Economia e Lavoro
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Ragusa, 23 gennaio 2015 – Sono indignati gli imprenditori agricoli della provincia di Ragusa. Indignati per questa «ennesima batosta su un settore, quello agricolo, in crisi da anni e colpito a più riprese dalle calamità naturali e da squilibri di mercato». 

Il presidente di Confagricoltura Ragusa Sandro Gambuzza, interviene con decisione a conclusione del Direttivo provinciale, sull’Imu  per i terreni agricoli. «Abbiamo quantificato in oltre 12 milioni di euro l’eventuale prelievo per la provincia di Ragusa. Questa sarebbe la goccia che fa traboccare il vaso. L’agricoltura è vista solo come un bancomat: gli imprenditori agricoli le tasse le hanno sempre pagate, ma sono stufi che si tenga in considerazione l’agricoltura solo quando si parla di fare cassa per il Governo e raramente delle vere necessità degli agricoltori».

L’esempio che fa Gambuzza è calzante «L’Imu sui terreni  equivale spesso ad un bollo auto che vale più della vettura: qui si paga ben oltre quanto si può ricavare da terreni spesso marginali e poco produttivi. “

«Siamo allibiti – tuona Gambuzza- . Il Tar, contrariamente alle aspettative, non ha prorogato la sospensione e il Consiglio dei ministri non ha deciso nulla, abbandonando gli agricoltori al loro destino.”

Ora si rischia il caos: «Con tre giorni per onorare la scadenza, per le associazioni è materialmente impossibile fare conteggi e calcoli. Gli agricoltori ci stanno chiamando preoccupati. Se decidono di pagare lo faranno in ritardo, incappando nelle sanzioni. Ma il rischio è anche che paghino una tassa che potrebbe essere revocata».

«Non è solo un problema di rinvio, che è il minimo – precisa l’Associazione degli imprenditori agricoli ragusani – questa è una tassa da abolire. Noi non diciamo che non ci siano tagli da fare in agricoltura, ci sono centinaia di enti da abolire, ma il loro mantenimento non lo possono pagare gli agricoltori. Il problema è anche il mondo agricolo che troppo spesso non viaggia unito, non tutte le associazioni sono disposte a fare questa battaglia».

Nell’incertezza più totale, l’invito è ad attendere: «Agli agricoltori diciamo di aspettare a pagare, nell’attesa di sviluppi. Se invece, malauguratamente, la scadenza non venisse almeno prorogata, allora ci appelliamo allo statuto del contribuente, chiedendo di non far pagare le sanzioni previste considerando l’incertezza applicativa che vige sulla materia».

 

Sandro Gambuzza

 

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Paul Valéry