Siracusa e dintorni
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“L’Inda è un'eccellenza non solo di Siracusa ma dell’Italia intera, un’eccellenza da valorizzare allungando e incrementando la stagione perché divenga un’opportunità del sistema-Paese”. Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini ha voluto ribadire la grande attenzione nei confronti dell’Istituto nazionale del dramma antico, stamattina a Roma, nel corso della conferenza di presentazione del cinquantunesimo ciclo di spettacoli classici.

 

Alla presenza del presidente e del sovrintendente della Fondazione Inda, rispettivamente Giancarlo Garozzo e Gioacchino Lanza Tomasi, dei consiglieri d’amministrazione Walter Pagliaro e Arnaldo Colasanti, e dei registi Moni Ovadia, Paolo Magelli e Federico Tiezzi, il ministro Franceschini ha anche ribadito l’impegno del ministero a sostegno dell’Istituto. Il dramma antico deve, secondo gli intendimenti del ministro, essere presente nei maggiori teatri italiani, da Pompei a Verona, ma anche sulle ribalte più prestigiose del continente.

“Vogliamo rendere il finanziamento triennale e non più annuale per consentire una maggiore possibilità di programmazione all’istituto – ha dichiarato il ministro – perché la Fondazione Inda è una grande opportunità per tutto il paese che deve sapere individuare e valorizzare nel mondo le proprie eccellenze”. L’immagine dell’Italia nel mondo, come ha sottolineato Franceschini, può essere perciò veicolata proprio da un ente come l’Inda che da oltre cento anni ormai è sinonimo nel mondo di classicità, tragedia, teatro antico. Il cinquantunesimo ciclo di spettacoli classici vedrà in scena al Teatro Greco dal 15 maggio al 28 giugno Le Supplici di Eschilo, Ifigenia in Aulide di Euripide e Medea di Seneca.

“Con gli spettacoli di quest’anno – ha dichiarato il presidente Garozzo –affronteremo ancora una volta temi di grande attualità come quello dell’accoglienza che ha colpito in maniera particolare la Sicilia e Siracusa. Abbiamo scelto tre registi di grande spessore anche a livello internazionale proprio perché vogliamo puntare in maniera forte sulla qualità dei nostri spettacoli, com’è nella tradizione dell’Istituto. Ringrazio il ministro Franceschini sia per la sua presenza alla conferenza di presentazione della stagione sia per l’interesse che fin dal primo momento ha dimostrato per l’Istituto che mi onoro di presiedere. Condivido con il ministro lo sforzo per assicurare all’Inda un futuro ancora più florido”.

Il ministro Franceschini ha molto apprezzato, poi, il progetto illustrato dal consigliere delegato Walter Pagliaro e legato a una diversa articolazione degli spettacoli. “L’obiettivo – ha sottolineato Pagliaro – è quello di portare uno dei tre drammi allestiti nell’ambito degli spettacoli classici in giro nei teatri nazionali e internazionali”. Parlando di “assoluta dinamicità” da dare all’iniziativa dell’Inda Pagliaro ha spiegato quindi che nei programmi della Fondazione rientra anche il rilancio della scuola “Giusto Monaco” che dovrà svolgere un ruolo da protagonista sul piano europeo. Ne ha tutte le potenzialità, in vista di un cambio generale di indirizzo che trova sulla stessa linea non solo il ministero dei Beni culturali ma anche il nuovo consiglio d’amministrazione dell’Inda. Il consigliere delegato ha annunciato che la stagione 2016 sarà dedicata alle donne e che i drammi saranno scelti con un’attenzione particolare ai legami che sappiano costituire con il tempo presente. Entro questo quadro, l’Inda si rivolgerà a registi che “non abbiano mai diretto a Siracusa, innovativi e soprattutto sperimentali”.

Il confronto con realtà prestigiose come Atene e Pompei deve poi costituire un passaggio cruciale perché nascano sinergie capaci di agganciare esperienze quali la scuola e l’università. Non per caso, in sede di presentazione della nuova stagione, sono stati invitati enti e istituzioni con il consigliere Arnaldo Colasanti che ha voluto sottolineare con forza l’importanza per l’intero paese proprio di realtà come scuola e università. Un festival del Mediterraneo, capace di radunare i migliori teatri a Siracusa, è un ulteriore obiettivo messo in cantiere dall’Inda, “Un evento – ha aggiunto Pagliaro – non retorico né celebrativo, ma fatto perché Siracusa possa diventare la capitale transcontinentale del teatro”. Colasanti ha poi ricordato che traguardi di tal genere non sono velleità ma risultati che la stessa Unione europea pone come irrinunciabili al fine non solo di creare cultura ma anche di incrementare il turismo.

Grandi elogi agli allievi dell’Accademia d’arte del Dramma antico sono arrivati invece da Moni Ovadia regista della tragedia Le Supplici di Eschilo e Federico Tiezzi che dirigerà Ifigenia in Aulide di Euripide. “Questi ragazzi – ha detto Ovadia – sono straordinari, coraggiosi, con una grandissimo senso del lavoro. Una bellissima risposta a un paese dove spesso i giovani sono bistrattati”.

“Vogliamo portare i nostri spettacoli nel mondo e allo stesso tempo portare il mondo a Siracusa – ha ribadito il sovrintendente Lanza Tomasi –. Nessuno spazio teatrale è comparabile per peso storico al Teatro Greco di Siracusa che era ed è un luogo magico ma anche uno spazio elettivo perché spettacoli innovativi rinnovino la riflessione sulle nostre origini".

Per quanto riguarda gli spettacoli “Le Supplici” di Moni Ovadia, un progetto “scritto a quattro mani con Mario Incudine” si annunciano come una grande scommessa. L’attore di origine bulgara, che si è definito un outsider e un avventuriero, ha detto che il suo dramma è una sfida e come tale lo intende portare sulla scena. “È un’opera sconvolgente perché ha un esito sconcertante – ha detto Ovadia -. E per me, che mi batto per i diritti umani, è una grande occasione per amplificare la mia voce: con un’opera che è una cantata radicata nella profondità delle nostre maggiori ricchezze, ciò che è il siciliano con innesti di greco moderno”.

Federico Tiezzi ha spiegato di aver letto Ifigenia in Aulide a ridosso della Linea d’ombra di Conrad vedendo nella piccola vergine una figura che dall’adolescenza passa alla maturità e a diventare una eroina. “L’ambientazione – ha dichiarato Tiezzi - sarà indiana perché ho voluto allontanare la scena e mettere una certa distanza tra il testo euripideo e l’interpretazione che lo stesso Euripide ha inteso dare al suo ultimo dramma nella chiave di uno sgretolamento del mito degli eroi”.

Anche Paolo Magelli ha rintracciato nella sua Medea senecana elementi di modernità, prendendo apertamente posizione a suo favore. “Medea – ha spiegato il regista - è la donna che ha aperto la via del mare e si avventura per amore alla scoperta del nuovo mondo, una autentica Ulisse donna che Seneca ha fissato nel canone della madre che uccide i figli per non lasciarsi a una società corrotta e sbagliata”.

 

Fonte: Siracusanews

 

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