Cultura
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Il presidente del Centro Studi “Feliciano Rossito” fa sapere che giovedì 15 marzo 2018, alle ore 17.15 presso l’Auditorium del Centro stesso (Via Ettore Majorana, 5 – Ragusa), gli attori di Teatro Utopia: Marco e Pippo Antoci, Pino Arestia, Monica Bisceglia, Ornella Cappello, per la regia di Giorgio Sparacino, leggeranno brani dell’opera teatrale “Vecchi sentieri o-ever green” di Giorgio Occhipinti.

Coordinerà l’incontro Giuseppe Nativo. Sarà presente l’autore che concluderà la serata. 

Gli intervenuti riceveranno in omaggio una copia dell’opera. Al termine dell’evento, sarà servito il “Ristoro dei Mietitori” nella saletta al primo piano. 

“Vecchi sentieri o-ever green” (Ed. Centro studi “F. Rossitto”, Ragusa 2017, pp. 84) è l’opera teatrale di Giorgio Occhipinti, figlio degli iblei, al suo quarto volume, che ancora una volta è in linea con i temi sviluppati nelle opere precedenti. Egli riprende sia il mito, “inteso come grande biblioteca storico-culturale” (come annota in prefazione Lucia Trombadore), sia il conflitto legato alla “attrazione degli opposti”, al “fascino della diversità” che trovano nell’amore – talora sfrenato – il punto di convergenza. E’ qui che entra in gioco, elaborata dall’autore, la particolare architettura scenica che assomiglia ad una sorta di metateatro, ovvero teatro nel teatro.

L’opera è suddivisa in tre parti dove i personaggi si incontrano, discutono, talora litigano e talaltra si riappacificano. E’ il palcoscenico che si interseca con la vita. In tale “mimetismo totale”, per dirla con Giorgio Albertazzi, in cui “i personaggi sono ombre”, emerge dirompente il conflitto terribile tra passione e ragione che ha accompagnato di continuo il rapporto tra Liz Taylor e Richard Burton (nel film “Cleopatra” 1963); il conflitto uomo-donna dove l’eterno contrasto tra i due sessi viene scandito da una esuberanza verbale, da slanci vitali e situazioni bizzarre (Taylor-Bisbetica domata e Burton-Petruccio). Nella terza ed ultima parte è di scena l’Hotel San Domenico di Taormina testimone, nel 1967, del tempestoso e, nel contempo, amoroso, rapporto tra la Taylor e Burton tra emozioni vere ed emozioni false in cui “spesso l’attore si confonde con il personaggio, e si confondono allora i ruoli con la realtà”.

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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