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#Noto, 27 gennaio 2016 – L’Assessorato alla Cultura del Comune di Noto in collaborazione con Naxos Legge, giorno 28 gennaio, ore 18, nella Sala Gagliardi di Palazzo Trigona, presenta l'ultima opera del critico letterario e scrittore Emanuele Trevi “ Il popolo di Legno”. Interviene la prof.ssa Katia Trifirò dell'Università di Messina, coordinano l'assessora Cettina Raudino e la direttrice artistica di Naxos Legge Fulvia Toscano. 

Figlio dello psicoanalista junghiano Mario Trevi, è editor e autore di saggi e romanzi. Ha debuttato nella narrativa nel 2003 con I cani del nulla, uscito presso Einaudi Stile Libero. È stato direttore creativo (con Arnaldo Colasanti della Fazi editore, ha curato una collana presso Quiritta editore e, con Marco Lodoli, l'antologia scolastica Storie della vita edita daZanichelli.  Con il libro reportage sul poeta Pietro Tripodo, "Senza verso. Un'estate a Roma" edito da Laterza ha vinto il Premio Sandro Onofri. 

Collabora con Radio 3 e ha scritto su diverse riviste come Nuovi Argomenti, Il caffè illustrato e su quotidiani quali la Repubblica, la Stampa e il Manifesto.

È sposato con la scrittrice Chiara Gamberale.

 

Il romanzo accolto con attenzione e favore dalla critica nazionale, ambientato in una Calabria simbolica e perciò esemplare, lontano da ogni tentativo di compiacimento o di retorica umanistica è stato definito “Il romanzo scomodo del Pinocchio nichilista”. 

Protagonista è appunto un antieroe, un nichilista di nome Topo, alterego dell'autore, un uomo che la vita ha segnato con più ferite e che però rivendica con orgoglio la propria libertà. Topo conduce un programma in una radio calabrese di proprietà della 'ndrangheta dove si esibisce in monologhi sul reale significato di Pinocchio: la storia di un burattino unico al mondo che il sistema costringe a diventare un bambino come tutti gli altri. 

Un romanzo urticante e strepitoso che venderà meno di quello che meriterebbe perché le librerie sono come farmacie in cui andiamo a cercare storie che ci tonifichino e ci rassicurino, mentre Il suo Popolo di legno ha una trama concepita per essere respingente. 

(Massimo Gramellini, da La Stampa)

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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