Ragusa e dintorni
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#Chiaramonte Gulfi, 18 febbraio 2016 – Il drammatico e triste fenomeno delle dipendenze patologiche è stato al centro di un primo incontro aperto agli alunni delle scuole superiori del territorio chiaramontano. 

L’iniziativa curata dalla dott.ssa Alessia Russo per la fondazione “Ema.PesciolinoRosso”, il cui primo incontro si è tenuto alla Sala Sciascia, mira a coinvolgere diversi alunni in un percorso informativo/formativo per ben comprendere quanto sia drammatico l’uso di sostanze stupefacenti e di alcol. 

La Russo, esperta in disagio minorile, specializzata in criminologia applicata e psicologia giuridica, ha illustrato il progetto “Voce Fuori Campo”. Dopo questo primo incontro, si è detto, ce ne saranno altri tre, curati da esperti della Polizia di Stato, del Sert e dal giornalista Paolo Borrometi. Ogni soggetto coinvolto darà il proprio contributo per inquadrare sotto diverse sfaccettature, tutto quanto concerne la problematica in questione. 

A questa fase informativa sarà se ne affiancherà un’altra, dedicata alla progettazione, protagonisti sempre gli studenti, che si svilupperà a Ragusa con la realizzazione di un cortometraggio, curato dal regista Francesco Greco, con la preparazione di trasmissioni radiofoniche e televisive. 

Un ricco calendario di eventi il cui unico scopo e rendere protagonisti i ragazzi partecipanti, alfine di essere loro stessi testimonial nei confronti dei coetanei.

Questa prima fase progettuale ha visto la piena e responsabile partecipazione dei ragazzi dell’Istituto Professionale Principe Grimaldi, sede staccata di Chiaramonte Gulfi, che hanno seguito con particolare attenzione tutto quanto è stato detto e proposto.  Segno questo che il tema è di grande impatto psicologico ed emotivo e che gli alunni hanno una gran voglia di capire. Un passo concreto, con questo progetto “Voce Fuori Campo” patrocinato dal Comune di Ragusa, per dire no alle dipendenze e sì alla vita. 

Questo è il motto che anima la Fondazione PesciolinoRosso, nata dopo la morte di Emanuele. Il ragazzo a soli 16 anni, la notte del 24 novembre 2013, si è gettato nel fiume a Gavardo, nei pressi di Salò (BS), dopo una festa in cui alcuni amici maggiorenni lo convinsero a provare sostanze stupefacenti. Da questo immenso dolore nasce la fondazione a suo nome. Il papà Gianpietro sta dedicando la propria vita ai giovani, mediante progetti che li aiutino a conoscere la pericolosità di certe sostanze. La conoscenza della storia di Emanuele può fungere così da strumento per rafforzare il rapporto figlio-genitore. 

Nello stesso contesto è nato il libro "Lasciami volare", che analizza proprio il rapporto sopracitato. Una pagina Facebook con circa 100 mila sostenitori è diventata la piazza virtuale, dove ragazzi e genitori discutono delle più importanti tematiche e partecipano alla vita della Fondazione in ricordo di Ema.

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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