Spettacolo
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

Ragusa, 13 giugno 2015 – Domenica 21 giungo 2015, alle ore 19, presso Agorà (Strada malavita – Ragusa - Santa Croce Camerina - area ex Mercatone Europa) il Teatro Utopia metterà in scena “Il malato immaginario” di Molière, Traduzione, messa in scena e regia di Giorgio Sparacino.

 

E dopo il teatro... spaghetti per tutti, offerti, con il supporto all’opera da Centro Studi Feliciano Rossitto, Centro Servizi Culturali Ragusa e “Mondo di Luci”.

 

Attori in scena: Giorgio Sparacino, Ornella Cappello, Federica Bisceglia, Corinne Minardo, Marco e Pippo Antoci, Giorgio Gurrieri, Michele Corallo, Pippo Di Noto, Vincenzo Nicolosi, Pino Arestia, Natalina Lotta.

Scenografia e arredi di Bernd Leuchtenberger. Luci e fonica sono affidati a Davide Criscione, mentre i costumi sono curati da Natalina Lotta. Trucco e parrucco di Antonio Pluchino. Musiche di Jean-Baptiste-Lully 

 

Si tratta di un omaggio al grande commediografo e attore teatrale francese, Molière (pseudonimo di Jaen-Bapitiste Poquelin). L’architettura scenica ha come oggetto della propria satira sia la mania ipocondriaca del malato sia l’imperizia dei medici che cercano di prendersene cura. Si intrecciano così molte scene caratterizzate dalla presenza di figure caricaturali di medici dai nomi e dagli atteggiamenti più ridicoli.

L’opera di Molière pone, a partire dal titolo, due problemi. Due “altrove” dell’Essere: la Malattia e l’Immaginario. Il titolo è ambiguo e, probabilmente, vela il senso profondo. È la storia di un Malato (soggetto) Immaginario (predicato), oppure è l'Immaginario (soggetto) malato (predicato)? 

In fondo basta spostare l’enfasi su una parola piuttosto che un’altra e cambia tutto! 

Si tratta di un lavoro impegnativo che riscrive la celebre e ultima opera dell’autore francese il cui titolo sta ad indicare una doppia chiave di lettura.

 

Giuseppe Nativo

 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry