Editoriali
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Siamo a settembre, tempo di resoconti, bilanci, esami… e per alcuni è tempo di dare un arrivederci a quest’estate così strana. 

Quest’anno, Marina di Ragusa ha festeggiato ancora una volta “l’Addio all’estate”, un evento che accoglie un gran numero di persone, turisti e non solo.

La festa è stata il 13 settembre.

Marina di Ragusa si è preparata a quest’evento con molto entusiasmo e spirito d’iniziativa: un grande stand dedicato alla cucina, in cui tutti hanno potuto assaporare il gusto prezioso e siciliano dei cavati al sugo; numerosi stand, dedicati all’oggettistica, ciondoli, collanine e attrezzi per la casa, in piazza Malta. Invece piazza Duca degli Abruzzi ospitava “I Tiempu Persu”, un gruppo emergente (proveniente da Scicli), che, con i loro brani dai ritmi incalzanti, coinvolgevano non poco il folto pubblico presente alla serata.

Nelle edizioni precedenti, l’evento dell’Addio all’estate –che a volte, in passato, è stato nominato “Arrivederci all’Estate” (più propriamente, secondo alcuni)– è stato caratterizzato sempre dai fuochi d’artificio, che, verso la mezzanotte, facevano brillare a giorno il terso cielo settembrino. A volte è stata una "gara" tra tre ditte diverse...

La novità dell’edizione 2014 è stato lo spettacolo, al porto, delle cosiddette “fontane danzanti”, ovvero getti d’acqua, anche alti più di tre metri, che si innalzavano, si intrecciavano tra di loro e si combinavano con un altro elemento: il fuoco dei petardi.

Uno spettacolo emozionante, reso ancora più coinvolgente dalla musica in sottofondo e dalle luci che, come sempre, hanno dato un tocco in più all’evento.

Lo spettacolo delle fontane danzanti non ha sostituito i giochi pirotecnici, ma si è aggiunto ad esso.

Intorno all’una i fuochi d’artificio hanno illuminato, a sorpresa, Marina di Ragusa, con i loro colori intensi e le forme più stravaganti.

Anche l’edizione 2014 dell’Addio all’estate è stato un successo e gli immancabili fuochi d’artificio hanno reso la serata, a dir poco, indimenticabile. L'Estate, per chi c'è ancora, continua...

 

Lucia Nativo

 

 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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