Spettacolo
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Giornata internazionale della Donna, 8 Marzo 2015  - Teatro Teamus di Canicattini Bagni

 

Canicattini Bagni, 11 Marzo 2015 – “Pi Tia, fimmina per eccellenza” (“Per Te, donna per eccellenza”), questo il titolo della manifestazione che domenica 8 Marzo, Giornata internazionale della Donna, al Teamus di Canicattini Bagni, all’interno della rassegna “Insieme a Teatro” del gruppo teatrale Le Maschere, i “Perciazzucca” hanno voluto dedicare alla donna simbolo del travaglio della Sicilia in quest’ultimo secolo, Rosa Balistreri (Licata 21/03/1927 - Palermo 20/09/1990).

I  Perciazzucca, il gruppo folk di Canicattini Bagni, che affonda le radici nel vasto patrimonio culturale e della musica popolare siciliana, è guidato da Pino Casella (voce e chitarra), ed è composto da Francesco Adamo (fisarmonica), Paolo Bellavita (tamburelli), Lucia Bordonaro (voce), e Salvatore Gallo (basso), con l’aggiunta, come in questo caso, delle voci narranti di Tanino Golino e Giusy Mara Ricupero del gruppo Le Maschere, che hanno accompagnato lo spettatore in questo viaggio di dolore, miseria, e gioia, che ha caratterizzato l’esistenza stessa della cantautrice siciliana.

Un omaggio ad una donna  per “eccellenza” che con la sua voce dal timbro del tutto originale, ha saputo raccontare ed attraversare la storia di una Sicilia che non ha conosciuto rassegnazione, la povertà e la lotta della sua gente per il riscatto, il lavoro, la dignità, la giustizia sociale.  

Nelle parole forti di denuncia, ma anche dolci di amore e tenerezza, così come in tutta la musica che Rosa Balistreri ha portato in giro per il mondo, c’è la storia della disperazione, dell’angoscia  dell’emigrazione, degli uomini e dei “carusi” nelle miniere di zolfo, dei braccianti e delle donne di Sicilia. 

Un personaggio che ha esibito con orgoglio il suo essere donna, facendosi portavoce di un’umanità muta, senza relegare questo giorno a un semplice evento consumistico.
Una donna che ha lottato contro ogni forma di violenza e sopruso, e nonostante donna siciliana non è mai stata disposta a scendere ad alcun compromesso.

Nel patrimonio e repertorio musicale che ci ha lasciati c’è la storia stessa di Rosa che, nata poverissima, ha conosciuto il carcere, lo sfruttamento, la solitudine, sino all’accentuarsi di un coscienza di riscatto al contatto con i più grandi intellettuali del tempo, Ignazio Buttitta, Renato Guttuso, Mario De Micheli, Leonardo Sciascia, il canicattinese Antonino Uccello,  e Dario Fo che la volle nel suo spettacolo “Ci ragiono e canto”.  

C’è dunque la voce del popolo nelle canzoni di Rosa Balistreri, quelle che appartengono a tutti, anche la ninna nanna per lei è di lotta, perché, come è stato anche sottolineano nello spettacolo di Perciazzucca, la ninna nanna non la canta certo la donna borghese che può permettersi la balia, ma la mamma proletaria che l’indomani deve svegliarsi alle quattro del mattino per andare a lavorare, e si sente disperata perché il bambino non vuole dormire.

Nello spettacolo di domenica 8 Marzo al Teamus di Canicattini Bagni, i Perciazzucca hanno raccontato tutto questo ad un pubblico attento e partecipativo, che ha apprezzato e applaudito un repertorio che lo ha accompagnato nella visione, non tanto lontana e quasi recente, di una Sicilia sì ammantata del profumato di zagara, di timo e di mare, o scaldata dal sole e dall’accoglienza della sua gente, ma anche segnata, come i solchi forti e profondi sui visi dei pescatori e dei braccianti, dal dolore, dal sangue di tanti morti innocenti, e dalla consapevolezza della necessità di un riscatto ancora, purtroppo, a da venire.

Tutto questo nelle parole e nella musica di brani di cui i Perciazzucca sono stati bravissimi interpreti: “Rosa Canta e cunta”, “Cu ti lu dissi”, “A virrinedda”, “Buttana di to mà”, “Vitti na crozza”, “Terra ca nun senti”, “Vitti na bedda affacciata a na finestra”, “U cunigghiu”, “La Sicilia avi nu’ patruni”,  “Mi votu e mi rivotu”, “La siminzina”, “L’anatra”, “Quannu moru”, “O Rosa Rosa”.

Non poteva esserci modo migliore per onorare e ricordare una donna di Sicilia, come è stato ricordato in chiusura di spettacolo, prima di lasciare spazio alla festa, perché anche di questo l’8 Marzo è fatto, con le degustazioni iblee (‘mbanati d’aitii e di patati, focacce con rosmarino, pane condito con olio, sale, peperoncino e origano, formaggio di primo sale, crespelle, pizze): 

«Ecco come con una chitarra e un tamburello e possibile far rivivere una donna, Rosa la cantatrice del Sud… “fimmina per eccellenza”, con il suo bagaglio carico di amarezze, delusioni, soprusi, ricordi ingombranti, spesso trascinato a fatica, tra cadute e tentativi di ripresa. Una valigia in cui però c’è ancora posto per la speranza, l’amore dato e ricevuto, la passione per il canto, che lungo questo viaggio l’ha nutrita e accompagnata».

                                                                                                    

Gaetano Guzzardo

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry