Spettacolo
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Quattro chiacchiere con Alessandro Sittinieri, concorrente de L'Eredità, condotto da Flavio Insinna

 

Ragusa, 23 marzo 2020 – Sembra davvero complicato al momento parlare e scrivere di tante cose. Eppure, in qualche modo, occorre vivere le giornate come meglio si può, restando a casa e, perché no, rivivere alcuni ricordi e raccontare delle storie. Questa volta il protagonista è un ragusano doc, Alessandro Sittinieri, avvocato, di 49 anni, che qualche settimana fa ha partecipato, come concorrente, al programma televisivo “L’Eredità”. In quel periodo, ancora non si parlava insistentemente di Coronavirus anche se già si percepiva che sarebbe cambiato qualcosa. Andiamo con ordine e facciamo quattro chiacchiere con Alessandro Sittinieri.

Come mai ha deciso di partecipare al programma l’Eredità?

Tutto è nato per caso. All’inizio del mese di gennaio di quest’anno ho assistito allo spettacolo teatrale La macchina della felicità che Flavio Insinna ha portato al teatro Donnafugata di Ragusa Ibla e da lì è nata l’idea di proporre, quasi per gioco, la mia domanda per partecipare alla trasmissione.

 

Per partecipare, suppongo che è un fan di questo programma?

A dir la verità, fino a poco tempo fa seguivo saltuariamente il programma e, soprattutto, nella parte finale, cioè non avevo mai visto una puntata intera; dopo avere saputo che avrei partecipato come concorrente, ho iniziato a registrare tutte le puntate per studiare meglio le regole e le dinamiche dei giochi.

 

Spieghi come si è svolta la sua partecipazione (richiesta, arrivo, registrazioni)?

Come detto, all’inizio del mese di gennaio ho inviato la richiesta di partecipazione e già il 20 gennaio ho sostenuto un provino a Catania. In una sola mattinata eravamo circa 400 partecipanti e non immaginavo certamente di essere scelto. All’inizio del mese di febbraio mi hanno contattato dalla redazione del programma comunicandomi che avrei registrato la mia puntata il 20 febbraio a Roma. Sono arrivato in hotel la sera prima e mi sono subito immerso nel clima della trasmissione, in quanto a cena ho già avuto la possibilità di conoscere i miei avversari (alcuni noti perché li avevo visti in tv ed altri completamente nuovi) e con alcuni di loro è nata poi una simpatica amicizia. L’indomani mattina, di buon ora, siamo stati accompagnati presso gli studi Rai, intitolati a Fabrizio Frizzi, ed è stato un vorticoso susseguirsi di eventi (riunione con gli autori, trucco, scelta dei vestiti tra quelli che ciascuno di noi aveva portato, vestizione, spuntino veloce), sempre scortati da qualcuno della redazione che ci sosteneva e si preoccupava di tenerci sempre allegri ed attivi perché, come ci ripetevano spesso, ‘il successo della trasmissione dipende da noi’. Non sono mancati anche gli attimi di svago, durante i quali si aveva la possibilità di girare per i corridoi del centro di produzione ed incontrare tanti personaggi famosi che registravano altre trasmissioni negli studi vicini (La prova del cuoco, Vieni da me, la Corrida).

 

Quali sono stati i momenti più divertenti ed emozionanti?

Sicuramente il momento dell’ingresso in studio ed il passaggio sotto la gigantografia di Fabrizio Frizzi che sovrasta la porta di accesso. Una grande emozione! Come è stata sicuramente una grande emozione salire gli scalini e ritrovarmi per la prima volta all’interno dello studio che fino ad allora avevo visto solo in tv. Dopo la prova microfono e la ripresa di alcuni primi piani, si ritornava dietro le quinte ed i minuti che passavano prima dell’inizio della registrazione sembravano un’eternità e la tensione si accumulava sempre di più, ma appena rientrati in studio era Flavio Insinna a metterci a nostro agio ed improvvisamente, almeno per me, passava ogni tensione e preoccupazione e si iniziava a giocare e a divertirsi. Poi era l’adrenalina a fare il resto. Come ogni quiz televisivo, c’è sempre il rischio e la preoccupazione di poter uscire subito dal gioco ed io ho rischiato di essere eliminato dopo il primo turno, ma dopo aver superato lo scontro-spareggio con un altro concorrente, sono andato dritto fino alla fine. Avendo partecipato a tre puntate, due delle quali registrate nella stessa giornata, devo dire che ho poi imparato a gestire meglio le tensioni e le attese e questo mi ha aiutato a godermi ancora di più questa esperienza.

 

Qual è il gioco che le piace di più e quello che non le è piaciuto?

Sicuramente non mi piace il primo gioco sugli abbinamenti perché spesso è molto impegnativo e ti fa rischiare subito di uscire dopo pochi minuti; mentre il gioco che a me piace di più è il ‘triello’ perché ci si può confrontare su svariate materie e anche perché fino all’ultimo può stravolgere le posizioni in campo.

 

Nella prima puntata sei arrivato fino ai calci di rigore, cosa hai provato in quei momenti?

Si, nella prima puntata sono passato dal rischio di essere eliminato al primo gioco, alla possibilità di giocarmi la vittoria della puntata partecipando ai calci di rigore. Devo dire che ho affrontato questa fase del gioco con molta tranquillità, in quanto era già una grande soddisfazione per me trovarmi allo scontro finale ed essere rimasto tra i primi due concorrenti, rispetto ai sette iniziali. Purtroppo, mi sono trovato di fronte Benedetta, una concorrente fortissima, reduce da ben trenta puntate, che mi ha sconfitto non permettendomi di arrivare alla ghigliottina finale. Mi ritengo ugualmente soddisfatto per quello che sono riuscito a fare.

 

A distanza di settimane, rifarebbe questa esperienza? Cosa le è rimasto?

Purtroppo, in base al regolamento, per partecipare nuovamente dovrò aspettare almeno 4 anni e non escludo che un giorno ci riproverò, se non altro per rivivere nuovamente un’esperienza unica nel suo genere, perché ti permette di vivere da protagonista tutto quello che sta dietro la preparazione di un programma televisivo e quello che si vive durante la registrazione. Una puntata de L’Eredità dura circa un’ora, ma per registrarla sono necessarie circa due ore perché sono incluse alcune pause tra un gioco e l’altro, soprattutto per il cambio di scena tra il triello ed i cosiddetti calci di rigore.

 

Già nelle registrazioni si parlava del virus. Come ci si comportava al riguardo?

La mia ultima puntata l’ho registrata lunedì 24 febbraio, quando iniziavano già a circolare le notizie sui primi decessi in Italia; chiaramente c’era molta preoccupazione e si erano presi alcuni accorgimenti a livello igienico, ma già si percepiva che ci sarebbero state difficoltà a reperire nei giorni successivi i concorrenti, tant’è che, per quello che è a mia conoscenza, ieri, 22 marzo è stata mandata in onda l’ultima puntata che è stata registrata, dopodiché saranno mandate in onda repliche di puntate precedenti.

 

Ha avuto la possibilità di parlare e di confrontarsi con Flavio Insinna durante le registrazioni delle tre puntate a cui ha partecipato?

Durante le tre puntate a cui ho partecipato ho parlato spesso con Flavio, confessandogli che la mia decisione di partecipare al programma era nata dopo averlo visto a teatro ad Ibla, il Teatro Donnafugata, e questa cosa gli è talmente piaciuta che la raccontava allo staff della redazione ed alle ‘professoresse’. Abbiamo parlato molto di Ragusa e, soprattutto, di Ibla e dello splendido Duomo di San Giorgio che gli sono piaciuti talmente tanto da avermi confidato di essersi seduto su una panchina e di averlo guardato estasiato per svariati minuti.

 

Se dovesse descrivere questa esperienza con un aggettivo, quale sceglierebbe?

Unica ed indimenticabile. 

 

Lucia Nativo

 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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