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  • Autore: Pasquale Magnano
  • Editore: Santocono

Ragusa, 7 settembre 2019 – L’affettuosa amicizia che mi lega con il fraterno amico mons. Pasquale Magnano oltrepassa sicuramente i cinque lustri. I reciproci contatti hanno avuto inizio con le mie ricerche presso gli archivi diocesani dovendo poi sviluppare una tematica molto delicata – quella dell’Inquisizione siciliana di rito spagnolo nel XVI secolo, con particolare riferimento al territorio della Contea di Modica – che all’epoca mi portò a consultare diversi carteggi anche nella bella città di Siracusa. La ricerca – svolta anche presso gli archivi spagnoli - sfociò in un elaborato che ebbe un esito a stampa nel 2004. Ricordo, come se fosse ieri, che mons. Magnano sposò – senza alcuna esitazione - l’idea di stilare per l’occasione la postfazione a tale mio modesto volume, partecipando, tra gli altri relatori, alla presentazione del libro. Da quel momento abbiamo continuato la fraterna amicizia sentendoci periodicamente per telefono, accorciando lo spazio geografico che ci separa. Ricordo con tanto affetto sua sorella Zeffìra perché era la prima a rispondere al telefono e con la quale scambiavamo sempre due chiacchiere amichevoli. 

Alla sua vasta ed articolata bibliografia mons. Magnano ha, recentemente, inserito un ulteriore elaborato di recente dato alle stampe. Si tratta di un grazioso, delicato e prezioso volume su una tematica forse poco frequentata dal grande pubblico ma che si inserisce in un più vasto panorama storico ed esegetico.

Ai lettori di Ondaiblea propongo la mia recensione, già pubblicata il 7 settembre 2019 (pag. 6), sulla testata “Libertà Sicilia”, il quotidiano fondato da Giuseppe Bianca nel 1987, con sede a Siracusa. 

Ho il piacere di riproporla perché l’opera di mons. Magnano merita di essere letta per le molteplici sfaccettature e problematiche in cui si incunea. 

g. n.

 

Le nostre preghiere di mons. Pasquale Magnano

 

È un prezioso scrigno di spirituale saggezza dove la dimensione storica ed esegetica si intreccia con i ricordi affettivi della sorella Zeffìra, prematuramente scomparsa, cui è dedicata la parte terminale del libro. Il corposo apparato bibliografico ne costituisce la solida ossatura in un itinerario che il lettore gusta pagina dopo pagina e in un cammino che progressivamente diventa altamente religioso. Si tratta del recente volume Le nostre preghiere  (Santocono Editore, Rosolini, 2019, pp. 184) di mons. Pasquale Magnano, pubblicista, già collaboratore de L’Osservatore Romano e storico della chiesa siracusana (già docente di Storia della Chiesa locale nell’Istituto S. Metodio di Siracusa). 

Ben curata nell’impaginazione (affidata a Giuseppe Agnello) l’opera, suddivisa in cinque parti e una nutrita “appendice”, colpisce non poco per la trattazione delicata e, al contempo, incisiva delle tematiche. 

Parte preponderante è dedicata alle preghiere, da quelle quotidiane («che ci sono state tramandate nella loro semplicità popolare») a quelle nel corso dei secoli, in quanto «la divina parola, pregata nella Bibbia, è preghiera, contemplazione, riflessione della Chiesa, assemblea di credenti», come scrive l’autore nella presentazione (redatta nel giorno di Pasqua di Resurrezione). Emblematica, per la sua attualità, è la Preghiera semplice attribuita a S. Francesco d’Assisi e, verosimilmente, non scritta dal Santo. Questa orazione, apparsa agli inizi del secolo scorso, fu pubblicata anche da L’Osservatore Romano del 20 gennaio 1916. Pur nella sua semplicità francescana, non ha però le caratteristiche della preghiera del celebre Cantico delle creature, composto dal Santo nel 1224. 

Nell’excursus storico-esegetico non passano inosservate due voci oranti che possono sorprendere: Martin Lutero e Giovanni Papini. Il primo fu monaco cattolico (tradusse la Bibbia in tedesco nel 1534), eretico, scismatico, sposo, padre di sei figli, maestro eccellentissimo che affascinava, ma che demolì il cattolicesimo in Germania sostenuto dalla drammatica corruzione nella Chiesa e dai signorotti locali di quel tempo. Lutero, con la Preghiera alla Madre di Dio, invoca in modo evidente l’intercessione di Maria. Leggendo tali invocazioni si rimane, forse, perplessi. «Ma esse – scrive l’autore, riportando le parole del gesuita Giancarlo Pani – sono appunto i documenti di una testimonianza che ci interroga e che oggi può facilitare il dialogo ecumenico». La seconda voce orante è Giovanni Papini che, nel 1912, diede alle stampe Le memorie di Iddio, apice della sua protesta anticristiana che gli costò un processo per oltraggio alla religione. Eppure la sua lunga, appassionata e struggente Preghiera a Cristo, ancora attualissima, sintetizza tutta «la sua passione di innamorato di Cristo».

Parte da non trascurare è la terza sezione dell’appendice in cui sono presi in considerazione gli antichi inni greci e latini della Chiesa siracusana. Si tratta di sette preziosi inni da quello dedicato al proto-vescovo San Marciano (con testo greco e latino d’autore ignoto, con traduzione in italiano inedita), attribuito a Gregorio di Siracusa (VII secolo), al Kontakion che tesse l’elogio di S. Giuseppe l’Innografo (testo greco con traduzione italiana) invocandolo ripetutamente come lira dello Spirito Santo, a quello di invocazione a Santa Lucia (poesia latina medievale d’autore ignoto, con traduzione italiana). Gli inni dedicati alla martire siracusana, sparsi nell’imponente raccolta Anacleta del Dreves, furono raccolti dal canonico Isidoro Carini e pubblicati postumi nel 1898 sulla pregevole pubblicazione Archivio Storico Siciliano. 

 Giuseppe Nativo

 

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Autore e bibliografia minima

Pasquale Magnano è Direttore dell'Archivio Storico Diocesano di Siracusa, già collaboratore de L’Osservatore Romano. Laureato in Diritto Canonico, licenziato in S. Teologia, Diplomato in Teologia Pastorale nella Pontificia Università Lateranense e laureato in Storia e Filosofia alla “Sapienza” di Roma. Pubblicista, collabora a giornali e riviste culturali ed è docente di Storia della Chiesa locale nell’Istituto San Metodio di Siracusa. Tra i suoi studi si ricordano in particolare: Memorie Siracusane (1980); L’Eremetismo irregolare nella Diocesi di Siracusa (1983); La Cattedrale di Siracusa (1990); Syracusana Ecclesia I (1992); Arcano Linguaggio I (2003).

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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