Spettacolo
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Mercoledì 16 Luglio 2014 ore 22, ARENA MANIACE - Piazzale antistante Castello Maniace, Ortgia, Siracusa

 

Siracusa, 14 luglio 2014 – Il progetto Atelier nasce a Siracusa, città di frontiera e del  sud più profondo, e si concretizza nell’estate del 2012. Fabio Moschella, autore dei brani dell’album, ha lavorato nel tempo in modo assolutamente informale con Antonio Randazzo, poliedrico pianista e tastierista affascinato dai suoni di Hancock, Jarrett, Monk, ma capace di sciogliersi in un brano di Ivano Fossati. 

I due incrociano il basso di Andrea Bovelacci, Clapton-guitarist che porta le sue costruzioni armoniche dentro un'originale rilettura dello strumento, anche lui con riferimenti classici come quelli legati agli essentials di Charlie Haden.   

Tra i tre c’è un’amicizia smisurata e la passione per la musica, tutta la musica, purché buona. 

Tanto per dire: da John Martyn, passato dalla loro sala prove con  Danny Thompson negli anni '80, a Toots Thielemans incrociato nel Teatro Greco di Palazzolo Acreide, fino ai Kings of Convenience con cui imparano a dividere le estati assolate in mezzo ai giardini di limone.

 

La svolta arriva quando viene consegnato a Salvo Rizzuto un demo di 34 brani con una buona parte del materiale accumulato. Salvo Rizzuto ha una voce di una timbrica  impressionante, coltivata e concimata nei campi del blues e del soul britannico.  Salvo è un altro siciliano d'origine, ma che ha vissuto buona parte della sua vita a Londra, negli ambienti musicali della City. 

Peter Filleul, tastierista della Climax Blues Band e produttore della BBC, lo aveva notato al White Elephant durante una jam session portandolo dentro alla colonna sonora della fiction televisiva "The Life & Love of a She Devil" del regista Philip Saville, disco d'oro per aver venduto oltre centomila copie.

Entrato in contatto con Trevorn Horn, figura mitica della scena musicale Inglese degli anni '80/'90, Salvo inizia a lavorare ad una serie di progetti che culminano con il gruppo Freedom on Not con cui fa da supporto ai tour di Dee Dee Bridgewater e Art Garfunkel. Subito dopo da vita a “Unconditional“, l'album prodotto con la collaborazione di alcuni dei migliori musicisti della scena soul londinese tra i quali : D-Influence, Mark Hawkes, Thomas Foyer, DJ Rogers e Cliff Charles.

 

Il singolo "You Don't Know Me" entra nell'inverno del 2003 nei top 20 dei brani più trasmessi della BBC radio 2 e Jazz FM, oggi è nel repertorio live di Atelier.
Salvo porta in Atelier il  Memphis Soul di Ray Charles e Otis Redding con più di un riferimento al  British Soul di Joe Cocker, Eric Burdon, Stevie Winwood.

 

Infine è arrivato Luigi Lutri, giovanissimo drummer dotato di tecnica e potenza ritmica. Con il basso  armonico  di Andrea Bovelacci avrà un lungo cammino da percorrere. 

Si dice che nel musical box di Atelier ci sia molto altro e che “State of Grace” sia solo la stazione di partenza. Hanno valigie e bauli di brani, suoni, suggestioni liriche e la buona intenzione di chi vuol fare emigrare la propria musica.

 

Atelier

'State of Grace' è il primo album degli Atelier, un patchwork di suoni jazzy, soul e pop dove “A Whiter Shade Of Pale “, unica cover del disco, rappresenta la sintesi di questo affascinante incrocio sonoro.

'State of Grace' contiene undici brani molto diversi tra loro, legati da un “melting pot“ pieno di richiami melodici e citazioni colte, sostenuto da un groove potente, netto e pulito.

In Atelier è’ come se si mescolassero in un unico linguaggio Sting e Procol Harum, il pungiglione di “Nothing Like The Sun “ e le sequenze armoniche di “A Salty Dog “. 

Tuttavia non è un album per nostalgici, è un lavoro up-to-date che ti accompagna “qui e ora“  lungo gli spostamenti  in auto, la  profondità della notte ed il tempo di impreviste sessioni amorose.    

Non c’è solo buona musica in 'State of Grace', c’è una scrittura intensa dei testi, mai banali e mai carichi di introspezione, ma in linea col groove : chiari, limpidi, qualche volta con la carica evocativa delle immagini di un film di Wenders. 

In “Last corner“, preghiera ecologista, e “Rosa The Red“, inno al mito di Rosa Luxembourg si snodano chitarre acustiche, weissenborn, effetti swell mischiati ad un drumming che ricorda alcuni lavori di Peter Gabriel.  

Riferimenti mica da poco per un gruppo italiano che canta in inglese e guarda alla diffusione globale del proprio lavoro. 

 

Ingresso gratuito.

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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