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Gli ‘Ultras’ Europei (e quelli del Marina di Ragusa) dicono «no» alla ripresa del Calcio  

 

Ragusa, 13 maggio 2020 – Gli Ultras di tutta Europa dicono «no» alla ripresa del Calcio. Gruppi Ultras e tifoserie, sia italiane che straniere, hanno firmato il documento dal titolo “Stop Football, No Football Without Fans”. Aderisce anche la squadra del Marina di Ragusa.

Oltre ai problemi riguardanti la sicurezza e la salute, la mancanza dei tifosi allo stadio durante una partita appare essere un controsenso rispetto alla natura stessa dello sport. Senza il supporto della tifoseria e del pubblico non si tratterebbe di un Calcio vero, bensì di un qualcosa privato della sua essenza più intrinseca. Da sempre i Tifosi sono considerati l’anima del gioco, il cosiddetto “dodicesimo uomo”, unitamente alla presenza degli striscioni e cori che con la loro presenza dimostrano vicinanza e grande sostegno alla squadra.

Il comunicato “Stop Football, No Football Without Fans” è stato redatto in più lingue. Tra i firmatari del documento, anche il Commando Ultras 2006, il gruppo dei tifosi dell’ASD Marina di Ragusa, squadra militante il campionato di Serie D, anche loro concordi allo stop del Calcio.

Alcune parti essenziali del documento: «I governi hanno dichiarato il lockdown totale, tutelando così la cosa più preziosa che abbiamo: la salute pubblica, primo obiettivo per tutti. Per questo riteniamo più che ragionevole pensare ad uno stop assoluto del calcio europeo. Chi gestisce quest’ultimo, invece, ha fin da subito espresso un solo e unico obiettivo: ripartire. Siamo fermamente convinti che a scendere in campo sarebbero solo ed esclusivamente gli interessi economici e questo viene confermato dal fatto che il campionato dovrebbe ripartire a porte chiuse, senza il cuore pulsante di questo sport popolare: i Tifosi.

Pertanto, chiediamo fermamente agli organi competenti di mantenere il fermo delle competizioni calcistiche finché affollare gli stadi non tornerà ad essere un’abitudine priva di rischi per la salute collettiva. Oggi il calcio è considerato più come un’industria che come uno sport, dove le pay-tv tengono sotto scacco le società…

Un sistema basato solo ed esclusivamente su business e interesse personali che se non verrà ridimensionato quanto prima, porterà ad un solo ed unico fine: la morte del calcio stesso...

Tutto questo deve cambiare. Siamo pronti a confrontarci con chi di dovere, per riportare il calcio ai suoi albori, per tornare a vivere la nostra più grande passione in prima persona, per fare in modo che questo torni a essere uno sport popolare».

 

Lucia Nativo

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

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