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Ragusa, 1 dicembre 2014 – Non è stato per niente facile, perché quando Cagliari con una bomba dell’ex Micovic si è portata sul 61-61 a 5’ dalla fine, le gambe avrebbero potuto tremare. 

Le ragazze di coach Molino hanno, tra le proprie armi migliori, anche l’esperienza giusta per affrontare questo tipo di situazioni. Ed allora l’intensità difensiva nelle ultime azioni si è alzata al massimo e le scelte in attacco sono state chirurgiche. La Passalacqua spedizioni Ragusa ha così portato a casa la decima partita consecutiva con il punteggio di 72-63, staccando anche il pass per le final four di Coppa Italia e continuando a restare, soprattutto, meritatamente da sola al comando della classifica. 

Se tra le padrone di casa hanno certamente pesato le non perfette condizioni di Walker, che non si era allenata per tutta la settimana per un problema ad un piede, il Cus Cagliari ha dimostrato di essere squadra quanto mai solida, perfettamente in grado di conquistare obiettivi di sicuro interesse. Proprio in questo senso, a fine partita, coach Molino ha ribadito un concetto fondamentale: “Da noi si aspettano tutti grandi risultati, e magari il tifoso pensa che ormai in Italia ci sia soltanto la partita tra noi e Schio, e invece non è affatto così. 

Per vincere ogni partita dobbiamo mettere in campo una grande prestazione. Per quanto riguarda la partita – ha proseguito il tecnico biancoverde - ci sono i meriti di Cagliari prima ancora di una partita nostra con qualche pausa: loro hanno tirato con buone percentuali, noi non eravamo brillanti come al solito; tra l’altro se per varie ragioni non riesci ad allenarti in dieci non lo paghi nella singola partita ma certamente alla lunga sì. Ed in questo senso, prima la febbre di qualcuna, poi la condizione fisica di qualcun’altra, non ci hanno fatto allenare come volevamo e dovevamo. 

Siamo comunque soddisfatti per avere conquistato per il secondo anno consecutivo le final four di coppa Italia e adesso ci aspetta un’altra grande partita a Venezia”.

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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