Spettacolo
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Ragusa, 18 novembre 2019 – Tratta da una raccolta di racconti della scrittrice catanese Maria Greco,la pièce messa, straordinariamente, in scena da Vittorio Bonaccorso per la Compagnia Godot, attraversa tanto teatro, dal mito greco a Pirandello fino al teatro dell'assurdo, lasciando allo spettatore il piacere di ripensare anche dopo a quanto felicemente visto prima, tante sono le occasioni di riflessione regalategli. 

Il signor F. è morto in treno, da cui trae il titolo tutta l'opera, si muove fra surrealismo e ironia alla Ionesco, sottolineando l'urgenza del vivere e il niente della morte. Il calzolaio lettore, con un bravissimo Lorenzo Pluchino, gioca sul Tempo e sulla sua inevitabile inconsistenza. Ipocondria, con uno straordinario Ciccio Piccitto, sembra voler fare incontrare il miglior Monicelli con il miglior Bergman, in una tragicomica versione di Scene da un matrimonio. 

Alceste (s)mitizza il ruolo dell'eroe greco e del dramma che lo ha generato attraverso le figure femminil-femministe di Alcesti ed Euridice. Ravanello mette insieme il tema del doppio pirandelliano attraverso uno dei più bei momenti registici di sempre Vittorio Bonaccorso. La leggerezza con cui egli fa muovere sul palcoscenico, reso magicamente evanescente e impalpabile, la sempre più straordinaria Federica Guglielmino, si sposa con l'intensità di una insuperabile Federica Bisegna, qui, anche lei, in una delle sue più riuscite interpretazioni, un eccezionale monologo non a caso dal sapore fortemente autobiografico.

Che dire, Chapeau Godot!

 

Danilo Amione

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry