Economia e Lavoro
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Riceviamo e pubblichiamo un intervento dell’ex direttore Giovanni Lucifora

 

Ragusa, 20 aprile 2015 – «Il prossimo 28 aprile presso la Corte d’Appello di Catania, sezione lavoro, si discuterà  la richiesta della Cassa Edile di Ragusa di sospensione del pignoramento della somma di 500.000 euro che a seguito della sentenza del Tribunale di Ragusa,  la n. 622 del 9 ottobre 2014, la stessa deve quale risarcimento per l’illegittimo licenziamento del direttore avvenuto il 23 marzo 2010. Con la stessa sentenza il Giudice aveva disposto pure la reintegra del lavoratore nel suo posto di lavoro, secondo quanto previsto dallo Statuto dei diritti dei Lavoratori vigente all’epoca del licenziamento. 

La Cassa Edile, Ente i cui vertici sono designati dalle organizzazioni sindacali ANCE e CGIL-CISL-UIL, ha proposto appello non intendendo  dare seguito alla sentenza del giudice né per quanto riguarda il pagamento del risarcimento, né per quanto riguarda la reintegra, anzi lo scorso 5 dicembre, per fare intendere fino in fondo quali sono le proprie intenzioni, ha intimato allo stesso direttore un secondo licenziamento senza avere prima dato seguito alla reintegra, giustificando tale provvedimento con il fatto che la stessa non è nelle condizioni di sostenere l’onere di due direttori. A supporto della domanda di sospensione del pignoramento delle somme, la Cassa Edile ha allegato al ricorso  una relazione del Collegio dei Revisori per dimostrare che il pagamento di tale ingente somma “determinerebbe un pericoloso squilibrio finanziario, economico e patrimoniale che potrebbe compromettere l’erogazione delle prestazioni ed il normale funzionamento amministrativo”. 

Il Collegio dei Revisori con la propria relazione ha rimarcato ancor di più “che la sopravvenienza passiva di circa 500.000,00 euro derivante dalla sentenza del Tribunale di Ragusa n. 622 del 9/10/2014 e dal successivo atto di precetto del 25/11/2014, comporta pericolo grave sugli equilibri finanziari, economici e patrimoniali dell’Ente Cassa Edile di Ragusa” . Insomma, la Cassa Edile di Ragusa rischierebbe il default con buona pace dei lavoratori e delle imprese costrette, per legge e per contratto, a versare all’Ente cospicui contributi per l’assistenza e la previdenza.

Sono dunque così disastrate le finanze dell’Ente Cassa Edile per non potere provvedere al pagamento di 500.000 euro? Allora è anche lecito chiedersi come mai i Sindaci Revisori, così accorti e allarmati adesso, non hanno avuto nulla da dire quando i vertici dell’Ente, subito dopo il licenziamento del direttore, hanno proceduto allo scorporo della Cassa in due Enti distinti,  l’Ente Cassa Edile e l’Ente SFERA, nominando ben due direttori e due vicedirettori al posto del direttore licenziato,  con una moltiplicazione esagerata dei costi che ha inciso notevolmente sulla capacità di erogare assistenza ai lavoratori in un momento di grave congiuntura economica? E come mai i Sindaci Revisori nulla hanno eccepito allorché l’Ente Cassa Edile si trasformava in uno stipendificio per soddisfare le esigenze di sistemazione dei figli e delle mogli di presidenti e segretari dei sindacati, nella fattispecie i figli di due presidente dell’ANCE e le mogli di due sindacalisti della CISL,  lautamente retribuiti senza nemmeno possedere i necessari requisiti culturali e professionali. E che fine ha fatto il Fondo di Riserva della Cassa Edile del quale nella relazione dei sindaci non si fa alcun cenno, che fine hanno fatto i soldi della Cassa Edile che avrebbero dovuto proprio soddisfare “le sopravvenienze passive” che ora lamentano i Sindaci Revisori? E poi, è lecito che in presenza di un ricorso giudiziario i Revisori non abbiano imposto ai vertici dell’Ente la costituzione di un apposito Fondo cui attingere in caso di soccombenza senza dovere incidere sulle spettanze dei lavoratori? E’ possibile che i Sindaci Revisori e le stesse organizzazioni sindacali non si siano accorti che esiste una notevole sproporzione tra erogazione di assistenza ai lavoratori, appena il 15% delle entrate e spese di gestione per il rimanente 85%? E’ possibile che i sindacati non avvertano l’esigenza di avviare una seria riflessione su un provvedimento di licenziamento che il giudice del lavoro ha definito “illegittimo” perché “’la Cassa Edile non è riuscita a provare nessuno dei tanti illeciti disciplinari contestati al proprio dipendente”. Non è miserabile che un Presidente, nominato dall’ ANCE, un imprenditore,  dopo avere disposto il licenziamento del direttore sulla base di calunnie da lui stesso concepite, subito dopo si faccia assumere al suo posto? 

È possibile che non sorge qualche dubbio sulla liceità di quel licenziamento? E sono i sindacati dei lavoratori! Peggio di Marchionne!

Il prossimo 1° maggio i Sindacati, quelli che hanno protestato per l’abolizione dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, che hanno denunciato gli sprechi della politica, che hanno protestato e lottato per difendere i lavoratori licenziati ingiustamente dalla Fiat, terranno una manifestazione nazionale proprio in provincia di Ragusa, ma avranno il coraggio di parlare in faccia ai lavoratori senza spiegare le ragioni di un comportamento che disonora più di un secolo di lotte e di sacrifici per difendere i lavoratori?»

                                                                      

Giovanni Lucifora, già direttore della Cassa Edile di Ragusa

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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