Cultura
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Ragusa, 20 settembre 2017 – “Il don Milani valdese. Un testimone di fede e di umanità che fece dell’impegno per il bene comune e per il riscatto sociale degli emarginati la sua missione”. Così è definita in maniera sintetica, ma a chiare linee, in un articolo pubblicato su “Avvenire.it” (21.07.2015), la figura di Lucio Schirò (classe 1877) pastore della Chiesa Valdese Metodista di Scicli e sindaco della stessa città. 

Una storia importante, quella di Schirò, socialista, perseguitato dai fascisti e fondatore del giornale “Semplicista”. Da più parti è ricordato come colui che ha tracciato un profondo solco portando avanti “l’evangelo nella giustizia sociale” (come lo delinea lo sciclitano Salvo Micciché in un ampio articolo pubblicato a settembre del 2010 sul quotidiano on line Ondaiblea.it).

Schirò si spinse fino alle “periferie geografiche ed esistenziali dell’isola, per farsi prossimo e ridare dignità” agli ultimi, alle persone “scartate”. Lo fece fondando una scuola elementare per i figli dei contadini e dei braccianti, invitando i lavoratori a frequentare le sue lezioni che impartiva nelle ore serali. All’istruzione e all’alfabetizzazione unì la promozione di non poche attività culturali come la poesia e le rappresentazioni teatrali. La pro-nipote Francesca Schirò, in un’intervista del 2015 rilasciata su Avvenire.it, spiega: «Le recite, come emerge dai suoi diari e dalle testimonianze della gente, coinvolgevano tutta la collettività e non soltanto la Chiesa metodista. Dalle persone veniva chiamato ’u ministru. Ancora oggi gli anziani della città lo ricordano come l’uomo che aveva parole di conforto per tutti, carezze e amorevolezza per i bambini e vicinanza per chi era in difficoltà».

La missione di Schirò fu «non soltanto di tipo religioso, ma fu fortemente legata alla colarizzazione ed al riscatto culturale. Erano tempi in cui – spiega lo storico Giuseppe Micciché – il bracciantato agricolo, esclusa la difficile condizione femminile, registrava un analfabetismo che superava il novanta per cento. C’erano centinaia di persone che vivevano nelle grotte, nelle capanne, ai margini della società e non soltanto dal punto di vista topografico».

Nel 1913 fonda il quindicinale Semplicista (sottotitolato “morale - politico - amministrativo”), come organo religioso della Chiesa Metodista e della sezione socialista. Nel 1924 fu costretto a cessare le pubblicazioni: «Il Semplicista, mia delizia e croce – che rei facea tacere – è stato ucciso!», ebbe a dire Lucio Schirò. 

“Lottatore senz’armi” (come lo chiama affettuosamente la figlia Miriam – recentemente scomparsa all’età di 103 anni – nel libro omonimo edito nel 2003), si prodigò sempre per la città di Scicli ricoprendo la carica di primo cittadino e deputato provinciale dal 1944 al ’47.

 

Per ricordarne la personalità il Centro studi “Feliciano Rossitto” ha promosso ed organizzato un’iniziativa culturale che si terrà nella sala conferenza del Centro giovedì 21 settembre 2017 alle ore 17.30, avente per tema “Lucio Schirò. Pastore Metodista, sindaco di Scicli, fondatore e direttore del quindicinale “Semplicista” (1913-1924)”. Parteciperà all’incontro il nipote Lucio Schirò con la famiglia. Dopo la relazione introduttiva di Giorgio Chessari, la figura di Lucio Schirò, in tutte le sue molteplici sfaccettature, sarà illustrata da: Grazia Dormiente (etnoantropologa), Enzo Giannone (sindaco di Scicli), Giuseppe Miccichè (storico), Franco Portelli (giornalista). 

 

Giuseppe Nativo

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry