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Modica, 5 aprile 2015 – La madre affranta incontra il figlio, e incredula lo ritrova Risorto: è la Madonna vasa-vasa, a mezzogiorno, e lo incontra in piazza Monumento, di fronte al Municipio, tra una folla immensa. 

Maria si è liberata del manto nero, portato in segno di lutto per la morte del Figlio, lasciando librare in cielo alcune colombe bianche mentre i fedeli hanno applaudito con trasporto. Il Cristo risorto si è avvicinato alla Madre dando vita al cosiddetto “bacio”, un modo per esprimere la gioia della Resurrezione. 

I riti pasquali avevano preso il via già di buon mattino. 

Alle 8,30, da Santa Maria di Betlem, per il secondo anno consecutivo, il simulacro della Madonna bardato a lutto ha percorso le viuzze situate nella zona a monte della chiesa, transitando anche nei pressi delle chiese della Catena e di Santa Margherita. 

Alle 9,30 è cominciata la solenne celebrazione eucaristica presieduta da don Antonio Stefano Modica, direttore spirituale del seminario vescovile di Noto, e concelebrata dal parroco don Antonio Maria Forgione. 

Nella sua omelia, don Modica ha spiegato che “questo giorno di esultanza e di gioia, di luce e di stupore, il Signore lo ha fatto per noi. Proprio per noi, per tutti e per i singoli uomini, di tutti i tempi e di tutti i luoghi. Un giorno – ha proseguito – che è senza tempo e senza fine, come eterna è la salvezza donata a noi dalla resurrezione di Cristo”. 

Intorno alle 11, in due tempi diversi, i simulacri sono usciti, dopo la messa solenne, dalla chiesa di Santa Maria di Betlem con la presenza dei musici e degli sbandieratori di Noto che hanno reso più speciale questa fase della processione. Mentre il Cristo risorto ha seguito l’itinerario delle strade principali, il corteo con la Madonna bardata a lutto si è mosso, preceduto da un tamburino, lungo le viuzze più ricche di fascino del centro storico di Modica. Transitando per via Grimaldi ma anche per le stradine affiancate alla chiesa del Santissimo Rosario, sino ad arrivare alla chiesa del Carmine. 

Qui, i portatori della Madonna, guidati da Mario Cappello, che gestisce la preparazione del simulacro con il manto nero da ben 30 anni, e che è coadiuvato dai figli Gaetano e Pietro, si sono adoperati per predisporre il momento dell’incontro. Dopo l’uscita dal Carmine, mentre nel frattempo la processione con il Cristo Risorto, animata dalla civica filarmonica Città di Modica diretta dal maestro Francesco Di Pietro, dopo avere attraversato viale Medaglie d’Oro, ha fatto ritorno in corso Umberto sino a raggiungere la chiesa di San Pietro, la Madonna si è diretta, girando per piazza Matteotti, verso piazza Monumento. Non prima di un’altra piccola sosta servita per preparare le colombe, con tanto di nastrini colorati legati alle zampette, che di lì a poco sarebbero state lasciate libere, ciascuna affidata a un fedele, per salutare il momento più atteso. A mezzogiorno l’incontro. La Madonna scorge da lontano il Figlio. La sua gioia è grande. E d’un tratto si libera del manto nero perché il lutto non ha più motivo d’essere. 

Agita le mani per segnalare la sua grande gioia. In piazza, tra una moltitudine di persone, esplode la festa. Mentre i mortaretti e il lancio delle colombe segnalano lo stato d’animo della Madonna. I due simulacri, a questo punto, si fanno spazio tra la gente e s’incontrano sino a dare vita al cosiddetto bacio, con la Madonna che quasi accarezza le ferite del figlio. Poi, entrambi i simulacri si rivolgono alla folla. E grazie al movimento meccanico delle mani, la Madonna benedice il popolo. 

La processione, guidata dal parroco di Santa Maria di Betlem, don Antonio Maria Forgione, alla presenza del sindaco Ignazio Abbate e degli altri rappresentanti della Giunta municipale, e con le suore missionarie carmelitane di Santa Teresa del Bambin Gesù, si è mossa, quindi, verso la chiesa madre di San Pietro. Anche qui, alla presenza di moltissime persone sulle scalinate, è stato animato il rito del bacio, il secondo della serie, alla presenza dell’arciprete parroco di San Pietro, don Corrado Lorefice. Il terzo bacio dinanzi alla chiesa di Santa Maria di Betlem, prima che i due simulacri rientrassero in chiesa. 

Quindi il quarto e il quinto, alla presenza di una moltitudine di fedeli, rispettivamente a metà della navata centrale dell’edificio di culto e sull’altare. Come da tradizione. Alla fine, i due simulacri sono stati riposti, il Cristo risorto accanto all’altare, ed è stato dato appuntamento alla prossima festa di Pasqua. 

 

 

 

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Paul Valéry

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