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Siracusa, 21 novembre 2014 – Questa mattina con inizio alle ore 10,00, presso la Chiesa di San Giovanni alle Catacombe di Siracusa, con una solenne cerimonia religiosa è stata celebrata la ricorrenza della “Virgo Fidelis” Santa Patrona dell’Arma dei Carabinieri, alla presenza del personale in servizio ed in congedo del Comando Provinciale Carabinieri di Siracusa. 

Fu Papa Pio XII che l’8 dicembre 1949, festa di Maria Immacolata, proclamò Maria Madre di Gesù “Virgo Fidelis Patrona dei Carabinieri” fissando la sua ricorrenza il 21 novembre di ogni anno, in concomitanza con l’anniversario della “Battaglia di Culqualber”. Combattuta dal 1° Battaglione Carabinieri e mobilitato nel 1941 in Africa Orientale, i fatti d’arme sono stati ricordati al termine del  rito religioso, dal Comandante Provinciale, Colonnello Mauro Perdichizzi che, nel discorso di saluto alle autorità intervenute, ha voluto evidenziare come il fatto di eroismo collettivo che ha portato al sacrificio di così tanti uomini debba essere ricercato essenzialmente nella concomitante convergenza di un forte sentimento nazionale, un sentito spirito di corpo ed  una profonda motivazione esaltata dall’esempio del comandante di quel reparto, il Maggiore Alfredo Serranti, che cadde insieme ai suoi carabinieri.  Nell’occasione della celebrazione  della “Giornata dell’Orfano” che ha visto la partecipazione delle vedove e gli orfani dei militari dell’Arma, sono stati ricordati i caduti nell’adempimento del proprio dovere, Carabinieri che in pace ed in guerra hanno saputo tener fede al giuramento prestato fino all’estremo sacrificio e ai quali sono stati resi gli onori sulle note del “Silenzio” suonato al termine della cerimonia.

 

***

L’intervento del Comandante

 

Un sentito ringraziamento alle Autorità ed a tutti gli ospiti che con la loro partecipazione hanno voluto confermare la vicinanza delle Istituzioni e dei cittadini ai Carabinieri, 

Desidero inoltre ringraziare Mons Giansiracusa per la sua preziosa disponibilità 

Porgo il mio saluto ai familiari dei nostri caduti, all’arma in congedo, alla rappresentanza militare, ed a tutti i carabinieri ed alle loro famiglie.

Questa giornata è dedicata alla “Virgo Fidelis”, patrona dell’Arma dei Carabinieri, proclamata da Pio XII con bolla pontificia dell’11 novembre 1949. Un  riconoscimento che esalta la fedeltà nei secoli dimostrata dai Carabinieri verso le Istituzioni ed i cittadini anche a prezzo del supremo sacrificio. 

Si tratta di ricorrenza che è legata, ormai indissolubilmente, all’anniversario, della Battaglia di Culqualber, località dell’Abissinia, oggi Etiopia, dove il I° Battaglione Carabinieri mobilitato nel 1941, si sacrificò fedele al compito assegnato ed al giuramento prestato. 

Sacrificio che è valso il conferimento della seconda medaglia d’oro al VM alla Bandiera dell’Arma.

Un intero reparto protagonista di un’azione fuori dal comune, 400 Carabinieri che diedero luogo ad un fatto d’armi che somiglia all’impresa delle Termopili. 

Posti a difesa di un estremo baluardo, su uno sperduto passo desertico, distante migliaia di km dall’Italia, stremati dalle fatiche e senza più viveri e munizioni, sottoposti agli incessanti bombardamenti inglesi, anziché arrendersi con l’onore delle armi, rituale cavalleresco, in base al quale il vincitore, riconosciuto il grande valore del vinto,  si schiera in presentat’arm, mentre quest’ultimo sfila in parata, si predisposero a combattere all’arma bianca e con le mani nude cadendo quasi tutti in battaglia.

Come si può spiegare un gesto di eroismo collettivo così estremo?

È da premettere, che si tratta di un gesto eroico, che si manifesta alla fine del 1941, quando i Carabinieri, come del resto tutti gli altri nostri soldati, pensano ancora che la guerra possa essere vinta.

L’8 settembre di  due anni dopo, sarà molto diversa la situazione psicologica.

In ogni caso, anche nella delicatissima fase di transizione dopo l’8 settembre, momento di massima difficoltà per i cittadini e le istituzioni,  i Carabinieri sapranno comunque esprimere il loro attaccamento incondizionato all’ ideale  più profondo ed autentico di Nazione, con una serie di episodi che segneranno la storia dell’Arma: dalla strenua difesa di Roma, al sacrificio di  Salvo D’Acquisto, fino alla liberazione di Milano nell’aprile del 45 . 

Tornando a Culquaber non siamo comunque di fronte al sacrificio di un singolo,

a Culquaber non erano né potevano essere presenti contemporaneamente 400 eroi. 

Allora il motivo che può aver spinto al sacrificio così tanti uomini, aldilà delle loro umane debolezze, va ricercato essenzialmente nella concomitante convergenza di una serie di importanti fattori:

un forte sentimento nazionale, un sentito spirito di corpo ed  una profonda motivazione esaltata dall’esempio del loro comandante, il Maggiore Alfredo Serranti, che cadde insieme ai suoi carabinieri. 

Ecco  oggi non celebriamo una battaglia, celebriamo il sacrificio degli uomini che l’hanno combattuta,

celebriamo la loro coerenza.

Ricordiamo il loro valore, i loro ideali, il senso di profonda italianità.

Commemoriamo ciascuno dei nostri Carabinieri,  fedeli a Dio ed alla Patria sino alla morte.

Da quel momento, Culqualber non è stato più solo il nome di un altipiano che si erge sulla strada per Gandar, ma ha rappresentato il significato stesso del sacrificio e dell’onore militare.

E’ divenuto un punto di “quella sottile linea rosso-blù, i colori dell’Arma, che attraversa il Paese rendendo più visibile una storia di grandi e piccoli eroismi lontani da ogni tentazione di clamore e protagonismo”.

Sentimento nazionale, spirito di corpo, coesione e motivazione sono i valori immutati che debbono ispirarci ancora oggi, insieme alla convinzione che la battaglia,  affianco ai cittadini, contro le ingiustizie la criminalità ed il malaffare, può essere ancora vinta! 

Ed in questo solco, oggi si celebra anche la giornata dell’orfano.

A tutti i carabinieri deceduti in servizio o comunque venuti a mancare all’affetto dei loro cari 

ed a tutti i familiari che con coraggio e dignità hanno sopportato e sopportano il proprio dolore,

noi vogliamo rendere omaggio.

Il legame dell’Arma con queste famiglie è indissolubile e non si è mai interrotto, come testimonia l’opera assistenza orfani militari Arma dei Carabinieri, ONAOMAC, ente morale istituito nel 1948 che si occupa, dell’assistenza ai figli dei carabinieri deceduti in servizio, sostenendoli sino al compimento degli studi, con finanziamenti che derivano dai contributi volontari, mensili, offerti proprio dagli appartenenti all’Arma. Ecco un altro esempio di spirito di corpo e coesione.

Ed ora, con la lettura della preghiera dell’orfano e l’esecuzione del silenzio  fuori ordinanza, rendiamo gli onori a tutti i caduti.

Grazie.

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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