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 Ragusa, 11 luglio 2014 – Stamattina, 11 luglio, nella sala della direzione generale dell’ASP, il direttore generale dell’Azienda Sanitaria, dott. Maurizio Aricò, ha incontrato i sindaci della provincia Ragusa. 

Nove i sindaci presenti, mancavano solo i rappresentanti di Giarratana, Acate e Comiso.

Aricò, ha avuto modo di illustrare nel suo intervento di saluto e presentazione la sua idea di  sanità provinciale, quali sono le priorità, le  esigenze e le proposte per migliorare l’offerta nell’assistenza sanitaria nel territorio ragusano.

Un breve cenno alla sua vita professionale ed alla scelta di volere tornare in Sicilia, dopo la sua esperienza come clinico a Palermo, questa volta da amministratore: “una scelta di carattere emotivo, certamente, oltre che per un incarico prestigioso che sto ricoprendo, perché sono convinto che la Sicilia è una regione meravigliosa e l’Asp di Ragusa ha un forte potenziale. Il modello ragusano è un riferimento per tutta la Sicilia”. Ed ancora – “Sono un convinto assertore della sanità pubblica. In Italia abbiamo un sistema sanitario nazionale che si ispira alla centralità del diritto alla salute, riconosciuto con speciale forza dall'articolo 32 della Costituzione, in attuazione del quale è stato riconosciuto, in generale, la bontà. A questo proposito vorrei precisare che il Servizio sanitario nazionale, ispirato ai principi di universalità, uguaglianza e globalità, è ancora oggi considerato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, uno dei primi in Europa, se non al mondo.

Sistema che lo stesso Obama ha voluto adottare, anche se solo in parte, e che per poco non gli è costato la sua riconferma a presidente degli Stati uniti. Nel nostro Paese se si ha bisogno di cure non si chiede la carta di credito, ma la tessera sanitaria”.

Ha ribadito, come negli incontri precedenti, che il sistema sanitario deve essere articolato in punti hub e spoke, questo organizzazione permetterà di avere un’assistenza sanitaria più di qualità.

“L'impegno comune, lo chiedo anche a voi che siete i rappresentanti delle istanze e dei bisogni dei cittadini, deve essere quello di riformare il sistema, affinché sia in grado di mantenere i risultati che ci vengono riconosciuti. Non vi è dubbio che il principio di universalità, inteso come il diritto a un accesso generalizzato ai servizi sanitari da parte di tutti i cittadini, senza distinzione, ha subito nel tempo dei correttivi. Si è passati da un concetto di universalità "forte" e incondizionata del “tutto a tutti”, a un concetto di universalità "mitigata", finalizzata a garantire prestazioni necessarie e appropriate a chi ne abbia effettivamente bisogno.”

Inoltre il nuovo Direttore Generale ha invitato i sindaci ad offrire contributi in termini di idee,  e  In ordine al programma di mandato,  il dott. Aricò  ha dichiarato di puntare ad una più razionale e funzionale distribuzione del personale nelle strutture sanitarie della provincia di Ragusa,   all’adozione di  nuovi modelli organizzativi,  finalizzata al miglioramento degli attuali livelli di assistenza.

“Vorrei fare  questo percorso insieme, se siete d’accordo o,  se non lo siete ora,  ma anche  in futuro,  vi chiedo di chiamarmi e ragionare su altre scelte alternative. Io mi sono voluto presentare a voi “nudo“, non conosco la vostra storia, le vostre tradizioni, le vostre aspettative, ma ho voglia di imparare presto. Sono sempre pronto ad ascoltarvi. Ancora grazie per essere qui oggi è, per me,  un grande onore.”  

Nell’ambito del dibattito, scaturito dopo la presentazione di Aricò,  è  emerso, da parte di tutti i sindaci presenti,  un apprezzamento per la scelta fatta dal direttore di averli voluti incontrare e di volere costruire  una sinergia tra le  istituzioni. Massima collaborazione. 

Sono emersi anche alcuni  spunti di grande importanza che verranno approfonditi nei tavoli tecnici e nelle future  riunioni della conferenza dei sindaci che, il direttore generale  ha proposto,  potranno  essere tenersi  con una certa sistematicità.

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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