Cultura
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  • Argomento: Scuola

Lezione sulla lotta al Cyberbullismo per gli alunni del Comprensivo Berlinguer (al Plesso Fratelli Grimm, di Via Diodoro Siculo, Ragusa), nell'ambito di un progetto di rete per le  scuole della città. Docente l'Ispettore Giorgio Carpenzano

 

Ragusa, 9 novembre 2022 — «Il cyberbullismo è un reato…», anzi si configura in una lunga serie di reati penali (dalla sostituzione di persona, alla minaccia, all’induzione al suicidio, alla diffamazione, all’odio razziale…).

Con questa idea di fondo, oggi, al Plesso “Fratelli Grimm” dell’Istituto Comprensivo “E. Berlinguer” di Ragusa (in Via Diodoro Siculo) l’Ispettore della Polizia Postale, Giorgio Carpenzano, ha spiegato ai ragazzi molte cose utili per la conoscenza di questa piaga sociale contro cui non solo la Polizia ma anche l’intera società – e quindi anche la famiglia e la scuola – è obbligata a confrontarsi.

Carpenzano ha mostrato con esempi reali tratti dall’attività quotidiana degli investigatori e con supporti video cos’è il Cyberbullismo, in cosa si distingue dal “normale” (è un eufemismo) bullismo, come si combatte, quali sono le tecniche investigative, come si riconosce e si può cercare di evitarlo.

Molta attenzione da parte dei ragazzi (erano presenti le classi quinte della Primaria e quelle di Seconda media) che sono stati attenti, consapevoli del fenomeno, ed hanno posto domande precise e coerenti. Infatti, questo è il portato di un ampio progetto didattico che l’Istituto comprensivo sta portando avanti in rete, in sinergia con altri istituti scolastici della città e con iniziative particolari, volute dalla dirigente, prof. Carmela Sgarioto, volte, appunto, ad una comprensione concreta del problema e ad una lotta strenua allo stesso. Il progetto (scuola capofila l’Istituto Paolo Vetri) prevede anche un corso di formazione per i docenti in collaborazione con l’Associazione Meter, il dottor Carmelo Di Stefano e la Polizia Postale. 

I ragazzi erano accompagnati da alcuni insegnanti, tra cui il prof. Antonino Tringali, le prof. Emanuela Cappello, Lia Venezia, Monia Paparazzo, Maria Chessari, che si occupano del progetto nell’ambito del quale si è svolta la speciale lezione di questa mattina. Del progetto fanno parte anche i docenti Daniela Iacono, Adriana Carfì, Silvana Battaglia, Anna Maria Lacarrubba.

Sono previsti altri importanti momenti, altre tappe, e l’attenzione costanze a prevenzione e lotta ad uno dei mali più insidiosi della società moderna, perché, come ha sottolineato Carpenzano, «La nostra vita online non è solo virtuale, è invece parallela alla vita di tutti i giorni», quella reale, da cui la prima è talmente intrecciata da non poter essere facilmente districata.

È importante che si siano dato molto risalto all’aspetto penale del fenomeno e i ragazzi hanno mostrato di aver capito quanto un’apparentemente innocua apertura di un profilo social possa configurare anche una serie si reati per cui sono previste pene severe e che sicuramente possono sconvolgere l’esistenza sia delle vittime sia degli stessi “bulli”, a volte inconsapevoli di tutto questo. Perché non si tratta mai di “ragazzate”, di “scherzi innocui”: ogni azione ha una conseguenza, e bisogna pensare prima di agire e diffidare di chi non si conosce bene, senza per questo credere che esista solo il Male, perché anche il “bullo” si può redimere e perché la vittima può e deve essere tutelata. «I ragazzi – ha concluso l’Ispettore – devono sapere che hanno qualcuno a cui rivolgersi, in primis gli amici, i genitori e la Polizia di Stato», tramite, per es. l’App Youpol e il contatto diretto con le forze dell’ordine (in particolare la Questura di Ragusa); e in questo senso la scuola e gli insegnanti sono i primi referenti per la tutela dei minori.

 

Salvo Micciché

 

 

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Paul Valéry