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Anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa: 29 agosto - 1 settembre

Siracusa, 28 agosto 2014 – Entrano nel vivo domani le celebrazioni per il 61° Anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa.
Domani, primo giorno della Lacrimazione (29 agosto-1 settembre), l'Arcivescovo di Siracusa Mons. Salvatore Pappalardo presiederà la celebrazione eucaristica alle ore 8.00 all'Oratorio in via degli Orti. 

Subito dopo l'Arcivescovo dedicherà una via a Mons. Ottavio Musumeci, primo segretario pro-erigendo Santuario.
Alle ore 18.00, raduno dei fedeli delle comunità parrocchiali del Vicariato di Palazzolo in via degli Orti – Processione con il Reliquiario verso il Santuario. Alle ore 19.00 Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Marcello Semeraro, Vescovo di Albano, e concelebrata dai presbiteri delle comunità parrocchiali del Vicariato di Palazzolo. Saranno presenti anche le dame, i barellieri e gli amici dell’Unitalsi e il gruppo diocesano “Movimento Apostolico Ciechi”.
Alle ore 21.30 Sport e fede "Pedalando nella storia con Maria", con la partecipazione della compagnia teatrale Comica di Siracusa (raduno ai piedi della scalinata della Basilica a partire dalle 21.00); alle ore 21.30 tradizionale pellegrinaggio della Parrocchia San Tommaso Apostolo al Pantheon guidato dal parroco padre Paolo Manciagli.
"Gesù ci invita a non piangere e lo chiede attraverso il pianto di sua Madre - ha scritto l'Arcivescovo nel suo messaggio -. L’appello a non piangere evidentemente presuppone le varie situazioni di dolore e di sofferenza in cui versano molte delle nostre vite. Non si tratta di un superficiale invito a dimenticare le difficoltà o a soprassedervi, ma a volgere con speranza lo sguardo ad una via d’uscita dalle strettoie della sofferenza: la gioia del Signore che diventa la nostra forza".

Messaggio 61° Anniversario Lacrimazione di Maria a Siracusa: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!» (Ne 8,9).

 

Carissimi fratelli e sorelle,

l’incipit di questo mio messaggio è tratto dal libro di Neemia. Sono i difficili anni della metà del VI sec. a.C.. Il governatore Esdra e il sacerdote Neemia invitano

il popolo d’Israele, tornato a ricostruire e a ripopolare la città di Gerusalemme dopo il lungo e sofferente esilio babilonese, a cessare di piangere: il popolo infatti,

ascoltando le parole della Legge, continuava a versare lacrime. La ragione della sospensione delle lacrime è dettata unicamente dalla gioia: «Non vi rattristate,

perché la gioia del Signore è la vostra forza» (Ne 8,10). La gioia di essere del Signore, la gioia di vivere il giorno a Lui consacrato, la gioia di appartenere a un

popolo di salvati asciuga le lacrime arrestandone il cammino! «Ecco, quello degli Israeliti era pianto di gioia per il tempio ricuperato, per la libertà riacquistata»

(san Giovanni Paolo II, Omelia, Siracusa 6 novembre 1994).

Carissimi, vuole essere proprio questo il tema del 61° anniversario della lacrimazione di Maria nella nostra città di Siracusa: non piangete perché la

gioia è la vostra forza! Potrà forse apparire paradossale o quanto mai strano ricordare l’evento del pianto di Maria con questo imperativo negativo che ci ordina

di smettere di piangere. Ma ben si conforma alla condizione di beatitudine in cui eternamente vive Maria nostra Madre e ancor meglio si adatta alla narrazione

del Vangelo con i ripetuti appelli di Gesù a sospendere il pianto (Lc 7,13; Lc 8,52; Lc 23,28). È Maria stessa che piangendo ci chiede di non piangere: lo fa Lei

per noi! Piange le nostre lacrime e ci invita con le sue a gioire pregustando fin da ora l’ingresso nella Gloria, quando ogni lacrima sarà da Dio asciugata (Is 25,8;

Ap 21,4). Maria, piangendo a Siracusa silenziosamente, riscrive la chiara sollecitazione di Gesù a non piangere: le sue lacrime sono anche un segno della gioia.

Gesù ci invita a non piangere e lo chiede attraverso il pianto di sua Madre. L’appello a non piangere evidentemente presuppone le varie situazioni di dolore

e di sofferenza in cui versano molte delle nostre vite. Non si tratta di un superficiale invito a dimenticare le difficoltà o a soprassedervi, ma a volgere con

speranza lo sguardo ad una via d’uscita dalle strettoie della sofferenza: la gioia del Signore che diventa la nostra forza. Papa Francesco, a tal riguardo, così ha

sapientemente ricordato a noi tutti: «La gioia si adatta e si trasforma, e sempre rimane almeno come uno spiraglio di luce che nasce dalla certezza personale di

essere infinitamente amato, al di là di tutto. Capisco le persone che inclinano alla tristezza per le gravi difficoltà che devono patire, però poco alla volta bisogna

permettere che la gioia della fede cominci a destarsi, come una segreta ma ferma fiducia, anche in mezzo alle peggiori angustie» (Evangelii gaudium, 6).

Carissimi, Vi invito a prendere visione del ricco calendario di appuntamenti del prossimo 61° anniversario della lacrimazione, che anche quest’anno sarà

impreziosito dalla presenza di Pastori della Chiesa che aiuteranno a comprendere il significato di quel misterioso pianto e che tracceranno nuove vie di impegno

e di corale responsabilità: Sua Ecc.za Marcello Semeraro, Vescovo di Albano, Sua Ecc.za António Augusto dos Santos Marto, Vescovo di Leiria-Fatima, Sua

Beatitudine Fouad Twal, Patriarca di Gerusalemme e Sua Em.za il Cardinale Walter Kasper, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per la promozione

dell’unità dei cristiani, che presiederà la celebrazione eucaristica conclusiva lunedì 1 settembre.

In attesa di rincontrarci, esortandovi a non rattristarvi, perché la gioia del Signore è la nostra forza, Vi benedico di cuore.

 

                                                               † Salvatore Pappalardo, Arcivescovo di Siracusa

 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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