Cultura
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Antologica di pittura a Palazzo Garofalo

 

Ragusa, 1 dicembre 2015 – Architetto per studio, grafico per passione, pittore sin dalla nascita. Segni particolari: occhi cerulei ed espressione che fanno presupporre una personalità estremamente riservata, frutto di una vita con percorso talora ad ostacoli. Una spiccata fantasia onirica è trasferita nei suoi dipinti che sembrano usciti da un mondo fiabesco, ricco di colori tenui e immerso in un’atmosfera irreale e delicata. 

Un esempio per tutti, il dipinto “I musicanti” (olio su tela, 2000) in cui le figure si inquadrano in un reticolo di fantasia, di perenne smarrimento di fascino e di teorico dissolvimento che entra nelle spire di un immaginario astrattismo, ma al contempo imprime un melodioso, quasi magico richiamo ai piccoli mondi animati di Paul Klee, ma secondo una declinazione vagamente angosciata che l’artista stesso non è in grado di spiegare. E così nella sua “Ibla onirica” (olio su tela, 2013), con le casette ordinate, il pastello di una tenue leggerezza che predomina sugli altri colori, indica una sorta di sogno, un criptico smarrimento, un’apoteosi del ricordo che dell’amarcord restituisce interamente tutta la gamma della sensazioni virtuali o non. E così per le altre tele che sembrano percorrere una sorta di rivisitazione di metamorfosi oniriche.

Si tratta delle opere che fanno parte di un’antologica del ragusano Angelo Guastella (classe 1935), il “pittore dei sogni”, che accoglie lavori compresi dal 1960 ai nostri giorni e che si potranno ammirare a partire dalla serata inaugurale fissata per il prossimo 5 dicembre (ore 18.00), presso il Museo della Cattedrale di Palazzo Garofalo a Ragusa.

L’itinerario espositivo, dal titolo “Il libro dei sogni”, catalogo Aurea Phoenix Edizioni, a cura del critico d’arte Andrea Guastella, sarà disponibile al pubblico fino all’11 dicembre.

 

Giuseppe Nativo

 

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I musicanti, olio su tela, 60x70 cm, 2000

Ibla onirica, olio su tela, 60x70 cm, 2013

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Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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