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Mostra d’arte contemporanea a Siracusa: L’Arma dell’arte contro la violenza, dalla sofferenza al riscatto, la forza della donna

 

Siracusa 23 maggio 2016 alle ore 10.30 nella “Sala Borsellino” di Palazzo Vermexio (Palazzo del Municipio), in Piazza del Duomo 4 a Siracusa, verrà inaugurata la mostra d’Arte Contemporanea Promossa ed Organizzata dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Siracusa dal titolo “L’Arma dell’arte contro la violenza. Dalla sofferenza al riscatto, la forza della donna” a cura di Antonio Vitale. 

La mostra si racconta attraverso la voce narrante in pittura, scultura e fotografia di diciannove artisti siciliani di respiro non solo nazionale che, con le loro opere in maniera diretta o trasversale tipica di un’arte contemporanea “liquida” e contaminata nel suo lessico, fissano lo sguardo sulle Donne, sul mondo della Violenza sulle Donne.

L’evento, dunque, un megafono aperto su tutte le forme di violenza perpetrate sulle donne. Atti purtroppo sempre più numerosi ed assurdi che, in primo luogo, distruggono, offendono e vìolano la vita della persona destinataria della violenza e, in secondo ordine, offendono la Società Civile tutta, intesa come tessuto connettivo di relazioni e crescita tra persone.

In mostra, anche, con grande orgoglio, uno sprofondamento nella Storia mediante l’esposizione di due importanti ceramiche antiche richieste dalla Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Siracusa e concesse in prestito dal Museo Archeologico Regionale di Caltanissetta. Opere di straordinaria bellezza che, attraverso un racconto iconografico raffinato e sapiente, interrogano il mito di Clitemnestra e Ipsipile.

In definitiva l’Evento come momento Culturale con una forte ricaduta Sociale, volto alla conoscenza e alla sensibilizzazione rispetto ad una piaga così purulenta ed attuale che impegna senza sosta, giorno dopo giorno, l’Arma dei Carabinieri e tutte Le Forze Armate in un percorso oscillante, nella sua interezza, tra arginamento, controllo, contrasto e prevenzione verso questa ed ogni altra forma di violenza possa manifestarsi. 

Un’occasione di riflessione ulteriore consegnata ai siracusani e ai tanti turisti che ogni giorno visitano i tesori di Ortigia tra storia e natura. 

L’arte come strumento di dialogo senza filtri e sovrastrutture per denunciare, per citare, per ricordare, per crescere. L’Arte, nuova protagonista di Bellezza, contro l’ignoranza della violenza.

 

Il Colonnello Luigi Grasso, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Siracusa, dichiara:

“L’arte per guardare l’anima, per esplorare lo spirito, l’arte per comunicare, per rendere visibile ciò che non sempre lo è, l’arte per suscitare emozioni, per rinvigorire un sogno, per dare una speranza a chi ha perso anche quella; l’arte per ambire ad un cambiamento, per lanciare un appello; l’arte per sconvolgere, per rassicurare. L’arte per riflettere e per fare della riflessione un’opportunità d’azione. Nasce così l’idea di questa mostra, proprio dalla convinta consapevolezza della forza e del valore espressivo di un’opera d’arte capace di raggiungere profondità interiori spesso inesplorate. Utilizzare questa preziosa arma per contrastare ogni forma di maltrattamento, di prevaricazione, di abuso e di sopruso; tutto ciò troppo spesso, malgrado l’impegno e gli sforzi corali delle Istituzioni e della società civile, ancora si manifesta e non sempre, tra l’altro, in modo evidente. Agire è diventata un’assoluta priorità. Agire per prevenire, agire per debellare. Obiettivo indubbiamente ambizioso ma le occasioni non possono essere vanificate ed allora osare, con un pizzico di coraggio e con idee innovative, diventa un categorico imperativo. La violenza semina sofferenza, dolore e, facendo ciò, tende ad affossare un’intera civiltà; le pagine di cronaca ogni giorno ci impongono di entrare in contatto con storie drammatiche, spesso connesse con la consumazione di delitti ai danni di donne, uomini, bimbi ed anziani; di delitti consumati all’interno delle mura domestiche, di ambienti che, per loro stessa natura e vocazione, dovrebbero proteggere, accudire ed essere inviolabili. Ed invece, proprio li, si consumano, sovente, le violenze più cruente. La donna, anche in quell’ambito, la vittima statisticamente più colpita. Dicevo agire. Un’azione articolata e diversificata, un’azione collettiva capace di coinvolgere più risorse, più capacità ed energie; un lavoro di squadra, un’attività costante che noi Carabinieri dobbiamo e vogliamo rendere quanto più possibile concreta e remunerativa, anche diversificando gli ambiti di intervento: non più una sola azione nel pur imprescindibile settore della polizia giudiziaria ma, altresì, un operare, per la prevenzione, nel tessuto e nel cuore sociale attraverso iniziative di formazione e di sensibilizzazione. Iniziative proprio come questa, dove diversi artisti siciliani hanno voluto, aderendo al progetto con entusiasmante generosità, far sentire la loro voce ed elevare un forte ed eloquente grido di allarme attraverso preziose ed originali creazioni. Sono convinto che il messaggio sarà recepito ed ognuno di noi, soffermandosi su quelle immagini con sensibile attenzione, ne saprà trarre il giusto senso e valore. A loro, artisti di indiscusso pregio, il mio più convinto plauso e commosso ringraziamento, pensiero che desidero estendere a tutti coloro che, con passione e serietà, hanno reso possibile la realizzazione di questa iniziativa. L’arte per rinascere, perché la purezza ed il fascino di un sorriso non vengano più sporcati dalla cieca violenza, una violenza che non ha mai un perché.”

 

Tra le righe del testo critico scritto da Antonio Vitale, curatore della mostra, leggiamo: 

“Questa mostra d’arte vuole essere un riflettore acceso sulle donne, un momento di attenzione sulle molte esistenze strappate all’insostituibile ed inviolabile quotidianità della vita di ogni giorno, tra affetti, impegno, difficoltà e sogni. Vite violate dalla mano colpevole di uomini(?) non uomini. Parliamo di storie di paura, di fragilità, di solitudine, di vergogna, di sofferenza, che sfociano nel sangue di un rosso silenzio. […]

Ecco allora come questa esposizione si offre come momento ulteriore per parlare di violenza attraverso segni e segnali che vengono dal contemporaneo perseguendo come idea portante della narrazione quella di raccontare alcuni aspetti del mondo della “donna” oggi e nella Storia, per accorgersi come, partendo da un grido di disgusto rispetto ad un violenza subita, la sua figura centrale nella vita di tutti ci parli di bellezza, di cultura, di sacrificio, di sogni, di passioni: di vita vissuta e di vita disfatta, di luci e di ombre, di parole e di silenzio. […]

La mostra, che però non vuole rimanere ingabbiata nella visione traslata della scena di un crimine ma “disegnare” invece l’antefatto di una vita spezzata, raccoglie, tra citazione, amore, solitudine, sofferenza, uno spaccato dell’arte del nostro tempo attraverso una scelta di orizzonti e testi espressivi diversi. Tra tali sguardi ci si ritrova a foraggiare l’assunto che l’importante ed il senso ultimo e più intimo per un quadro, una scultura, un’installazione, un video, una performance, sia bucare il velo dell’indifferenza e stabilire un canale di comunicazione vera, ovvero un territorio d’osservazione emotivo e culturale attraverso il quale si sia capaci di condividere qualcosa: una riflessione, una contestazione, un brivido, un pensiero. […]

L’artista, moltiplicando il caos, percorrendo nuovi sentieri o approfondendone alcuni di vecchi, inventando nuove azioni o facendoci inciampare su singolari distrazioni, ci salverà con la bellezza di cui sarà capace ed intimo esecutore. Un uomo privo di immagini, senza immaginazione è spesso povero di sensibilità che è la prima corda da far vibrare contro le storture del mondo, contro la violenza sulle donne, contro ogni forma di violenza, contro la violenza dell’ignoranza. 

L’Arte come la vita è, infatti, dialogo ed impegno verso gli altri, senza dimenticare tra gli altri noi stessi.”

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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