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Ragusa, 2 febbraio 2015 – La Nova Virtus tiene sulle spine la capolista Zannella Cefalù, ma alla fine deve segnare il passo di fronte alla supremazia fisica e tecnica dei tirrenici che chiudono il match sul 76-61.

Nella IV giornata di ritorno della DNC, dunque, non è stata sufficiente alla squadra di Di Gregorio una buona prova corale per centrare l’exploit al Geodetico di Cefalù, ove la forte squadra di casa ha imposto la propria supremazia sin dal primo periodo (24-18). Nella seconda frazione, i virtussini hanno serrato le fila difensive, continuando però a stentare non poco in attacco, sicché il quintetto di Fiasconaro ha ulteriormente allungato il passo (38-28).

Alla ripresa, ancora un’amnesia degli iblei, andati sotto anche di 17 punti, ma l’ottimo Giorgio Canzonieri, ben spalleggiato dal solito Matteo Iabichella (certamente l’atleta più costante alla corte del tecnico ragusano) hanno ricucito il gap, consentendo alla Nova Virtus addirittura di vincere il “tempino” (parziale di 15-17) e di restare ad un tiro di schioppo dalla capolista al gong della terza frazione (53-45).

Combattutissimi gli ultimi 10’ di gara, con la Nova Virtus che si è ulteriormente avvicinata e ha costantemente tenuto sulla corda i leader della graduatoria. Solo nei due minuti finali, infatti, Cascone e soci, causa qualche forzatura, hanno perso il contatto dai locali, tirando nel finale i remi in barca e consentendo ai cefaludesi di involarsi e di chiudere con largo margine.

Un distacco che suona molto pesante ed immeritato per la Nova Virtus.

 

Il tabellino ragusano: Girgenti, Cascone 8, Tumino, Boiardi 3, Cataldi 1, Sorrentino Andrea 12, Iabichella 17, Ferlito, Canzonieri 16, Sorrentino Alessandro 4.

 

Nel prossimo turno, altra sfida improba per la formazione cara al presidente Vicari: la Nova Virtus, infatti, sarà di scena al PalaPadua, ma al cospetto del Patti, quintetto che viaggia a ridosso delle battistrada, che ha vinto 5 delle ultime 6 partite e che domenica scorsa ha violato il parquet del Green Palermo. 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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