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Siracusa, 12 giugno 2015 – Andrea Alì, 44 anni, è titolare del ristorante “Andrea, sapori montani”, che si trova nel cuore del centro storico di Palazzolo Acreide, il paese degli Iblei che la World Heritage List dell’Unesco ha segnalato per la bellezza delle sue architetture barocche. Il ristorante anche quest’anno (è il 15esimo) si è aggiudicato la prestigiosa chiocciola di Slow food che premia le migliori osterie d’Italia ed è stato scelto come migliore trattoria da “Best in Sicily”, il premio dedicato all’enogastronoma in Sicilia ideato dal magazine on line Cronache di gusto. Andrea Alì è nato a Palazzolo Acreide e cucina da quando aveva 14 anni. Ha aperto il suo ristorante nel ’96, scegliendo di valorizzare ciò che è più caratteristico dell’altopiano degli Iblei: la cucina della tradizione contadina e le erbe aromatiche spontanee. Niente pesce (con un’unica eccezione, la trota),  ma carni locali: coniglio alla stimpirata, salsiccia col finocchietto, maialino nero dei Nebrodi.  E poi verdure dell’orto,  pane fatto con farine di grani tradizionali e prodotti siciliani selezionati. Come il maiorchino, formaggio ovino tipico di Novara di Sicilia, l’aglio di Nubia, il sale di Trapani. I sapori montani sono il segreto e l’essenza della sua cucina, fortemente caratterizzata dalle stagioni. A primavera, 

ad esempio è il momento del cazzamarru, un cartoccio che profuma di campagna iblea: asfodelo, amareddi, porro, asparagi, cipolletta, cotte al forno, condite con olio e pepe rosa.

Andrea Alì reinterpreta a suo modo le ricette tipiche della tradizione (uno dei suoi cult è “Profumi di Sicilia” di Giuseppe Coria, la bibbia dei cultori della gastronomia dell’isola). 

Un esempio che soprenderà: il miele degli Iblei nella caponata di melenzane. Durante i suoi cooking show (in programma, venerdì 19 e sabato 20) preparerà: cipolla di Giarratana al prosciutto di maiale nero dei Nebrodi; cavati alla Norma rivisitata: melenzane cotte al forno e ridotte in crema, pomodorino e mandorla tostata (nella ricetta originale, quella prediletta da Vincenzo Bellini, sono tagliate a tocchetti e fritte in olio). E ancora: risotto con ricotta fresca, finocchietto selvatico e sfere di distillato di miele Hyblon, dell’azienda Xuto; gelato al moscato di Siracusa.  

 

Carmelo Chiaramonte si autodefinisce “cuciniere errante”: è un omaggio ai personaggi fantastici di Italo Calvino, spiega. E’ nato a Modica, nel ragusano, e vive alle pendici dell’Etna. Sette anni fa ha abbandonato la ristorazione per sperimentare linguaggi trasversali sempre legati al gusto, ma che lo spingessero anche fuori della cucina. E’ stato autore televisivo per il Gambero Rosso Channel. Si occupa di escursioni botaniche, design gastronomico e di storia della cucina mediterranea.  E’ andato in scena come cuoco-attore nella commedia Il Timballo del Gattopardo, è co-autore del dramma musicale Nenti è, con la regia di Pierandrea Casati (Teatro greco di Taormina, 2014). Performer di un ciclo di 16 Lezioni di Cucina al Parco della Musica, Auditorium di Roma. E anche autore di libri. Il suo esordio: “A tutto tonno”. Quello a cui è più affezionato è “Arancia”, una monografia scritta con Elvira Assenza, ricercatrice dell’Università di Palermo, ed edito da Edizioni estemporanee. Dedicato al frutto più rappresentativo dell’isola raccontato attraverso citazioni letterarie e cinematografiche, detti popolari, ricette di antichi piatti, cosmetici e medicamenti. L’eclettico Chiaramonte è incuriosito soprattutto dagli aspetti antropologici del cibo. Il suo cooking show è in programma giovedì 18 giugno, dalle 16 alle 18 e sarà dedicato ai colori gastronomici degli Iblei (miele di timo, olive del cultivar tonda iblea, ragusano, tartufo nero, cipolla di Giarratana). Il suo piatto è ancora top secret, ma sarà accompagnato dai vini Rosà e Nero Ibleo prodotti dall'Azienda Gulfi, cantina pioniera nella valorizzazione del Nero d’Avola, il vitigno a bacca rossa della Sicilia, e nella riscoperta dei prestigiosi cru di Pachino. E c’è da scommettere che durante lo show citerà la ricetta del timballo del principe, che Tomasi di Lampedusa descrive nel “Gattopardo”.  Protagonista lo scorzone, ovvero il tartufo degli Iblei. 

 

Gaetano Quattropani è stato premiato titolo di “King of catering Platinum” ovvero come migliore chef di catering, durante l’ultima edizione di “Le identità golose”. Ha vinto di misura sui finalisti con un menù ispirato alla sua terra:  tartare di tonno con arance, pesce spada in crosta di pistacchio di Bronte su carpaccio di zucca, mousse di ricotta e cioccolato al profumo di arancia su pandispagna alle mandorle. Quattropani, 46 anni, ha aperto il suo primo ristorante a 20 anni, ma si dedica esclusivamente al catering per gli matrimoni. La sua azienda, Valentino catering, che cura 150 eventi all’anno, fa parte del neonato network catanese W.E. concept specializzato in organizzazioni di eventi aziendali, incentive e lanci di prodotto con una forte identità siciliana, ideato dalla stilista Marella Ferrera. 

Gaetano Quattropani preparerà piatti che evidenzieranno l’eccellenza delle materie prime del Sudest: pesce fresco di Portopalo (tonno, gamberoni, pesce spada, scampi), pomodorino di Pachino, cipolla di Giarratana, tartufo nero degli Iblei, lardo di suino nero dei Nebrodi (allevato dall’azienda Spazio Sicilia di Palazzolo Acreide). I suoi cooking show sono in programma al cluster Biomediterraneo, lunedì 15, martedì 16 e mercoledì 17 giugno. 

 

 

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