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Sala teatro Accademia della Bellezza (Ragusa), appuntamento teatrale con “L’eredità dello zio canonico” di Antonino Russo Giusti, regia di Giorgio Sparacino

 

Ragusa, 10 febbraio 2015 – Sabato 21 (ore 21) e domenica 22 febbraio 2015 (ore 18.30), presso la Sala Teatro Accademia della Bellezza (Via Asia 1, Ragusa) Teatro Utopia, in sinergia con la Federazione Italiana Teatro Amatori, Centro Studi “Feliciano Rositto”, Accademia della Bellezza (scuola di formazione professionale), Associazione Leader, Centro Servizi Culturali, metterà in scena “L’eredità dello zio canonico” di Antonino Russo Giusti. Regia di Giorgio Sparacino. 

 

Attori in scena: Giorgio Sparacino, Natalina Lotta, Monica e Federica Bisceglia, Marco e Pippo Antoci, Ornella Cappello, Giorgio Gurrieri, Pippo Di Noto, Pino Arestia, Emanuele Campo, Michele Corallo.

La scenografia è di Bernd Leuchtenberger. Luci e fonica sono affidati a Davide Criscione, mentre i costumi sono curati da Natalina Lotta. Trucco e parrucco di Antonio Pluchino.

 

L’eredità dello zio canonico di Antonino Russo Giusti è un classico di quel teatro dialettale siciliano, che affonda le radici nella tradizione più vera e più felice, una vera e propria epopea che fa riferimento a grandissimi interpreti come Angelo Musco, Tommaso Marcellini, Michele Abruzzo, per finire con il grande Turi Ferro.

Un autentico classico della risata, che ancora oggi, dopo anni e anni di repliche e di successi, riesce a tenere, come suole dirsi, “cartello”, vincendo il confronto con i tanti testi anonimi che imperversano senza scampo sulle desolate e desolanti scene di periferia.

E infatti, ciò che in quei copioni è insulso, scontato, fuori misura, a volte persino volgare, in questa perfetta opera del grande teatro siciliano di tradizione diventa, come per incanto, godibile proprio per quanto di misurato, di strutturalmente studiato c’è nel testo, per i richiami alla cultura e al costume popolari, e ancora per la sapienza del tessuto letterario, per la simpatia del concertato linguistico, mai affidato all’improvvisazione degenere - che è sempre in cerca di facili consensi - ma frutto di un appassionata ricerca espressiva tesa certamente a sottolineare i momenti cruciali della vicenda con la dovuta verve comica, senza con ciò travisare o addirittura stravolgere gli intendimenti squisitamente teatrali che l’autore ha voluto affidare al testo.

E’ sulla base di tali istanze che il Teatro Utopia ha deciso di consegnare al suo pubblico la ripresa di un’opera del vecchio repertorio, com’è appunto “L’eredità dello zio canonico”.

“È forse la voglia di confrontarsi, a distanza di anni - e con diversa maturità artistica - con un testo che pure ha già avuto notevoli riscontri di successo e di popolarità”, spiega Giorgio Sparacino.

Ed è sicuramente il gusto della riscoperta di un classico e l’impegno per una sua reinvenzione.

Una riscoperta che offre al pubblico la certezza di una serata a teatro fatta di sicuro divertimento, ma in compagnia di un’opera e di un autore che rappresentano a pieno titolo il meglio del teatro dialettale siciliano.

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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