«Sono stata umiliata, vessata, calpestata, minacciata, tradita. Bastava anche uno sguardo a lui non gradito, e giù botte. Per tante, tante volte. E per nessun motivo. Tu non capisci niente, tu non devi fiatare, tu devi fare quello che dico io. Tu non devi parlare con le tue amiche, tanto sono tutte puttane. Tu non devi. Tu non fai. Tu non sei.
Sono Sara, e come me anche Vanessa, Giulia, Chiara, Elisa. Tutte donne che abbiamo subito la forza inane e brutale di quell’uomo che diceva di amarci e che voleva proteggerci. Quello stesso uomo ci ha schiaffeggiato, derise, picchiate, ci ha prese a pugni, a spintoni, a calci, tirato i capelli, annullate come donne, come madri, abnegandoci come persona. Questa è la tragica realtà. Alcune di noi non saremo mai madri, né potremo vedere un tramonto, né vedere sorgere il sole, né ammirare le stelle in cielo, né gioire o condividere.
Quel carnefice che diceva di amarci ha reso la nostra vita un vero inferno, in quella stessa casa che doveva regalare amore e calore e invece, per troppe di noi, è stata la tomba».