Cultura
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

Modica, 12 ottobre 2016 – “Un giorno indimenticabile - commenta il professore – Un giorno all’insegna della cultura, della semplicità, delle emozioni e, soprattutto, della storia”. E’ con una punta di orgoglio che il modicano Giuseppe Ascenzo (insegnante di Storia e Filosofia), semplicemente “prof” per i suoi alunni liceali, racconta la sua esperienza relativa al premio “Antonio Nesci” (Cavaliere di Gran Croce di giustizia dell’Ordine di Malta e Gran Priore di Napoli e Sicilia), conseguito per la pubblicazione del volume “L’Aquila e l’Assenzio. La famiglia Ascenzo nella Contea di Modica” (Ediz. Associazione Culturale Dialogo, Modica 2010, pp. 368).

La serata finale della premiazione, giunta alla seconda edizione, alla presenza dei cavalieri dell’Ordine di Malta, si è di recente tenuta presso la biblioteca del Palazzo della Provincia di Reggio Calabria facendo registrare l’interesse di un folto pubblico. Fra gli intervenuti è da segnalare la presenza di mons. Vittorio Luigi Mondello (Arcivescovo emerito di Reggio Calabria - Bova), il prof. Giacomo Pace Gravina (ordinario di Storia del Diritto medievale e moderno all’Università degli Studi di Messina) autore della prefazione al libro, il barone Arturo Nesci di Sant’Agata (organizzatore del premio), il Gran Commendatore Fra’ Ludvig Hoffmann von Rumerstein (presidente onorario del premio), il Delegato Gran Priorale dell’Ordine di Malta di Catania, avvocato Ferdinando Testoni Blasco, il prof. Guglielmo De Giovanni Centelles (membro dell’Accademia Pontificia delle Arti e delle Lettere). 

Sfogliare le pagine del volume è come respirare aria di terra modicana. Un’aria gravida di storia, con i suoi casati, i possedimenti immobiliari, i suoi personaggi, visti attraverso un’accurata ed attenta analisi documentaria. Un prezioso ed interessante tassello a quell'articolato e complesso mosaico, qual è la storia plurisecolare della Contea di Modica, facendo emergere quella posizione di indiscusso ruolo svolto dalla famiglia Ascenzo.

Nato nel capoluogo aretuseo, Ascenzo si trasferisce a Modica, dove collabora a diversi periodici, realizzando così il suo desiderio, per lunghi anni coltivato, di vivere nella città dei suoi avi. E' proprio questa accesa passione che gli ha consentito di consegnare un testo serio e organico in cui la storia familiare è “inserita all'interno di dinamiche storiografiche più ampie, e costruita secondo un metodo rigoroso”, come sottolinea il prefatore.

 

«Ho imparato a conoscerli...»

Scrivere la storia di una famiglia è sicuramente un'impresa complessa, specie quando la famiglia è la propria. Che sensazione si prova a scrivere del proprio casato? 

– “In effetti non è una impresa semplice, perché la tentazione, naturale, ritengo, di scivolare nella esaltazione del ruolo avuto dal proprio Casato è sempre in agguato. Mi auguro di essere riuscito ad evitarla. Per il resto due sono state le sensazioni provate: una, umanamente comprensibile, di orgoglio, per appartenere ad una famiglia che è stata tra le poche a scrivere la storia del contado modicano; l’altra di grande coinvolgimento affettivo, sia durante le ricerche archivistiche effettuate, sia durante la stesura del testo. I tanti personaggi della mia famiglia sono tornati per certi aspetti a “rivivere”.

Ho imparato a conoscerli, a scoprire cosa pensavano e come vivevano; è stato come dialogare con loro: una gratificazione impagabile per chi come me è “innamorato” del passato”.

 

Giuseppe Nativo

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.