Cultura
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  • Argomento: Scuola

Ragusa, 18 febbraio 2020 – La sessione di Erasmus+ che si sta svolgendo all’Istituto Comprensivo Berlinguer di Ragusa diretto dalla dr. Ornella Campo (ne abbiamo parlato in questo link) ha dato modo alle comitive polacche (Szkoła i Przedszkole Lokomotywa) e lithuana (Anyksciai Education Authority) non solo di partecipare e valorizzare l’attività didattica prevista dal progetto “Erasmus- KA201 “Impeus T.O.C” – 2019/2021” ma anche di apprezzare le bellezze ambientali e monumentali del territorio ragusano.

Le insegnanti dei due Paesi ieri pomeriggio hanno visitato, accompagnati dalla guida vari monumenti, chiese e belle vie di Ragusa e Ragusa Ibla. Oggi, sotto la guida sapiente di Chiara dell’Albani e accompagnate da un gruppo di insegnanti locali (Milena, Lia, Francesca e le altre), coordinati dalla prof. Mariella Pitino, referente del progetto, hanno potuto visitare il “Castello” di Donnafugata, domani faranno trekking da Ragusa via valle verso Ibla, che si preannuncia altra bella esperienza, faticosa forse, ma interessantissima.

La casina di campagna degli Arezzo De Spuches – impropriamente chiamata “castello” per l’aspetto merlato e “turrito” che volutamente i bravi architetti dell’Ottocento hanno ideato e forgiato – affascina sempre, le sue sale ispirano un’aria mista di fasti passati, ottocenteschi, novecenteschi con reminiscenze anche più antiche (e non solo i libri in edizioni anche seicentesche). Gli specchi, gli stemmi (non solo quelli Ericiis~Arezzo~De Spuches~Trifiletti…), che portano il pensiero a volare verso altra Donnafugata, ad esempio, e maggiormente fanno pensare ai balli e alla bella vita descritta nel Gattopardo di Tomasi di Lampedusa (immaginata nel film di Visconti), non c’è dubbio. Ma basta guardarsi attorno, verso il mare, e capire perché la nobile famiglia ha scelto quel luogo per porre le basi per la casa di villeggiatura: si vede la costa quasi da Sampieri a Scoglitti e forse Gela, e tutt’attorno verde, alberi di carrubo, natura e silenzio, interrotto solo dalle gazze (immancabili) e dai muggiti delle mucche delle vicine masserie, attorno al famoso “labirinto” a lato del castello. Donnafugata non è per niente una “donna fuggita” come qualcuno si ostina a scrivere (aggiungendo che ci starebbe un presunto “maniero”), ma prende nome molto probabilmente dall’arabo عين الصحة ʻAyn al-Ṣiḥḥat («Fonte della Salute») – così come Donnalucata è dall’arabo ءَيِن ال اوقات, ‘Ayn-l Awqât («Fonte dei Tempi, o “delle ore”») e non “donna educata” (orrenda presunta derivazione senza fondamento), perché molti toponimi siciliani hanno a base <‘Ayn> che in arabo è «occhio» ma anche «fonte» –. E in quel luogo l’aria “della salute” e della buona acqua si respira.

Le sale della casa di villeggiatura, dicevamo. Tante (oltre 120 ambienti totali, una ventina visitabili), variegate, con cimeli, lampadari d’epoca, pavimento in pece nera lisciata “a petrolio”, costumi, ceramiche e arredi di vari periodi, tutte da ammirare. E le nostre insegnanti del nord Europa le hanno apprezzate e ammirate, chiedendo a noi e alla sapiente guida dettagli e curiosità, che prontamente abbiamo cercato di chiarire, notando in loro attenzione e studio, che fa sempre piacere.

All’imbrunire la visita finisce. Troppo presto. Così Marta, Edyta, Eva, Marika e le altre tornano a Ragusa, con gli occhi e la mente piene di belle cose, di sfarzo d’altri tempi, di lusso e natura che ammalia. Domani altra sessione lavorativa per il programma “Impeus T.O.C.” Erasmus, insieme alla infaticabile Marinella, le altre colleghe e la dirigente Ornella Campo. Poi di nuovo, come si diceva, ad ammirare (nel pomeriggio) Ragusa, «scendendo per Valle Santa Domenica». Siamo sicuri che la città rimarrà nei loro cuori, con le sue bellezze. Alcune di loro, a dire il vero, sono già state qui l’anno scorso (e le insegnanti ragusane sono state da loro) e questo scambio ha creato amicizie e opportunità di scambio. Ed anche questo è Erasmus: europeismo, solidarietà, condivisione, scambio culturale. Grazie a chi l’ha inventato.

 

Salvo Micciché

 

Erasmus+: l'accoglienza del Berlinguer (Ragusa) alle insegnanti di Polonia e Lithuania

 

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Paul Valéry