Religione
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«I segreti del linguaggio del bosco per capire e custodire la natura»

 

Ragusa, 17 ottobre 2014 – Quest’anno la Diocesi di Ragusa celebra a Randello il 19 ottobre, a partire dalle 9.30, la sua seconda giornata della Custodia del Creato dal titolo “I segreti del linguaggio del bosco per capire e custodire la natura”. Una visita guidata in cinque tappe al bosco e alla spiaggia dell’area protetta: la prima tappa, “Ci prendiamo cura della natura”, sarà curata dall’agronomo Pippo Re, la seconda, “Ci prendiamo cura delle piante”, da un responsabile del corpo forestale. Sulla ‘Spiaggia di Randello’ la terza tappa, “Ci prendiamo cura delle dune e del mare”, affidata ad un biologo, la quarta, “Ci prendiamo cura della salute di città e cittadini”, al docente universitario Giampaolo Schillaci che approfondirà il tema della 9a Giornata nazionale (Educare alla custodia del creato, per la salute dei nostri paesi e delle nostre città) e l’ultima, “Ci prendiamo cura del Creato”, presso la ‘Torretta di avvistamento’ a cura di Orlando Lombardi, membro dell’Ufficio diocesano di Pastorale sociale e del lavoro. Sarà presente per il saluto di benvenuto il Vescovo di Ragusa, mons. Paolo Urso. 

 “Il senso della celebrazione della giornata per la Custodia del Creato – sostiene Renato Meli, direttore dell’Ufficio diocesano pastorale sociale del lavoro -  è stimolare e suscitare un’attenzione quotidiana di tutti e di ciascuno verso la straordinaria bellezza della nostra terra, spesso danneggiata dallo scarso senso di responsabilità, per tutelarla, valorizzarla, fruirla ed ereditarla alle future generazioni.”

“Assistiamo spesso a disastri dovuti anche all’incuria – continua Renato Meli -  e allo sfruttamento selvaggio del territorio che esigono, da parte delle Istituzioni, politiche di prevenzione e uno sviluppo ripensato nel rispetto dell’ambiente, ed impongono, a ciascuno di noi, ‘nuovi stili di vita’. Ciò che in sintesi veniva annunciato da Giovanni Paolo II come ‘conversione ecologica’. Recentemente anche Papa Francesco ci ha esortato ‘a prenderci cura della fragilità del popolo e del mondo in cui viviamo’ come sentinelle che realizzano una capillare presenza sul territorio. Solo una rinnovata amicizia tra uomo e ambiente sarà la via possibile per la salute dei nostri paesi e delle nostre città.”

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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