Sapere

  • Autore: Nausica Zocco
  • Editore: LFA Publisher

Trama

Ci troviamo nella Sicilia degli anni 30, ed una giovane donna anticonformista, rifiuta di “maritarsi” poiché non ama l’uomo che le hanno “portato in casa”.

Una storia in due atti che narra di un epoca di stenti e privazioni, dove come unica salvezza per il “gentil sesso”, per le Femmine per intenderci, era acconsentire ad un matrimonio “Combinato” come unica fortuna , un investimento per la vita, facendo tacere cuore ed emozioni.

Femmina è un grido alla ribellione, una sorta di liberazione ad una prigionia comandata, il coraggio che avrebbe dovuto, e che dovrebbe  avere ogni donna.

«Donna Peppina è una donna siciliana che ventiquattr'ore prima del matrimonio nel 1935 dice di no al matrimonio combinato in un'epoca di stenti, sacrifici, miseria, dove preparare la dote era l'investimento per la vita, dove "maritarsi" con un uomo lavoratore onesto era la fortuna più grande per una ragazza in età di matrimonio. La storia è semplice, ma nella sua semplicità è meravigliosa: una donna rifiuta il matrimonio combinato perché non ama l'uomo "portato a casa" da altri parenti. È una storia in due atti che merita d'essere raccontata, in un tempo come quello attuale dove è più facile farsi condizionare che essere se stessi».

 

Frutto di un progetto narrativo personale, FEMMINA, scritto in due atti , è la risultante di cio’ che potrebbe accadere e ciò che è accaduto, in una sorta di equilibrio ironico delle vite che si incontrano e sfiorano. Femmina vuol dirci che non serve solo il coraggio per seguire il cuore.

Fra un alternarsi di vicissitudini, la  versatilità del testo, la libertà di interpretazioni, il capolavoro di Nausica Zocco , narra con una semplicità sorprendente e amorevole, il coraggio di Donna Peppina che rimanendo fedele a se stessa, scardina lucchetti, supera preconcetti  e scombina i piani in un impensabile Sicilia degli anni 30.

 

Intervistata l’autrice, con un sorriso che la contraddistingue , dice:«Quante donne Peppina ci sono al mondo, e quante vorrebbero esserlo, libere di esprimere la loro forza sensuale, forti ancora nel credere che un’altra vita è pur sempre possibile vivere».

Edito da LFA Publisher, disponibile in tutte le librerie, Femmina è un invito alla riflessione, al coraggio ed all’amore.

 

Dedicato a tutte le "Donne Peppine", alle donne che seguono il cuore sempre e comunque, anche a costo di essere definite delle pazze. A tutte le femmine che vivono di istinti e di istanti, con anima ardente come il sole di Sicilia.

 

Alessia Sudano

  • Autore: Grazia Dormiente
  • Editore: Prova d’autore

Un viaggio nella terra Iblea tra “memorie e sguardi” nel libro “Ibleide” di Grazia Dormiente, che sarà presentato al Caffè Letterario Quasimodo 

 

Modica, 19 febbraio 2019 – “Ibleide: memorie e sguardi”: è questo il titolo del saggio di Grazia Dormiente, scrittrice, entonoantropologa e Direttore culturale del Consorzio di Tutela del Cioccolato di Modica,  che sarà presentato nel X “sabato letterario” del Caffè Quasimodo di Modica, che si terrà alle ore 17,30 al Palazzo della Cultura il prossimo 23 febbraio, nel quadro della Stagione culturale 2018-2019 del circolo culturale modicano.

La serata, che sarà coordinata da Silvana Blandino, sarà introdotta da Mario Grasso, scrittore e Direttore editoriale della Casa editrice Prova d’Autore, quindi vedrà una conversazione dell’autore con il Presidente del Caffè Quasimodo, Domenico Pisana. Elia Scionti e Carmelo Di Stefano, componenti del Caffè Letterario Quasimodo, leggeranno brani del volume, mentre intermezzi musicali, a cura del Duo “Rendo-Gurrieri” al clarinetto e alla chitarra, arricchiranno la serata. 

«Grazia Dormiente, dice Domenico Pisana, offre al lettore, in questo saggio sugli Iblei corredato da immagini d’epoca, un interessante viaggio dentro la terra iblea, colta nelle sue dimensioni paesaggistiche ed antropologiche sotto lo sguardo dei grandi viaggiatori stranieri del XVIII secolo e fino a giungere agli storici del XIX secolo. L’autrice sa affascinare con una scrittura che mette in risalto, con mirabili sintesi, tratti materiali ed immateriali che hanno modellato il paesaggio ibleo, nonché suggestioni ed emozioni scaturite da una terra che vuole continuare a trasmettere i suoi valori identitari alle future generazioni».  

Al termine della serata il Consorzio di Tutela del Cioccolato di Modica offrirà agli intervenuti una degustazione di cioccolato. 

  • Autore: Carlo Ruta
  • Editore: Edizioni di storia e studi sociali

Ragusa, 23 gennaio 2019 – Presentato ieri pomeriggio alla Libreria Paolino di Ragusa il libro "Teoderico. Il re barbaro che immaginò l'Italia", di Carlo Ruta (Edizioni di Storia e Studi Sociali, 140 pp.).

Dopo l'introduzione di Enzo Piazzese, consigliere nazionale Archeoclub d'Italia, che ha organizzato l'evento, l'archeologo Giovanni Distefano ha conversato con l'autore, lo storico e saggista Carlo Ruta, alla presenza di numeroso pubblico.

«Non è una biografia – ha esordito il prof. Distefano –, è piuttosto l'analisi precisa e puntuale della figura di un re illuminato che ha immaginato una nazione, l'Italia». Ed in particolare il libro tratta del rapporto con due figure che ispirarono Teoderico I il grande re dei Goti, in relazione al non facile incontro tra due popoli e culture, quella romana e quella germanica, quella cristiana e quella ariana. Le due figure sono Boezio e Cassiodoro che insieme a Festo e Liberio furono suoi consiglieri e ministri. Quel Flavio Magno Aurelio Cassiodoro da Squillace che con le sue opere – si pensi alla Chronica o al De origine actibusque Getarum – e poi con il Vivarium, il monastero fondato in Calabria favorì l'incontro tra Goti e Romani; e ancor più quell'Anicio Manlio Torquato Severino Boezio, formatosi ad Atene che al re portava usi e cultura bizantini ed ellenistici – rafforzando in lui che era stato da giovane ostaggio per la pace a Bisanzio – e il cui programma era la traduzione in latino delle opere di Aristotele e di Platone. Teoderico ambiva fortemente a fondere l'elemento romano e quello goto, le leggi e il diritto di Roma con le consuetudini germaniche e soprattutto aspirava a unificare l'Italia in un'unica Nazione. La sua vicenda «rispecchia – scrive Ruta – la complessità di un'epoca di transito: disordinata, ambigua, travagliata da radicalismi ma percorsa da esperienze di convivenza etnica, di pluralità, di compostezza civile, di decoro urbano e di contagio religioso e culturale».

L'etichetta di "barbaro", tanto cara a romani e greci (che così chiamavano gli stranieri: quelli che non sanno "parlare greco"), mal si addice a Teoderico, che volle essere arbitro di mondi distanti, senza minimamente voler distruggere le loro culture, piuttosto integrarle, fonderle nel suo ambizioso progetto di di convivenza etnica in uno stato chiuso, sì, ma anche plurale, «con rigidi protocolli identitaria», come scrive Ruta.

Non fu tutto facile, specialmente tra ariani e cristiani cattolici. Anche con l'amico e consigliere Boezio, grandissimo pensatore e autore di opere illuminate, che cadde in disgrazia – probabilmente per una congiura tra i senatori e non tanto per volontà del re –, fu imprigionato, in prigione scrisse la sua più famosa opera, la De Consolatione Philosophiae, e messo a morte nel 526, lo stesso anno in cui, morendo, si spengono le ambizioni di Teoderico. Nel 526 – scrive l'autore – «il regno goto precipitava in una profonda instabilità ed infine, per iniziativa di Costantinopoli, in uno stato di guerra che in un paio di decenni ne avrebbe determinato la fine».

I Bizantini, riprendendo possesso di gran parte dell'Italia (d'altra parte vi furono i Longobardi), non seppero imitare la forza unificante del re goto e i loro possedimenti erano fragili e disgregati. Di lì a poco le prime incursioni islamiche (preludio dell'occupazione del IX secolo) lasciavano intendere che la Sicilia e l'Italia sarebbero state pervase da dominazioni, frammentate, dal destino incerto. Tutto il contrario del sogno di Teoderico.

 

Salvo Micciché

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Domani, 24 gennaio 2019, il libro sarà presentato alla Libreria Feltrinelli di Palermo.

 

  • Autore: Carlo Ruta
  • Editore: Edizioni di Storia e studi sociali

Ragusa, 14 gennaio 2019 – Il libro di Carlo Ruta "Teoderico - il re barbaro che immaginò l'Italia" (Edizioni di Storia e studi sociali) sarà presentato a Ragusa il 22 gennaio 2019 (ore 17:30), presso la Libreria Paolino (Corso Vittorio Veneto 144).

Con l'autore (saggista e storico) dialogherà l'archeologo Giovanni Distefano (Università della Calabria).

Introdurrà Enzo Piazzese, consigliere nazionale Archeoclub d'Italia.

  • Autore: Carlo Ruta
  • Editore: Edizioni di Storia e Studi Sociali
Siracusa, 14 gennaio 2019 – Il 7 febbraio (alle ore 18) a Siracusa (presso Casa del libro Mascali, in Via Maestranza 22) sarà presentato il libro "Teoderico - Il re barbaro che immaginò l'Italia" (Edizioni di Storia e Studi Sociali).
Il dr. Lorenzo Guzzardi (direttore del Polo regionale di Siracusa per i siti culturali) ne parlerà con l'autore, lo storico e saggista Carlo Ruta.

  • Autore: Santino Alessandro Cugno
  • Editore: BAR

Venerdì 28 Dicembre 2018 nell’aula consiliare del Comune di Canicattini Bagni la presentazione del libro dell’archeologo canicattinese Santino Alessandro Cugno “Patrimonio Culturale, Paesaggi e Personaggi dell’altopiano ibleo. Scritti di archeologia e museologia della Sicilia sud-orientale” (British Archaeological Reports, Oxford 2017)

 

Canicattini Bagni, 28 dicembre 2018 – Si presenta Venerdì 28 Dicembre 2018, alle ore 17:00, nell’aula consiliare del Comune di Canicattini Bagni, il libro dell’archeologo canicattinese Santino Alessandro Cugno, “Patrimonio Culturale, Paesaggi e Personaggi dell’altopiano ibleo. Scritti di archeologia e museologia della Sicilia sud-orientale” (British Archaeological Reports, Oxford 2017).

All’appuntamento, coordinato da Salvatore Mozzicato, Presidente dell’Associazione “Gli Amici della Voce di Canicattini”, organizzatrice dell’evento con il patrocinio del Comune di Canicattini Bagni, della Fondazione “Giuseppe e Santi Luigi Agnello”, e della Società Siracusana di Storia Patria, interverranno:

Marilena Miceli, Sindaco di Canicattini Bagni;

Loretta Barbagallo, Assessore alla Cultura e al Turismo;

Sebastiano Amato, Presidente “Società Siracusana di Storia Patria”;

Vincenzo Ficara, “Amici della Voce” e “Fondazione G. e S. L. Agnello”;

Vittorio Rizzone, Docente di Greco biblico e Archeologia Cristiana “Facoltà Teologica di Sicilia”;

Santino Alessandro Cugno, Autore del libro e Funzionario Archeologo del MIBAC.

 

Il volume (171 pagine in italiano con abstract in inglese, 118 figure in bianco e nero, 28 tavole in bianco e nero e a colori), con la prefazione di Lorenzo Guzzardi, Direttore della Galleria Bellomo e del Polo Regionale di Siracusa per i siti culturali,  raccoglie per la prima volta una serie di saggi, alcuni del tutto inediti, altri già pubblicati ma ampiamente rielaborati e aggiornati grazie a numerosi approfondimenti e ad una documentazione appositamente realizzata, il cui principale filo conduttore è rappresentato dal rapporto profondo ed osmotico che unisce il patrimonio culturale dell’altopiano ibleo, le realtà museali locali e il paesaggio.

 

Santino Alessandro Cugno (Siracusa 1981)

è Funzionario Archeologo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, presso il Parco Archeologico dell’Appia Antica. Laureato con lode in Archeologia all’Università di Pisa (2007), ha conseguito il Master di II livello in Tutela, Valorizzazione e Promozione dei BB.CC.AA. all’Università di Catania (2008), il Corso di Alta Formazione e Specializzazione in Beni Culturali alla Scuola Normale Superiore di Pisa (2010) ed è specializzato in Archeologia Tardoantica e Medievale presso la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università di Firenze (2014). È  stato cultore della materia in Archeologia Classica presso l’Università Kore di Enna ed è socio del Comitato Giovani Unesco, della Società degli Archeologi Medievisti Italiani (SAMI) e della Società Siracusana di Storia Patria. Ha preso parte a ricognizioni, scavi e attività culturali organizzate dalle Università di Pisa e di Catania, al progetto di rilievo “Le mura di Dionigi I di Siracusa” (2010) dell’Istituto Archeologico Germanico di Roma, alle campagne di scavi ad Akrai (2012) dell’Istituto Archeologico di Varsavia e a Kasmenai (2016) dell’Università di Catania e della Soprintendenza di Siracusa. Ha inoltre collaborato con la Soprintendenza BB.CC.AA. di Siracusa e della Toscana (sede di Pisa) e col Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi”. Ha partecipato, come relatore, a convegni nazionali ed internazionali ed è autore di due monografie (British Archaeological Reports, Oxford) e di numerosi saggi scientifici e divulgativi sui beni culturali della Sicilia sud-orientale.

 

 

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