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Ragusa, 28 febbraio 2015 – Molti i partecipanti, appuntamenti in scaletta, sia ieri che oggi (ma si prosegue domani 1 marzo con l’ultima giornata conclusiva) per la rassegna “Lib(e)ri a Ragusa”. 

Incontri che hanno registrato grande affluenza di pubblico a dimostrazione che il libro è veramente un modo per allargare le nostre relazioni. Ieri, dal Caffè Mediterraneo con la presentazione del libro di Fausto Nicolini, “Laura dei giorni andati” alla chiusura al Piccolo Teatro della Badia con Giovanni Distefano ed il suo ultimo libro “Viaggiatori moderni a Kamarina. 

Carlo Belli” l’interesse del pubblico ibleo è stato un continuo crescendo. Un centro storico superiore animato dai libri dei nostri scrittori locali. Una vetrina non indifferente per l’editoria della provincia di Ragusa come confermato dagli stessi editori, sia quelli che hanno aderito già a questa prima edizione e sia quelli che lo faranno già alla prossima, avendo manifestato grande interesse. Naturalmente si sta già pensando alla seconda edizione di “Lib(e)ri a Ragusa”.

L’editore Giorgio Massari, tra l’altro uno degli organizzatori, ha ribadito la volontà di favorire con questa manifestazione culturale un incontro “libero e liberante tra cultura globale e cultura locale” e all’auditorium della Camera di Commercio non a caso la sua presentazione, insieme al professore Francesco Raniolo, del libro di Emanuele Felice “Perché il sud è rimasto indietro”. Una lettura della nostra terra da parte di chi qui non vive ma che analizza noi meridionali come coloro che sono “privati della libertà di poter decidere del proprio destino”. Sono privati anche della verità per poter capire le ragioni e le colpe che hanno lasciato il sud indietro. 

La carrellata di libri e opere differenti di ieri ha visto il recupero della memoria storica del luogo da parte di Fausto Nicolini che ha analizzato i suoi anni Sessanta, il ‘68 con la rivoluzione culturale che ha avuto ripercussioni anche nei costumi,  nella musica, nei rapporti interpersonali.

Nel libro flash di avvenimenti vissuti nei decenni passati al Bar Mediterraneo o al Caffè Sicilia, un inno all’amicizia. Alla libreria Flaccavento altro genere letterario con il libro “La Gioia” di Salvatore Tumino, presentato da Rosario Biazzo e Giorgio Massari. Il tema della gioia come fulcro della vita ma soprattutto come ricerca di Dio per trovare un senso che possa appagare le nostre attese. Si cambia ancora genere con uno spaccato di vita siciliana sotto forma di sonetti ed invettive al Piccolo Teatro della Badia con “Prucissioni figurata” scelta di poesie del chiaramontano Giuseppe Comitini, curate da Giuseppe Cultrera e sottolineate dal reading di Vito Cultrera, Gina Cusumano, Giovanni Laterra, Mattia Laterra (voci recitanti) e dalla musica di Matteo Armenti, Giovanni Frasca, Martina Occhipinti, Mario Scollo che hanno omaggiato l’isola e i canti di Rosa Balistreri.

Il professor Giorgio Flaccavento alla libreria Ubik ha trovato un folto pubblico per la presentazione del libro di Giovanni Digiacomo (Vann’Antò), e Luciano Nicastro dal titolo “Li cosi nuvelli”, testo in dialetto siciliano creato per la scuola elementare. Non da meno le altre presentazioni con il giovane Andrea Parasiliti alla libreria Flaccavento, per la sua seconda fatica letteraria “La totalità della parola”.

Libro d’arte a Palazzo Garofalo con Paolo Nifosì nella presentazioni di “Scicli” di Luigi Nifosì. Una Scicli inedita vista dall’alto con fotografie formato gigante. 

Anche il Caffè Trieste ha visto la presenza di tanto pubblico per un tema che purtroppo sta rovinando parecchie famiglie: il gioco d’azzardo. Andrea Turco con il suo libro “Fate il loro gioco. La Sicilia dell’azzardo” è stato presentato da Adriano Alicata.

Nel libro un microcosmo spesso sottovalutato, inchiesta-analisi del fenomeno. Chiusura, per la giornata di ieri, al Piccolo  Teatro della  Badia, recentemente restaurato, con “Viaggiatori moderni a Kamarina. Carlo Belli”. Il volume presentato da Saro Distefano che ha messo in rilievo  il breve saggio di Carlo Belli, giornalista eccelso e uomo di cultura a 360 gradi che viaggiò moltissimo. Per passione verso la Magna Gracia arrivò anche in Sicilia nel 1956 e tra le sue tappe anche Kamarina. Descrizione interessante ed emozionante quella riferita alla sua scoperta del fiume Ippari, nome fino allora studiato nei classici ed ora strada maestra per raggiungere Kamarina. L’archeologo Giovanni Distefano ha inserito il saggio nel suo libro che è corredato anche da foto antiche di Kamarina che partono dalla fine dell’800. 

 

Giovannella Galliano

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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