Religione
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Ragusa, 19 marzo 2015 – Si diventa grandi e belli solo se il cuore è grande e bello.

Questo il significativo messaggio che il vescovo della diocesi di Ragusa, mons. Paolo Urso, ha rivolto ai fanciulli della scuola elementare Santissimo Redentore in occasione della celebrazione della messa di San Giuseppe tenutasi questa mattina nella chiesa del Santissimo Salvatore a Ragusa. 

Il coro dei fanciulli, diretto da Gianfranco Chessari e Carmela Cascone, ha animato la celebrazione religiosa in onore del Patriarca. “Mi sono rivolto ai bambini – ha spiegato il vescovo – presentando la figura di San Giuseppe come colui che si prende cura. Della Madonna e di Gesù, aiutandolo a crescere. Guardate San Giuseppe, ho detto, ma guardate anche le persone che si prendono cura di voi: i genitori, gli amici, i professori, i maestri, le educatrici, gli educatori. 

È importante, oggi più che mai, ricostruire relazioni belle che aiutino tutti noi a diventare veramente grandi. Ecco perché, parlando ai piccoli, ho chiarito a ciascuno di loro: voi dovete diventare grandi e belli e ciò succede solo se anche il cuore è stato allenato ad essere grande e bello”. 

Al termine della santa messa di oggi, concelebrata dal parroco del Santissimo Salvatore, padre Giovanni Mandarà, e da padre Giuseppe Occhipinti, è stata effettuata la benedizione del pane di San Giuseppe. 

A conclusione della celebrazione religiosa, inoltre, i fanciulli del Santissimo Redentore hanno animato la tradizionale foto ricordo sulle scale del sagrato assieme al vescovo e ai sacerdoti concelebranti. Stavolta con una novità. Subito dopo gli scatti, infatti, i maestri Chessari e Cascone hanno dato il “la” ad una esecuzione estemporanea di “Vitti na crozza”, tradizionale canto siciliano”, con le diamoniche. Un canto in letizia che ha animato, per qualche minuto, l’intero quartiere del centro storico superiore della città. 

“Questi festeggiamenti in onore del Patriarca – ha detto il parroco, don Mandarà – si chiudono con un chiaro messaggio rivolto alle mamme e ai papà perché possano riversare il proprio amore sulla famiglia, sui figli e anche al di là delle proprie famiglie, al prossimo in genere. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo speciale momento di aggregazione all’insegna di San Giuseppe. Ho potuto apprezzare, ancora una volta, la speciale devozione che i fedeli della nostra parrocchia e i ragusani in genere nutrono nei confronti del Patriarca”.

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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