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Modica, 27 gennaio 2020 – Lo scorso 25 gennaio il “sabato letterario” del Caffè Quasimodo è stato incentrato sulla giornata della memoria che si tiene il 27 gennaio, puntando l’attenzione su “Il diario poetico di Pietro Garofalo (1943-1945).

Garofalo, modicano novantottenne ancora vivente e residente nel quartiere Sacro Cuore della città, è nato nel settembre del 1921, ha frequentato il Liceo Classico di Modica ed è stato seminarista dal a Noto dal 1935 al 1940. Nel 1942 partì come recluta e dopo il giuramento partecipò alla Seconda Guerra mondiale; dopo l’8 settembre 1943 fu fatto prigioniero e visse da internato militare prima a Karlovac in Croazia, poi in Germania Neubrandeburg, ove su mandato a lavorare ad Hagenow nella fabbrica Anschuz nel Fliegerhorts.  

Ad aprire l’incontro è stato lo stesso Garofalo che, in un video, ha narrato qualcosa della sua esperienza di prigioniero e internato militare, al pubblico intervenuto, quindi è stato il prof. Gabriele Perrone, docente di storia e filosofia, che ha curato la pubblicazione del libro, a presentare il volumetto di Pietro Garofalo ove si trova una breve analisi della situazione degli internati militari italiani nel periodo 1943-1945 e la testimonianza umana del Garofalo, il quale in alcune composizioni poetiche esprime i suoi sentimenti, lo stato d’animo e il dramma interiore vissuto durante la guerra e la sua prigionia”.

Nel suo intervento Domenico Pisana, Presidente del Caffè Letterario Quasimodo, ha sottolineato come Pietro Garofalo ci consegni, con il suo diario personale,  una testimonianza umana supportata da appunti di prigionia che sono stato ricostruiti grazie al curatore Gabriele Perrone, il quale ha dato una progettazione scritturale ed editoriale ai fatti, agli accadimenti, ai sentimenti , ai risentimenti e alle vicende vissute dal Garofalo.

Il volumetto ci offre, sostanzialmente, tre orizzonti di riflessione:

– l’orizzonte prettamente storico con delle note relative al dramma dei militari italiani all’indomani dell’8 settembre 1943, alla loro sorte di deportati nel lager, di internati militari sottoposti a violenze, umiliazioni e forme di razzismo;

– un secondo orizzonte di natura memoriale, caratterizzato da date memorabili della vita di Pietro Garofalo, da inserti fotografici, da elenchi di antenati e di componenti della sua famiglia;

– e infine l’ orizzonte di natura poetica: nel libro ci sono infatti 16 composizioni poetiche , semplici ma intense sul piano del sentimento, ove Garofalo riporta i suoi stati d’animo, le sue paure e angosce, le umiliazioni e violenze subite, la sua nostalgia di casa, le sue esperienze di dolore, i suoi continui mutamenti d’animo mentre vive la condizione di prigioniero e di internato militare.

Una testimonianza, insomma, che fa riflettere su quelle tristi pagine di guerra e di morte che sono ancora oggi al centro della “Giornata della memoria”. 

Giovanni Drago e Giovanni Blundetto della Compagnia teatrale “ I Caturru” di Scicli (Giovanna Drago, Giovanni Blundetto)  hanno letto  sei componimenti poetici tratti dal diario e commentati da Silvana Blandino, mentre il “Duo Ibert”, composto dal M° Giuseppe Mallia, al flauto, e dal M° Lino Gatto alla chitarra, ha intervallato la serata con intermezzi musicali. 

 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry