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Siracusa, 14 ottobre 2014 – IL’Associazione Culturale Lamba Doria e il 62° Reggimento Fanteria “Sicilia”, appartenente alla Brigata meccanizzata “Aosta”, organizzano per il 16 ottobre 2014, la giornata studio sugli eventi bellici che coinvolsero il territorio di Solarino durante le operazioni belliche del 10 luglio 1943.

L’iniziativa in ricordo dello storico e cultore degli eventi bellici di Solarino Dott. Orazio Sudano, vedrà la rievocazione storica della Battaglia sui i siti che videro il Regio Esercito italiano resistere con onore alle forze inglesi superiori di numero e di mezzi. Partenza prevista per le 9,30 dalla Piazza Plebiscito a Solarino con propri mezzi. In caso di condizioni atmosferiche sfavorevoli, l’iniziativa è rimandata a nuova comunicazione.

 

Un sunto della battaglia di Solarino, tratto dal libro "Solarino nella seconda guerra mondiale", di Orazio Sudano, anno 1993 editore sconosciuto:

«Solarino, nel luglio del 1943, subito dopo lo sbarco angloamericano in Sicilia fu coinvolta in una sanguinosa battaglia, nella quale il sacrificio e l’eroismo dei reparti italiani, furono inutili di fronte al peso schiacciante e alla superiorità numerica delle forze occupanti. Protagonista principale di quella battaglia particolarmente al 12 ed al 13 luglio, fu il colonnello Ronco, comandante del 75° Reggimento Fanteria con i suoi uomini. 

I combattimenti: all’annuncio, relativo agli alianti, che era stato dato alle ore 3, il comandante del 16° Corpo d’Armata Generale Carlo Rossi, su istruzioni del comandante della 6 Armata Generale Alfredo Guzzoni, fece muovere da Canicattini Bagni il 1° Battaglione del 75° Reggimento Fanteria, comandato dal Maggiore Vincenzo Guzzardi, che ricevette il compito di incunearsi sulla strada Cassibile-Siracusa. Attaccato, però, da carri armati inglesi che avevano preso terra a Fontane Bianche, il Battaglione fu costretto a ripiegare su Floridia.

Alle ore 8, il Generale Rossi comunicò che avrebbe provveduto, fra l’altro a fare scendere da Palazzolo Acreide, sulla direttrice Solarino-Floridia-Siracusa, il 75° Reggimento Fanteria, rinforzandolo con artiglieria motorizzata. Alle ore 12,45 circa, da Palazzolo Acreide il colonnello Francesco Ronco comandante del 75° Fanteria alla testa del 2° Battaglione, si mosse alla volta di Siracusa e, per guadagnare tempo, d’accordo con il comandante della Fanteria Divisionale che aveva ricevuto gli ordini, decise di iniziare quella che avrebbe chiamato la “marcia della speranza”; a piedi, salvo a caricare le truppe allorché le avessero raggiunte gli autocarri che erano stati richiesti per rimpiazzare quelli distrutti dai bombardamenti inglesi, però non giunsero perché sbagliarono strada. 

In contrada Bibbinello, verso le ore 14,30, ricomparvero aerei inglesi che mitragliarono a bassa quota sui reparti in marcia; le perdite furono ingenti. Il colonnello Ronco ordinò al ten. col. Giovanni Sisino siracusano, comandante del 2° Battaglione di riordinare le truppe e si avviò verso Solarino dove, nel frattempo, era giunta la sua Compagnia costituita da ciclisti. A Solarino a rinforzo del 75° Fanteria fu mandato il ten.colonnello Massimo D’Andretta, comandante del Gruppo Mobile “D” giunto da Misterbianco. Il giorno 11 (domenica), si presentò anche il comandante del Battaglione mortai della Divisione “Napoli” ten. colonnello Dejan. Infine giunse a Solarino una batteria contraerei da 20 mm, che venne schierata sulle alture a nord dell’abitato.

Le tre nuove unità di rinforzo erano così costituite:
il Gruppo Mobile D di Misterbianco: da una Compagnia cannoni da 47/32, una Compagnia moto mitraglieri, una Compagnia autotrasportata, una Compagnia carri Armati Renault R 35, una batteria da 75/18, una sezione Flak tedesca (due pezzi da 88 e due mitragliatrici).
Alle ore 4,30 del 11 luglio, il colonnello Ronco impartì gli ordini per la ripresa dell’avanzata su Siracusa ed alle ore 6, la colonna attestata fra Solarino e Floridia riprese la marcia verso Floridia, mentre la colonna corazzata britannica le mosse incontro.

I combattimenti ebbero inizio alle ore 6,30; le truppe britanniche, fermate di fronte, tentarono l’aggiramento del ponte Diddino dove si ebbe un aspro scontro; alle ore 11,30 aumentando la pressione inglese, una sezione tedesca Flak da 88 mm, in contrada Cugno Cardone, caduto il suo comandante fece saltare i pezzi e si ritirò. Anche l’altra sezione tedesca Flak venne distrutta, a ridosso della masseria Corruggi. In questo modo per non cadere accerchiati il colonnello Ronco diede ordine di ripiegamento sulle alture prossime a Solarino. Il 12 luglio alle ore 5 l’azione britannica riprese, preceduta da intenso fuoco d’artiglieria e mortai.

Il Gruppo D intervenne alle 13, con quattro carri armati Renault R 35 a tutta velocità, partirono alla volta di Siracusa, ma il carro del comandante di plotone, sottotenente Adamo Profico, trovò la strada cosparsa di mine a cassetta; l’alternativa dell’ufficiale fu se fermarsi ed essere bersaglio di un pezzo anticarro o saltare sulle mine; scelse la seconda in quanto il suo sacrificio poteva aprire un varco per i carri che seguivano; il carro, difatti nel superare le mine, subì lo squarcio del fondo e la rottura del tubo della benzina. Sia l’ufficiale che il pilota poterono uscire fuori mentre il mezzo bruciò. Il secondo carro, venne squarciato, assieme all’equipaggio da un colpo di cannone che lo prese in pieno. Il terzo, colpito ad un cingolo, si rovesciò nella scarpata allora sottostante la strada Nazionale, all’altezza della curva dell’Ospedale “Vasquez”.

Il quarto carro, sul quale era saltato l’ufficiale comandante Proficuo, superò illeso la strada minate e il fuoco controcarro. Il carro mitragliava durante il tragitto colonne di soldati britannici, fino a quando venne distrutto da un grosso carro armato inglese lungo il corso Vittorio Emanuele di Floridia. Le truppe britanniche provenienti da Palazzolo Acreide attuarono attacchi alle nostre truppe con tutte le bocche da fuoco a disposizione. Il 13 luglio 1943, nei pressi di Case Rosse, fu fatto prigioniero il comandante della Divisione “Napoli” Generale Giulio Cesare Gotti Porcinari.

Durante le ultime fasi del combattimento, al km 21 della rotabile Solarino-Palazzolo Acreide, cadde il sottotenente d’artiglieria Antonio Santangelo Fulci al quale sarebbe stata concessa la Medaglia d’Oro al Valore Militare con la conseguente motivazione: in quanto giorni di violenti combattimenti dimostrava sereno sprezzo del pericolo. Colpito all’addome da una raffica di mitragliatrice, cadeva riverso sulla coda del pezzo ed incitava i suoi artiglieri a proseguire il fuoco. Colpito una seconda volta da scheggia di granata, immolava la propria giovane esistenza.
Il colonnello Ronco riuscì a mettere in salvo la gloriosa bandiera di combattimento del 75° Reggimento Fanteria in salvo nascondendola in una cisterna, per recuperarla a fine guerra.

Al 75° Reggimento Fanteria sarebbe stata concessa la Medaglia d’Argento al Valore Militare, con la seguente motivazione: sottoposto a incontrastato intenso bombardamento aereo e malgrado le sensibili perdite, conservava inalterata la compattezza ed elevato lo spirito combattivo, talché poteva poco dopo compiere celere prolungata marcia per opporsi a forze contrastanti, sbarcate in zona costiera, di notevole importanza.

Attaccato da schiaccianti unità corazzate validamente appoggiate da imponenti incontrastate formazioni aeree e da potenti artiglierie, con sanguinosi reiterati contrattacchi, riusciva a contenere l’aggressività. L’epica resistenza, durata quattro giorni, consentiva ad altre unità di organizzare nuove linee di difesa, logoratrici dell’agguerrito avversario (Sicilia 10-13 luglio1943).

I soldati italiani morti nel territorio di Solarino furono raccolti dal Parroco Don Raimondo e dal suo seminarista Paolo Mallia (morto alcuni mesi dopo per malattia contratta, durante la sua pietosa opera).e da i cittadini di Solarino. Dalle annotazioni del Parroco, risultano seppelliti al cimitero di Solarino 20 morti identificati e 13 soldati sconosciuti, ma molti furono i dispersi sbranati da cani randagi e topi».

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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