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E' in diffusione da oggi (27 ottobre 2015) sui principali store online il nuovo libro della giornalista Silvestra Sorbera. La nuova opera dal titolo “La guerra di Piera” (edito Lazy Book) è il terzo racconto narrativo dell'autrice che dopo “Vita da sfollati” e “Sicilia” ritorna sull'isola con una nuova storia d'amore ambientata tra Catania e Siracusa.

 

NOTA DELL'EDITORE: La guerra di Piera è il terzo racconto che Silvestra Sorbera pubblica con Lazy Book, dopo Vita da Sfollati e Sicilia. Presto li raccoglieremo insieme, perché leggendo le storie delle sue protagoniste, il lettore ritrova la storia sì della Sicilia, ma anche dell’Italia e di una mentalità tutta italiana, fatta a volte di pensieri troppo antichi, di limiti alla libertà femminile, ma anche di passione, di voglia di rompere le catene. In attesa di pubblicare le storie di un’altra eroina nata dalla penna della Sorbera, il commissario Livia, vi lasciamo in compagnia di un altro “quadretto” e di una storia d’amore delicata. 

 

SINOSSI:  Piera è una donna ormai in fin di vita, i suoi ultimi giorni li trascorre nel dolore invocando l'eutanasia per un fine vita dignitoso:

 

DAL LIBRO: «Mi scusi Suor Concetta ma se il suo cane è malato, malato terminale, lei che fa? Non lo porta dal veterinario che, per farlo soffrire di meno, decide di ucciderlo, magari con una bella puntura letale, come la chiamano? Ah si, la morte dolce. E, quel cane, non è per caso una creatura di Dio, come me, come lei, come tutti questi uomini e queste donne in quest'ospedale? Cosa ho io di diverso da quel cane?»

«Piera, ascoltami – intervenne Suor Concetta seduta sulla sediolina di plastica bianca accanto al letto di Piera – queste parole sono peccato» 

«E perché non è peccato vivere così? Io non vivo più, ormai neanche la morfina riesce a darmi sollievo. Voglio morire, se avessi le forze mi ucciderei da sola ma non riesco neanche ad alzarmi per andare in bagno, se non ci fosse quella santa donna di Alina morirei anche di fame»

«Il suicido è peccato, l'eutanasia è peccato. Andrai all'inferno»

«Suor Concetta, ho fatto tanti di quei peccati in vita mia che gli architetti dell'inferno hanno già costruito un girone tutto per me»).

 

Piera racconta la sua vita a Suor Concetta e le racconta del suo unico grande amore, Lino, un medico di origine siracusane di cui è stata l'amate per tutta la vita, una vita sempre in guerra che l'ha vista sola, abbandonata da tutti, persino dal suo stesso sangue:

 

DAL LIBRO: “Di guerre nella mia vita ne ho fatte tante e le ho perse tutte. Ho affrontato operazioni e chemioterapie, tutto da sola. Adesso voglio vincere, non voglio aspettare di ridurmi in una larva umana, urlare di dolore e aspettare la morte. Ho già aspettato la vita e mi è bastato, adesso voglio mettere il punto finale, decisivo, a questo mio percorso fatto di alti a bassi, di felicità effimere, rubate. Lino non mi pensa più e forse è meglio così. In fin dei conti, cosa posso dargli adesso, solo dolore e nelle nostre vite ne abbiamo già avuto tanto.” 

 

BIOGRAFIA: Silvestra Sorbera, classe 1983, nata a Cuneo, residente a Torino, ha trascorso gran parte delle sua vita in svariate città della Sicilia. Laureata in scienze della comunicazione, ha iniziato il suo lavoro da giornalista presso la redazione siracusana del quotidiano La Sicilia collaborando inoltre con diverse testate. Nel 2007 si trasferisce a Torino dove continua a lavorare come giornalista per diverse testate ed emittenti locali. Attualmente dirige il magazine online Gocce di spettacolo. E' madre di un bambino di tre anni e mezzo al quale ha dedicato una favola pubblicata nel 2013. 

 

La guerra di Piera è la sua sesta opera letteraria.

 

OPERE: Commissario Livia (2009)

               Simone e la rana (2013)

               La forma dell'acqua. Camilleri tra letteratura e fiction (2013)

               Vita da sfollati (2014)

               Sicilia (2015) 

               La guerra di Piera (2015)

 

 

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                      388/7682179 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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