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La Società Ispicese di Storia Patria e l’Istituto di Istruzione Superiore “G. Curcio” di Ispica promuovono una giornata di riflessione con studenti e cittadinanza

 

"Erano cento

Erano cento uomini in arme.

Quando il sole sorse nel cielo,

Tutti fecero un passo avanti.

Ore passarono, senza suono:

Le loro palpebre non battevano.

Quando suonarono le campane,

Tutti mossero un passo avanti.

Così passò il giorno e fu sera,

Ma quando fiorì in cielo la prima stella,

Tutti insieme fecero un passo avanti.

(Primo Levi, incipit di “Vizio di forma”)

 

Raccontare non solo è una medicina sicura ma serve a ricordare coloro i quali sono stati feriti nello spirito e nella carne. È questa l’intima essenza in cui si insinua il “Giorno della memoria”. Una ricorrenza che travalica il tempo per frammentarsi nel cuore di ciascuno di noi in cui è depositato un brandello del tragico destino di chi è partito dalla Stazione Centrale e ha perso la vita nei campi di concentramento. Il “Giorno della memoria” è un dialogo intenso con le nuove generazioni. E’ un dialogo che corre sul filo della reminiscenza, carico di vita, di storie e di Storia. 

 

Ed è proprio sulla base di tali istanze che la Società Ispicese di Storia Patria e l’Istituto di Istruzione Superiore “G. Curcio” di Ispica hanno promosso per la giornata del 27 gennaio, “Giorno della memoria”, due incontri con Giovanni Tesio (critico letterario, professore ordinario presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università “Amedeo Avogadro”, sede di Vercelli) che per l’occasione presenterà l’ultimo suo lavoro su Primo Levi, “Io che vi parlo. Conversazione con Giovanni Tesio” (Einaudi, Torino 2016, pp. 144). Il volume tratta di una conversazione inedita in cui l’uomo, il testimone e lo scrittore si intrecciano e saldano straordinariamente insieme, componendo una delicata autobiografia.

La famiglia, l’infanzia, gli anni di formazione durante il fascismo, gli amici degli anni giovanili, le letture, la timidezza , la passione per la montagna. E ancora la guerra, il ritorno a casa e un mestiere “che è poi un caso particolare, una versione più strenua del mestiere di vivere”. Quasi sei lustri di silenzio per questa conversazione che Primo Levi ha intrecciato nei primi mesi del 1987 con Giovanni Tesio, in vista di una convenuta “biografia autorizzata”. Domande discrete e mai troppo pressanti a cui Levi risponde con una disponibilità vigilata ma talora molto esplicita da cui lascia trasparire una dimensione intima di sé. Dialogo che si interrompe proprio prima di Auschwitz. Una interruzione dovuta alla morte improvvisa di Levi. 

 

Alle ore 12 il primo incontro nell’aula magna con Giovanni Tesio e gli studenti; alle ore 17 il secondo incontro con la cittadinanza e docenti dell’Istituto. All’iniziativa interverranno Francesco Fronte (Presidente della Società Ispicese di Storia Patria), Maurizio Franzò (dirigente scolastico dell’Istituto “G. Curcio”), Lucia Franzò (docente di Storia) e Gabriella Bruno (vice-preside e docente di letteratura) nella qualità di coordinatrice dei lavori.

 

Non c’è scuola di ogni grado dove gli insegnanti non propongano la lettura di libri sull’Olocausto e non incoraggino i loro studenti a visitare i campi di sterminio per non dimenticare. Professore Franzò che cosa rappresenta oggi per i ragazzi il “Giorno della memoria”? 

“Le scuole si prodigano a ricordare una delle più grandi tragedie che l’uomo ha potuto generare. La motivazione forte è rappresentata dal rammentare agli studenti che l’uomo è in grado di fare cose meravigliose ma anche di generare orrori ed è per questo che bisogna costantemente vigilare sull’operato dell’uomo. La scuola ha il compito di far crescere nelle nuove generazioni questa sensibilità, soprattutto nei confronti del più debole. Il 27 gennaio rappresenta l’occasione per scardinare quella indifferenza che spesso è complice di chi genera gli orrori”.

 

La “Giornata della memoria” ricorda un momento in cui si era pronti a spingere dentro i vagoni i propri simili. Oggi siamo tentati di chiudere la porta in faccia ad un profugo che fugge da una guerra o una persecuzione. Dott. Fronte, tra ieri e oggi esiste un parallelismo? 

“L’Italia ha formalmente istituito la “Giornata della Memoria” con la legge n. 211 del 20 luglio 2000, ben cinque anni prima della Risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite (1° novembre 2005). E’ stata scelta la data del 27 gennaio per la celebrazione perché quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Per la prima volta fu svelato al mondo intero l’orrore del genocidio nazista. In occasione del Giorno della Memoria, la legge 211 del 2000, al fine di ricordare la Shoah, cioè lo sterminio del popolo ebraico, favorisce l’organizzazione di cerimonie, iniziative, incontri ecc. in particolare nelle scuole per riflettere su quanto è accaduto nei campi di sterminio nazisti e conservare la memoria di quei tragici e terribili crimini affinché non si ripetessero più nella storia dell’umanità. Per questo, come Società Ispicese di Storia Patria, abbiamo pensato di ricordare e invitare alla riflessione studenti, docenti e anche i cittadini, collaborando con l’Istituto “G. Curcio” alla organizzazione della Giornata della Memoria, con la qualificata testimonianza del prof. Giovanni Tesio, autore, tra l’altro, del libro “Primo Levi. Io che vi parlo. Conversazione con Giovanni Tesio”, un dialogo intenso che corre sul filo della memoria.

Esiste un parallelismo tra ieri e oggi? Purtroppo si: basta allargare lo sguardo al dramma di migliaia di profughi, che hanno perso la vita o che subiscono violenze e torture, lungo le vie di fuga dagli Stati in guerra o da regimi liberticidi o da condizioni di miseria estrema. Lo ha riconosciuto pure il presidente della Corte Europea dei Diritti dell’uomo, l’italiano Guido Raimondi, che ha definito la crisi migratoria senza precedenti, esposta a rischi di violazioni umanitarie, che riportano alla memoria gli orrori e le atrocità perpetrati durante la seconda guerra mondiale. L’Europa deve trarre insegnamento dai fatti di allora per affrontare la nuova sfida epocale delle migrazioni, trasformando questo grande problema in opportunità ed affermare l’idea della protezione della dignità umana e impedire le violazioni dei diritti umani. Un valore altamente simbolico acquista, in tal senso, l’accoglienza del Memoriale della Shoah di Milano di profughi provenienti da diversi Paesi del mondo: il luogo che testimonia la partenza degli ebrei per i campi di concentramento, oggi scrive una nobilissima pagina di civiltà, accogliendo migliaia di profughi per lo più musulmani (con la collaborazione anche di associazioni cattoliche). Ecco, l’esperienza di accoglienza del Memoriale della Shoah ci obbliga a scegliere, a collocarci nell’Europa che vogliamo costruire, cioè quella della solidarietà e non quella dell’ostilità. Questo è il messaggio che, specie tra i giovani, dobbiamo far passare celebrando la Giornata della Memoria”.

 

Giuseppe Nativo

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Giovanni Tesio (Piossasco, 1946) è uno dei più grandi critici della letteratura italiana del Novecento. Ha conseguito la laurea in materie letterarie alla facoltà di Magistero dell'Università di Torino, con una tesi su alcuni scrittori piemontesi della Nuova Italia (come Calandra e Augusto Monti). Dopo aver insegnato presso l’Università di Bergamo (Facoltà di lingue) attualmente è professore presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università “Amedeo Avogadro” (sede di Vercelli).

Filologo, storico della lingua italiana. La sua bibliografia è molto vasta, è autore e curatore di oltre 200 opere. Studioso e curatore di opere di grandi scrittori italiani, quali tra gli altri: Italo Calvino, Vincenzo Consolo, Beppe Fenoglio, Cesare Pavese, , Mario Soldati, Sandro Zanzotto.

 

     

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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