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  • Autore: Giuseppina Torregrossa
  • Editore: Rizzoli

Scicli, 25 maggio 2017 – Domenica 28 alle 19, a palazzo Spadaro (via Mormina Penna), Giuseppina Torregrossa dialogherà con Giuseppe Pitrolo sul romanzo  “Cortile Nostalgia” (Rizzoli).      

L’evento è organizzato da Comune di Scicli, "Brancati", Libreria Giunti di Ragusa. L’ingresso è libero.

Giuseppina Torregrossa è nata a Palermo, ha tre figli e un cane. Si è laureata in medicina a Roma, è specializzata in ginecologia ed ostetricia.

Ha esordito nel 2007 col romanzo L’assaggiatrice, cui sono seguiti Adele (2008), Il conto delle minne (2009), Manna e miele, ferro e fuoco (2011), Panza e prisenza (2012), La miscela segreta di casa Olivares (2014), A Santiago con Celeste (2014), Il figlio maschio (2015).

Con “Cortile nostalgia” (Rizzoli) torna a immergersi nelle atmosfere siciliane che la caratterizzano: a Palermo c’è una piazzetta abitata dalla magia, dove ogni notte sette fate, una chiù bedda di n’autra, rapiscono i passanti per condurli verso luoghi lontani e poi riportarli a casa, storditi dalla meraviglia, alle prime luci dell’alba. È in questo cortile che vive Mario Mancuso, nel cuore dell’Albergheria, tra le abbanniate dei mercanti di Ballarò e i rintocchi del campanile di Santa Chiara. Orfano, ha conosciuto solo l’affetto di zia Ninetta, che però lo abbandona al primo giro di vento, inseguendo i propri sogni.

L’incontro con Melina è la sua occasione per ritrovare in una nuova famiglia il calore che il destino gli ha negato. Per lei, bella e infelice, quel ragazzo rappresenta la libertà da due genitori che l’hanno educata più alle privazioni che all’amore.

Lo sposo però deve partire per Roma, dov’è stato assegnato come carabiniere semplice, così le nozze sono celebrate in fretta e furia, e con la stessa voracità vengono consumate. Forse soltanto un figlio può colmare la distanza tra marito e moglie, sempre in bilico tra tenerezza e passione; ed è così che nasce Maruzza. A legarli sarà una sottile nostalgia, la stessa che gli abitanti della piazzetta, di Paesi e colori diversi, curano ogni sera con i piatti cucinati dalla donna che tutti chiamano Mamma Africa e che sembra avere lo stesso dono delle sette fate.

Con un romanzo corale e pieno di vita, Giuseppina Torregrossa racconta la necessità innata di essere accolti da un abbraccio: quello di una madre, un marito, un amico, o una città che sappia tenere aperte le porte anche nella notte.

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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