Religione
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Ragusa, 29 marzo 2015 – “Viviamo in un contesto particolare. In cui i martiri aumentano a causa dell’imbecillità degli uomini. 

Questo ci deve fare riflettere sul fatto che la vita, almeno la vita cristiana, deve essere vissuta come un olocausto, un’offerta continua a Dio, ma anche come testimonianza che deve essere trasmessa agli uomini, perché Gesù che muore è un uomo che deve essere seguito, ascoltato e adorato per quello che è”. 

Lo ha detto questa mattina il parroco della Chiesa madre di San Giorgio, don Pietro Floridia, dopo avere benedetto, nel sagrato antistante la chiesa di San Giacomo apostolo, all’interno dei Giardini iblei, palme e ramoscelli d’ulivo portati dai fedeli e che gli stessi hanno poi condotto a casa quale simbolo di pace. 

È stata una cerimonia ancora più partecipata degli scorsi anni e a cui hanno presenziato anche i gruppi scout FSE di Ragusa 3. Una cerimonia che ha dato ufficialmente il via ai riti della Settimana santa a Ibla. 

“Sono giornate particolari – ha aggiunto don Floridia, con addosso il piviale cerimoniale, accompagnato dal cappellano del Duomo, padre Joseph Muamba Bulobo – in cui si rievoca il mistero della morte di Cristo. Non è un dramma che finisce con la crocifissione ma viene, piuttosto, esaltato dalla Pasqua. L’evento gioioso iniziale è rappresentato dalla domenica delle Palme che ci introduce alla Passione ma che, allo stesso tempo, ci proietta verso la Resurrezione. I numerosi nostri fratelli che, in varie parti del mondo stanno soffrendo a causa della loro fede, si identificano con il Cristo crocifisso e ci danno esempio della loro testimonianza. 

Noi cristiani non ci abbattiamo perché sappiamo che Cristo ha vinto il mondo e che alla fine la forza dell’amore del Crocifisso risorto vincerà le stoltezze e le resistenze degli uomini”. Subito dopo la benedizione, i fedeli, in processione, hanno proceduto dai Giardini per le strade principali di Ibla, sino ad arrivare al Duomo di San Giorgio. La cerimonia è proseguita con la celebrazione della messa caratterizzata dal ricordo del trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme, osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma. I riti della Settimana santa, a Ibla, assumono una speciale connotazione, nell’ambito della celebrazione delle Quarantore di adorazione del Santissimo Sacramento per ricordare le quaranta ore durante le quali Gesù rimase nel Sepolcro. Si tratta di riti animati dalle processioni che saranno tenute dalle varie confraternite presenti nel quartiere barocco. 

Si comincia nel pomeriggio di oggi quando saranno addirittura tre le processioni che, recanti i simulacri che rispettivamente le contraddistinguono, muoveranno, lungo le stradine dell’antico borgo, sino al Duomo dove ci sarà il fervorino eucaristico tenuto da don Giorgio Occhipinti. 

Alle 16,45 dalla chiesa dell’Itria, in salita Commendatore, la processione dell’Addolorata. Alle 18,45 dalla chiesa della Maddalena, in corso XXV aprile, la processione della confraternita “Santa Maria Maddalena”. 

Alle 19,15, dalla chiesa dell’Annunziata, in via Orfanatrofio, la processione con Gesù alla Colonna animata dalla confraternita “Santissimo Rosario – Sciabica”. Domani, per il Lunedì santo, altre due processioni. 

La prima, dalle 18,30, muoverà dalla chiesa di San Giacomo apostolo, all’interno dei Giardini iblei, con il gruppo statuario di “Gesù nell’orto degli ulivi”. Alle 19,30, invece, dalla chiesa di San Filippo Neri, la processione con la “Pietà” animata dalla confraternita “Buona morte”.

 

 

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Paul Valéry