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Giovedì 29 novembre (ore 18), presso la Società operaia di Mutuo Soccorso (Corso Umberto I n. 157, Modica) sarà presentato il libro di Sebastiano Tusa "Sicilia Archeologica”, Edizioni di Storia e Studi Sociali (2015). Temi: archeologia, preistoria e protostoria siciliana

Sarà ospite Sebastiano Tusa (Archeologo ed attuale Assessore Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana). Interverranno il Sindaco di Modica Ignazio Abbate e il prof. Giovanni Distefano (Archeologo ed attuale Direttore del Polo Regionale di Ragusa per i Siti Culturali e per i Parchi Archeologici di Camarina e Cava Ispica)

 

Modica, 26 novembre 2018 – Col patrocinio del Comune di Modica, la Libreria "La Talpa" in occasione del suo venticinquesimo anno di attività organizza un ciclo di cinque "Appuntamenti del Giovedì" che si terranno a Modica presso i locali della Società Operaia di Mutuo Soccorso in Corso Umberto I° n. 157. Giuseppe Costanza, Vittoria de Marco Veneziano, Sebastiano Tusa, Vincenzo Jannuzzi e Massimo Cultraro saranno i protagonisti di questo ciclo di appuntamenti che spazieranno tra la cronaca del nostro tempo, le donne che hanno fatto la storia, l'archeologia e le tradizioni siciliane.

L'ospite del terzo appuntamento in programma il 29 novembre alle ore 18:00 sarà l’Archeologo ed attuale Assessore Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana SEBASTIANO TUSA che presenterà il suo libro “Sicilia Archeologica”, edito da Edizioni di Storia e Studi Sociali nel 2015.

Si suole riconoscere tre generazioni di archeologi che hanno fatto la storia della ricerca in Sicilia: la prima fu quella dei pionieri che ha in Paolo Orsi il suo esponente più noto, tant’è che le sue ricerche sono ancora un punto di riferimento; tra i “grandi” della seconda figura senz’altro Vincenzo Tusa, padre di Sebastiano che a sua volta è tra i massimi rappresentanti della terza generazione, quella attuale. Docente e scrittore assai prolifico, egli ha condotto e preso parte a missioni archeologiche in Italia, Iraq, Iran, Pakistan e Turchia; prima di approdare all’attuale incarico nella Giunta regionale siciliana, è stato Soprintendente per i Beni Culturali e Ambientali di Trapani ed a capo della “sua” creatura, la prima Soprintendenza del Mare istituita in Italia con compiti di ricerca, censimento, tutela, vigilanza, valorizzazione e fruizione del patrimonio archeologico subacqueo, storico, naturalistico e demo-antropologico dei mari siciliani e delle isole minori.

Il richiamo del mare, di quel Mediterraneo che assimila ogni cosa facendola propria anche quando le origini sono affatto diverse, che riesce a stimolare lo spirito di adattamento dell’uomo grazie ai suoi mille volti ed alla sua naturale vocazione di «grande pianura liquida» che unisce le terre e i popoli che su di esso si affacciano: il rapporto tra l’uomo e il mare è essenziale nel pensiero di Sebastiano Tusa ed è la chiave interpretativa del libro. Una silloge di nove saggi di preistoria e protostoria siciliana, riccamente corredati di figure esplicative e dallo stesso Tusa scritti, selezionati ed ordinati per accompagnare il lettore lungo un percorso logico nel quale innanzitutto presenta sé stesso ricordando un’escursione a Pantelleria di lui bambino al seguito del padre Soprintendente alle Antichità della Sicilia Occidentale, primo archeologo a ripercorrere le orme di Paolo Orsi su quell’isola; quindi, l’autore introduce la materia del libro attraverso un excursus sui pionieri della paletnologia italiana con particolare riguardo per lo stesso Paolo Orsi e presentando il contesto etnogeografico in cui vanno inquadrati i saggi successivi che raccontano della Sicilia e delle sue genti attraverso lo studio delle testimonianze archeologiche pervenuteci dalla fine del Pleistocene (12000 a.C.) sino agli albori della Storia (IX-VIII sec. a.C.). Citando Luigi Bernabò Brea – altro grande della seconda generazione – questa è un’opera fondamentale per la conoscenza della «Sicilia prima dei Greci» e in occasione della presentazione del 29 novembre a Modica sarà interessante discuterne con l’autore anche alla luce della sua attuale veste istituzionale.

Daniele Pavone

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry