Economia e Lavoro
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Ragusa, 2 dicembre 2016 – VA in pensione il segretario generale della Camera di Commercio di Ragusa, dott. Carmelo Arezzo.

Nell'occasione, Arezzo ha inviato questa lettera.

 

Da lunedì 5 dicembre lascio per essere collocato, su mia richiesta, in quiescenza la Camera di Commercio di Ragusa, ente presso il quale ho lavorato dal 1987, prima come dirigente e poi, dal dicembre del 2003, come Segretario Generale.

Sono stati anni di grande impegno, particolarmente intensi sia per le trasformazioni che le Camere di Commercio e l’intero sistema che ad esse fa capo hanno vissuto in questi trent’anni sia per la velocissima evoluzione tecnologica ed organizzativa che la realtà mondiale ha registrato.

Sono stati per me anche anni che oltre a darmi tante gratificazioni che non potrò mai dimenticare, mi hanno permesso di osservare con un occhio particolare le trasformazioni economiche e sociali di questa nostra incantevole provincia.

Ho avuto modo di cogliere la grande capacità delle imprese, le piccole e medie imprese di un territorio vivace, laborioso e dinamico, di confrontarsi con le sfide dei mercati globali e della pressante esigenza di innovazione. Sono state loro, queste imprese chiamate a fare rete ed ad organizzarsi anche prima che l’evoluzione normativa e funzionale dei sistemi produttivi prevedesse forme vincenti di aggregazione, a rendere possibile quel momento di entusiasmante affermazione del territorio che era insita nel concetto di “sud-est” in questo periferico angolo di Sicilia che registrava valori di crescita e di sviluppo quasi pari a quelli di certe aree più fortunate e più strutturate del Nord del Paese. In quel periodo abbiamo provato a stare a fianco delle imprese e del loro mondo associativo, investendo in iniziative e programmi che potessero agevolare il loro sforzo creativo e la loro voglia di farcela. Rappresentano -a guardarli oggi- gli anni più esaltanti di una lunga esperienza comunque felice.

Ho vissuto gli anni della telematizzazione della Pubblica Amministrazione, della capacità di certi rami dell’apparato pubblico, ed in questo ambito le Camere di Commercio si sono certamente affermate come protagoniste, a digitalizzare e rendere realmente più semplice, più economico, più rapido e più trasparente il rapporto delle imprese con gli adempimenti amministrativi in quel settore centrale della regolazione del mercato e del sistema produttivo che è rappresentato dal Registro delle Imprese, realizzato a costo zero per le casse dello Stato dalle Camere di Commercio dando vita ad uno strumento di pubblicità commerciale e imprenditoriale che oggi l’intera Europa ci invidia.

Ho vissuto gli anni dello sforzo del mondo produttivo di capire che il confronto con i mercati non poteva fermarsi al consumo locale e che si imponeva per ragionare in modo più aperto e più in

sintonia con le sfide del nuovo millennio, provare ad organizzarsi in modo diverso privilegiando la qualità, l’immagine, il marketing, l’innovazione di prodotto e di sistema. Ed anche in questo caso sono state tante le occasioni in cui il mondo delle imprese di questo territorio ha risposto con entusiasmo e disponibilità.

Ho vissuto gli anni in cui l’assoluta assenza infrastrutturale di un territorio, per tanti altri motivi segnato dalla buona sorte, ha largamente penalizzato gli sforzi di tanti operatori e di tante imprese, ma anche quelli più recenti in cui qualcosa si è finalmente mosso verso una logistica dei trasporti più funzionale: un aeroporto in piena attività certo tra luci ed ombre, un porto commerciale in grado di dire la sua per lo sviluppo di alcuni comparti, un porto turistico idoneo a fare sistema con la scommessa turistica di una zona riconosciuta patrimonio dell’Unesco, una preannunciata strada da Catania a Ragusa che potrebbe presto diventare realtà.

Ho vissuto anche in ultimo gli anni di una riforma del sistema camerale erroneamente condizionata da inutili criteri di spending review che sono del tutto estranei ad enti che non hanno mai pesato sulla fiscalità generale, che non hanno mai ricevuto un euro dallo Stato o dalla Regione, che hanno recuperato le loro entrate, in grado di far funzionare una macchina complessivamente apprezzata, attraverso soltanto un onere annuo di meno di cento euro ad impresa, per la quasi totalità delle imprese iscritte.

Ho vissuto questi ultimi anni che sembrano voler imporre in questa logica riformista, nuove geografie con gli accorpamenti delle Camere per ridurre i costi e renderle più sostenibili sul piano economico, e che lasciano intravedere come imminente la Camera di Commercio accorpata di Catania, Ragusa e Siracusa, scelta che mi lascia la grande preoccupazione che nella logica della soppressione o del ridimensionamento dei corpi intermedi il Paese rischi di allontanare i centri decisionali -e quanti devono favorire le scelte dello sviluppo- dalla base, dai cittadini, nel nostro caso dalle imprese.

Porto a casa il bilancio esaltante di tanti incontri, di tante esperienze, di tante attività, di una crescita personale che non posso che considerare preziosa e della quale sento di essere debitore nei confronti di quanti hanno amministrato il mio ente in questi anni, nei confronti di chi mi ha preceduto nella Segreteria Generale, nei confronti del personale che mi ha affiancato fino ad oggi nell’impegno quotidiano nella nostra bellissima sede di piazza Libertà,

Ma un grazie finale, enorme e sincero, lo devo agli operatori dell’informazione, ai miei “colleghi”, che ho visto anche loro trasformarsi in questi anni dalla egemonia della carta stampata alla rivoluzione delle televisioni locali e della voce amica dentro i nostri tinelli, alla nuova sfida, forse ancora gracile, del web. Senza il sostegno, la critica, l’amplificazione, l’aiuto che è venuto dalla informazione –che in questa provincia si caratterizza per serierà e per lungimiranza- anche l’azione e la presenza della Camera di Commercio di Ragusa che ho avuto il grande onore di dirigere non sarebbero state le stesse e non avrebbero raggiunto i traguardi ed i risultati che è stato possibile conseguire nell’interesse della comunità provinciale.

Con sincera stima e riconoscenza, Vi invio i miei più cordiali saluti

Carmelo Arezzo, Segretario Generale

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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