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#Ragusa, 7 gennaio 2016 – Sono ben 160 gli alunni diversamente abili a cui è stato negato il diritto allo studio a causa della sospensione dei servizi di trasporto e di assistenza specialistica da parte della Provincia Regionale di Ragusa.  Quest’anno la beffa è stata grossa. Le famiglie e le associazioni sono state  illuse con promesse vane di mese in mese. 

La vicenda venne sollevata , infatti, già ad inizio anno scolastico ma si trascina ancora ad oggi al rientro delle vacanze natalizie.

I ragazzi  con disabilità, però, sono rimasti ancora in vacanza  a tempo indeterminato anche se   una flebile speranza  arriva da parte del Commissario straordinario Cartabellotta a cui il presidente  Regionale Rosario Crocetta pare abbia  promesso dei fondi già dalla  prossima finanziaria per poter  risolvere  il dissesto e quindi anche il gravoso problema  dell’assistenza e trasporto che si sta abbattendo sui  diversamente abili e le loro famiglie.  Purtroppo  ancora una volta l’obbligo dello Stato di predisporre adeguate misure di integrazione scolastica ed assistenza è venuto meno e a livello territoriale anche quello degli Enti Locali a cui spetta la competenza.

Oggi nella sede dell’Anffas di Ragusa si è fatto il punto della situazione attuale in presenza di alcuni rappresentanti del terzo settore, della psicologa Licia Bonotto, della direttrice Salvina Cilia dell’Anffas  e del presidente  Fabio Brugaletta in attesa dell’incontro con Cartabellotta nella sede provinciale di viale del Fante. 

La prossima settimana le associazioni del terzo settore  sono  intenzionate a tallonare il commissario Cartabellotta ed il governo regionale per far capire che questi cittadini portatori di handicap hanno diritto alla cittadinanza. Il problema,  infatti, non è ottenere un servizio oggi in maniera precaria, ma cercare di programmare per oggi e domani questi servizi essenziali. 

Stabilire con Cartabellotta un protocollo d’intesa per il 2016 e gli anni avvenire per chiudere questa vicenda. La direttrice Salvina Cilia ha così commentato l’assenza dello Stato nei confronti dei diversamente abili dicendo: ”  La disabilità non è un problema privato. Perché lo Stato negli anni si è sempre preoccupato i servizi della scuola e dell’università  per i miei figli  normodotati e per  la figlia  disabile no?Perché  per Lucia devo lottare per ottenere un diritto? Perché devo chiedere la solidarietà degli altri e perché la società non mi deve ritenere inclusa.” 

Sottolineato dalla dottoressa Licia Bonotto come non è normale che si debba sempre discutere se questo servizio si possa o non si possa garantire. “Il concetto- ha detto la Bonotto- è che deve essere indiscutibile il diritto allo studio altrimenti bisogna avere il coraggio da parte delle istituzioni e anche da parte delle scuole di dire che tutti questi ragazzi non sono scolarizzabili. Diciamo che sono una spina nel fianco.  Perché non deve essere scontato che ci possono essere ragazzi che con le loro difficoltà possano frequentare la scuola e che hanno necessità di una assistenza e del servizio di trasporto. L’altro problema grosso è legato al fatto che non solo si fa un attentato al diritto allo studio di questi ragazzi ma si fa anche alle famiglie che sono costrette a mangiarsi le ferie per restare con i loro ragazzi, ad andare  più volte a scuola per cambiarli in bagno perché nessuno lo può fare e ad essere precari perché non sanno se oggi possono o no andare a lavorare.  Ma dove è scritto che tu non possa vivere o meno una vita normale in funzione al fatto se ci sono o non ci sono i fondi per questi ragazzi? La cittadinanza si dovrebbe ribellare. Dovremmo aspettare di vedere davanti alle scuole centinaia di famiglie e insegnanti che lottano anche per queste famiglie con figli disabili. Di legarci non serve più, purtroppo! Ci vuole una rivoluzione diversa e bisogna smetterla ogni settembre di mettere in dubbio il fatto che questi ragazzi possano o no andare a scuola. “ 

Il problema, infatti,  come ha sottolineato il presidente dell’ANFFAS  Fabio Brugaletta, non dovrebbe neanche porsi in termine di soldi ma soltanto in termini di diritto allo studio. 

 

Giovannella Galliano

 

 

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