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Ispica, 7 luglio 2015 – La Società operaia di mutuo soccorso “Garibaldi”, nell'ambito delle manifestazioni per il 150° anniversario dalla fondazione, ha ospitato sabato sera la presentazione del libro “Brani d'identità. Atti e testimonianze storiche della collettività ispicese” a cura di Corrado Monaca, pubblicato dalla casa editrice Prova d'Autore.

Ne hanno discusso con l'autore: lo storico e giornalista Giovanni Criscione, Andrea Corvo docente universitario di Diritto internazionale, lo studioso di storia locale Francesco Fronte e la etnoantropologa Grazia Dormiente. Un pubblico attento e numeroso ha fatto da cornice alla serata che si è conclusa con gli interventi di Giovanni Avola segretario provinciale della Cgil, Giuseppe Burgio già imprenditore edile e oggi poeta vernacolare, e i ringraziamenti del presidente della società operaia Natale Corallo.

Corrado Monaca, ambasciatore del Movimento Azzurro per i rapporti con i Paesi dell'Est europeo e i Paesi delle coste africane del Mediterraneo, ha saputo dare al libro un'impostazione originale. 
 
Nella prima parte ha raccolto gli atti della presentazione del volume “Storia della mia terra” di Gina Capasso, tenutasi nell'ottobre 2013 nella Società operaia, pubblicando i testi integrali dei discorsi e delle relazioni pronunciate in quell'occasione e i commenti a margine di intellettuali locali, professionisti, consiglieri comunali, uomini e donne del mondo della scuola. Materiali, questi, che offrono all'autore il “pretesto” per parlare nella seconda parte del libro di ricordi ed esperienze personali ma che si prestano a considerazioni e riflessioni di stringente attualità.

La seconda parte, infatti, contiene il saggio “Un risveglio di responsabilità collettiva”. Il titolo è già un'esortazione alla politica e alle parti sociali a riprendere in mano il timone, a superare diffidenze e differenze reciproche e a collaborare in vista di obiettivi comuni. Monaca vi rievoca la sua esperienza di progettista agli inizi degli anni Settanta, quando grazie alla lungimiranza di sindaci e amministratori e al fronte comune di maggioranze e opposizioni innanzi al bene della collettività, si progettarono e realizzarono importanti infrastrutture per il territorio. All'epoca gli uffici tecnici comunali non erano in grado di redigere progetti cantierabili per infrastrutture complesse. Monaca, in qualità di collaboratore del Centro Studi Impianti Assistenza Sportiva - una struttura tecnica del Coni sorta dopo le Olimpiadi di Roma del 1960 per la realizzazione di infrastrutture sportive – venne loro in aiuto redigendo le tavole tecniche dei particolari costruttivi che consentirono di progettare e realizzare impianti sportivi in tutta la Sicilia grazie ai fondi per le aree montane depresse. 
Dopo i casi di colera a Napoli (1973) lo Stato diede priorità alle infrastrutture di prevenzione dei rischi ambientali e igienico-sanitari. In quel contesto, l'autore propose e fece realizzare importanti infrastrutture per la valorizzazione turistica di Santa Maria del Focallo: dagli impianti di sollevamento e depurazione alla rete idrica, dalle strade all'illuminazione, dall'elettrificazione delle campagne circostanti. Infrastrutture simili furono realizzate anche a Modica, Pozzallo, Acate, Chiaramonte Gulfi, Monterosso Almo e Giarratana. Tutte le opere a costo zero per le casse comunali, realizzate sfruttando la capacità di redigere progetti finanziabili e di individuare fondi statali ad hoc
 
Molte cose sono cambiate da allora nella politica, nella società e nel rapporto tra i cittadini e le istituzioni. Ma non è cambiato il sistema di aiuti al Meridione, anche se sono mutati i referenti istituzionali: ieri la Cassa del Mezzogiorno, oggi la Comunità europea. Sarebbe auspicabile – ha concluso l'autore - una maggiore responsabilità collettiva, ma anche un potenziamento e una qualificazione degli uffici di progettazione che spesso non sono in grado di cogliere le opportunità offerte al Sud per riavviare il motore dell'economia.

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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