi più suggestivi del territorio ibleo: il castello di Donnafugata, che, con la sua scalinata immersa nel verde del giardino, a due passi dal “labirinto”, ha reso la rappresentazione greca un momento attuale, vero e coinvolgente.

La tragedia narra di Edipo, interpretato magistralmente dall’attore Vittorio Bonaccorso, re carismatico e amato dal suo popolo, che, in un solo giorno, viene a conoscenza dell’orrenda verità sul suo passato: senza saperlo, ha ucciso il suo vero padre per poi generare figli con la propria madre. Sconvolto da queste rivelazioni, Edipo si toglie la vista per la vergogna, perde il titolo di re di Tebe chiedendo di andare in esilio.

Il personaggio di Edipo è negativo, ma a sua insaputa. Proprio il suo autore, Sofocle, lo presenta come uomo retto ed eroico. Seppure involontariamente, Edipo vuole scoprire la verità a tutti i costi, una verità celata da diaboliche congetture portate avanti dal Fato. Infatti, il Fato, come nella maggior parte delle tragedie greche, ha un ruolo preponderante, capace di capovolgere e stravolgere qualsiasi situazione. L’Uomo e il Fato, un’unione non sempre perfetta che porta a finali ambigui, strani, talvolta impensabili, ponendo da un lato il rispetto ai grandi valori umani e, dall’altro, la trasgressione dei più grandi divieti.

“È complicato interpretare Edipo. È una figura che si relaziona con l’uomo moderno in una maniera straordinaria”, ha commentato Vittorio Bonaccorso. “Edipo è moderno per ciò che rappresenta: il potere e la tracotanza. Per questo motivo non ho voluto attualizzarlo, perché già attuale. Abbiamo mantenuto una traduzione della tragedia perfettamente fedele a Sofocle. Non occorre aggiungere nulla a questi grandi autori, solo studiarli, capirli e riportarli nel presente”. “Sono ancora molto emozionata. Il pubblico è stato eccezionale”, le prime parole, a fine spettacolo, di Federica Bisegna, alias “Giocasta”.

“Sentivo il respiro e l’attenzione del pubblico verso quello che stavamo rappresentando e non c’è gioia più grande nel sentire questo. La location, ovvero la scalinata del castello, calza perfettamente con la rappresentazione di Edipo, perché dà subito l’idea di una reggia, di un palazzo nobiliare. Ormai conosciamo ogni centimetro di questi gradini, intrisi delle nostre fatiche, emozioni e grecità”.  

Lucia Nativo

 

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