Ragusa e dintorni
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Ragusa, 23 ottobre 2015 – Il Consiglio Comunale di Ragusa riunitosi nel pomeriggio di oggi, giovedì 22 ottobre, dopo aver dedicato la prima parte dei lavori all'attività ispettiva, ha preso in esame un ordine del giorno, sottoscritto da tutti i capigruppo consiliari, riguardante il Piano aziendale dell'ASP7. 

Il documento  (allegato) presentato in aula dal Presidente del Consiglio Comunale, Giovanni Iacono, dopo un intervento del Sindaco Federico Piccitto, che ha ringraziato tutti il rappresentanti del massimo consesso per aver condiviso in maniera unanime la battaglia  intrapresa  con cui si contestano i tagli alla sanità di Ragusa, ed uno ampio ed articolato dibattito a cui sono intervenuti i consiglieri comunali appartenenti ai diversi schieramenti politici, ha approvato alla unanimità l'ordine del giorno, presenti e votanti 23 consiglieri.
 

                                         

Ordine del giorno/documento su piano aziendale ASP7

 

Il Consiglio Comunale di Ragusa, richiamando, integralmente, il documento sottoscritto all’unanimità dai capigruppo consiliari il 23 settembre 2015 che è stato trasmesso in data 24 settembre 2015 con prot. 76752 al Direttore Generale dell’Asp di Ragusa e al Sindaco di Ragusa;

Tenuto conto dell’ordine del giorno presentato in data 21.09.2015, inerente :’il depotenziamento delle strutture ospedaliere iblee’ presentato dai Consiglieri Lo Destro, Tumino, Mirabella;

Tenuto conto delle risultanze e dei contributi dei Cittadini, dei soggetti istituzionali, dei rappresentanti sindacali e delle associazioni portatrici di interessi collettivi emerse durante la seduta di Consiglio Comunale aperto del 5 ottobre 2015 tenutasi nella piazza ‘Caduti di Nassiria’ adiacente all’Ospedale Civile di Ragusa;

Preso atto che il Direttore Generale dell’Asp di Ragusa dr. Maurizio Aricò ha approvato l’atto aziendale con deliberazione del D.G. n. 1923 del 25 settembre 2015 non tenendo conto e non citando nell’atto stesso le obiezioni al piano espresse, formalmente, dal massimo consesso cittadino attraverso i capigruppo consiliari;

Preso atto che il Direttore Generale dell’Asp di Ragusa dr. Maurizio Aricò ha, purtroppo, ignorato del tutto la richiesta di avviare, prima dell’adozione del piano, un percorso condiviso ed ampiamente partecipato da concludersi in un tempo concordato all’interno del quale integrare il piano con la necessaria e basilare base dati che giustificasse scelte che invece sono apparse subito incomprensibili, irrazionali assunte in fretta e furia e non certo tese al miglioramento dei servizi e della maggiore tutela della salute;

Preso atto che l’iter seguito dal Management dell’ASP 7 di Ragusa è in assoluto contrasto con quanto enunciato nel piano aziendale (allegato alla deliberazione del D.G. 1923/2015) ed in modo particolare agli articoli 3,4,5,6,7,8 inerenti la ‘mission’, la partecipazione dei cittadini alle scelte, i rapporti con le istituzioni;

Preso atto che nell’iter seguito per l’adozione dell’atto non risulta per nulla l’attivazione, condivisione e partecipazione della ‘Rete Civica della Salute’;

Constatato che nel piano aziendale non emerge il modello normativo ‘hub/spoke’;

Tenuto conto che già nel documento dei capigruppo consiliari sul piano aziendale era stato fatto rilevare, in premessa, l’inosservanza del piano stesso alla normativa . In materia di atto aziendale l’Assessorato Regionale alla Salute ha diramato delle direttive con D.A. 1360 del 3.8.2015. In tale provvedimento si richiama l’obbligo di adeguarsi a quanto previsto dal Decreto del Ministro della Salute n. 70 del 2.4.2015 pubblicato sulla GURI n. 127 del 4.6.2015, recepito dalla Regione Siciliana con D.A. n. 1181 del primo luglio 2015;

Rilevato che lo stesso rilievo di inosservanza della normativa nazionale dalla quale discende la riqualificazione e rifunzionalizzazione della rete ospedaliera è stato notificato il 14.10.2015 dai Ministeri della salute e dell’Economia e delle Finanze  sullo stesso   D.A. n. 46/2015;

Constatato che l’atto adottato è assolutamente carente di dati di attività (sia in termini quantitativi che di “ pesatura “ delle prestazioni ) e non sono stati forniti i dati epidemiologici del territorio che dovrebbero guidare, oltre all’applicazione delle leggi, le scelte di valenza strategica ;

Constatato che l’atto adottato è assolutamente carente degli standard qualitativi, strutturali, quantitativi, tecnologici relativi all’assistenza ospedaliera;

Constatato che nell’atto adottato ma, soprattutto, nell’iter frettoloso seguito (in poco più di una settimana per ciò che riguarda la conferenza dei sindaci e poco più di 15 gg. con le organizzazioni sindacali) dove si sono presentate slides variabili di giorno in giorno, non vi è traccia di linee strategiche inerenti il sistema ospedaliero e il bisogno di salute, non vi sono dati relativi al bacino di utenza della singola disciplina che bisogna calcolare sulla base delle patologie normalmente trattate dalla disciplina, dalla frequenza delle patologie nella popolazione e della numerosità minima di casi e che nella variabilità dei bacini di utenza bisogna tenere conto dei tempi di percorrenza dei cittadini, calcolata anche con la metodologia di analisi e di rappresentazione grafica;

Constatato che nell’atto adottato non si evincono i dati di ricovero appropriati per ciascuna disciplina, il tasso di ospedalizzazione che deve prendere in considerazione la composizione della popolazione e la mobilità attiva/passiva ‘strutturale’ e deve essere compatibile con l’obiettivo nazionale. Tasso di ospedalizzazione che deve includere i ricoveri ordinari e il day hospital.  Nell’atto adottato non si evince per ogni disciplina, la degenza media relativa per ricoveri ordinari e ricoveri diurni e non c’è traccia del tasso di occupazione standard;

Constatato che esiste un legame forte tra ambiente e salute prova ne è che non si discute più solo di sanità ma di salute in senso più ampio e nell’atto adottato vi è l’assoluta assenza dello stato di salute e di bisogno di salute della popolazione provinciale, al punto da chiederci : ‘si può fare un piano aziendale prescindendo dalla conoscenza del bisogno di salute della popolazione ? 

Preso atto che nell’iter frettoloso e carente dell’atto aziendale adottato non vi sono dati sul rapporto ambiente e salute che invece rappresenta una delle cause scatenanti dello stato di malattia e manca quindi del tutto la mappa del rischio su cui intervenire. Mappa del rischio che si attua  attraverso l’incrocio tra i dati ambientali, territoriali, urbanistici, territoriali, epidemiologici ed altri indicatori sanitari con quelli demografici, culturali e sociali;

Constatato che l’atto adottato si caratterizza per l’assenza delle motivazioni che hanno portato l’azienda ad adottare il sistema di organizzazione aziendale previsto nell’atto stesso nonché l’assenza alla tassonomia dell’organizzazione dipartimentale;

Considerato che l’atto aziendale dell’Asp di Ragusa, all’art. 2 pag. 3, allegato alla deliberazione n. 1923 del 25.09.2015  indica l’Ospedale di Ragusa come “ Ospedale di ‘Primo Livello’”  i cui Dipartimenti e  specialità minime sono indicate in maniera chiara, analitica ed inequivocabile   all’ art. 2.3  del DM 70/2015 mentre nell’allegato alla stessa delibera n. 1923/2015, pag. 71,  contraddicendosi, l’atto svuota l’ospedale di primo livello di alcune specialità previste come dotazione minima per attribuirle ai ‘Presidi ospedalieri di base’ la cui dotazione di strutture specialistiche  è invece ben indicata all’art. 2.2 del DM 70/2015;

Preso atto che da questa prescrizione, dovuta ed ineludibile, non si è passati ad una previsione dell’atto aziendale in conformità alle prescrizioni ministeriali , recepite dalla Regione Siciliana ed è sufficiente confrontare la previsione legislativa con l’atto aziendale adottato per rendersi conto, tra le tante incongruenze e soppressioni,  la carenza dell’Ospedale di Ragusa dell’ otorinolaringoiatria  e dello “ stroke “  e che  a fronte di queste carenze vi è una previsione eccedente nei presidi ospedalieri di base  che hanno assorbito invece specialità che per legge devono essere presenti nell’Ospedale di I Livello;

Preso atto che queste scelte sono in contrasto con quanto già speso dalla collettività per la costruzione dell’Ospedale di 1° livello ‘Giovanni Paolo II’ di Ragusa per l’importo complessivo di € 47.913.681,51 con gli ulteriori 8.000.000 già stanziati per il completamento e con i 50.000.000 di ulteriore finanziamento per il completamento delle restanti ‘torri’;

Preso atto che in relazione alle difformità rispetto alla norma anche i Sindacati Medici FASSID ANAAO ASSOMED CGIL, CISL, UIL , FESMED, FEDIR hanno presentato documento dettagliato che riteniamo sarebbe stato doveroso essere parte integrante relativo alla descrizione dell’iter di adozione del piano trasmesso all’Assessorato Regionale alla Salute;

Considerato che le organizzazioni sindacali Mediche Fassid Anaao Assomed Cgil, Cisl, Uil, Fesmed, Fedir hanno evidenziato che per quanto riguarda la “discussione avuta sull’atto non si riscontra il rispetto integrale delle linee guida nella parte che attiene i vari Decreti attuativi emanati negli anni, mai revocati e non viene evidenziata l’eventuale strategia che sostiene la disapplicazione o difformità dell’applicazione di tali decreti” 

Considerato che le scelte adottate appaiono poco funzionali perché le unità operative dei dipartimenti devono essere aggregate funzionalmente e fisicamente nella stessa area ospedaliera per consentire una migliore gestione in comune delle risorse umane, degli spazi, delle risorse tecnico-strumentali ed economiche assegnate in piena occupazione dei posti letto;

Considerato che il piano adottato si caratterizza per l’aumentata frammentarietà dell’offerta ospedaliera e dallo stesso non si evince un aumento della qualità dell’assistenza, una maggiore sicurezza delle cure, un uso appropriato delle risorse;

Constatato che alcune scelte appaiono veramente incomprensibili come le malattie infettive di Ragusa struttura che con 868 ricoveri (dati Regione Siciliana, Assessorato della Salute, DPS Area dipartimentale Anno 2013)  rappresenta la seconda struttura in Sicilia e con una storia di Centro di riferimento per la sclerosi multipla ed oggi, incredibilmente, struttura smantellata di fatto dall’ospedale di Ragusa. Un modo per cancellare ciò che funziona ? ;

Constatato che nel piano adottato le strutture di Stroke unit, Chirurgia vascolare, Neurologia, Emodinamica e Diagnostica Vascolare risultano  ‘variamente’ collocate e ciò malgrado le evidenze scientifiche dimostrino che il miglior beneficio e sicurezza di cura per i soggetti colpiti da Ictus derivi da una gestione globale in aree dedicate con specifica equipe multidisciplinare, in quanto l’evoluzione è influenzata fortemente dalla precocità e simultaneità dell’intervento anche per eventuale, successivo trasferimento in elisoccorso in reparto di Neurochirurgia; 

Preso atto che nell’atto adottato non si evincono le politiche che si intendono attuare per potenziare la medicina del territorio, vale a dire la prevenzione che diventa strategica se si vogliono sposare i principi della moderna sanità, i criteri della efficienza e della efficacia del sistema sanitario e i parametri della economicità della sostenibilità;

Preso atto che il piano nazionale della prevenzione indica in maniera stringente tutte le azioni tese ad incentivare e diffondere la politica della prevenzione ed anche il recentissimo Rapporto 2013 della Corte dei Conti sul coordinamento della finanza pubblica evidenzia che le criticità nell’erogazione di servizi nell’area della prevenzione e in termini strategici e di politica sanitaria, qualunque decisione di non rafforzare, o addirittura di indebolire il settore e le attività della prevenzione appare non giustificata. La letteratura scientifica internazionale e le principali istituzioni di sanità pubblica maggiormente accreditate a livello internazionale sono concordi nell’affermare che il potenziamento delle attività di prevenzione rappresentino un ottimo investimento, particolarmente nei momenti di grave crisi economico-finanziaria. Nell’atto aziendale adottato relativo alla pianta organica non vengono previsti nuovi concorsi nel settore della prevenzione né sembrano contenuti principi e parametri, criteri e fatti che possano andare nella direzione tracciata dalla normativa e dal dibattito nazionale.

Constatato che la rete emergenza territoriale del 118 è il primo gradino di assistenza all’utente a sostegno di ogni evento che impatta e mette in crisi la salute del Cittadino e nell’atto adottato nulla viene detto sulla maggiore funzionalità, operatività, efficacia dello stesso che appare oggi senza coordinatore provinciale e con una gestione non territoriale. Nell’atto aziendale, sempre in materia di emergenza territoriale,  nulla si evince sull’utilizzo ed implementazione delle automediche;

Preso atto che nell’atto aziendale adottato non si evincono gli Ospedali di comunità;

Preso atto che nell’atto aziendale adottato non vengono tracciate le linee strategiche anche rimarcate nel patto per la salute in materia di ‘Assistenza socio-sanitaria’ né si evince nulla sul monitoraggio dei LEA’

Constatato che ancora una volta una vera eccellenza di Ragusa che è il Centro Tumori istituito con deliberaz. Num. 1369 del 27/05/1981 dal cda dell’Ente Ospedali riuniti ‘M.P.Arezzo’ , secondo in Italia dopo Varese, sia, di fatto, ignorato nella dotazione organica adottata che non individua in modo chiaro il numero e le qualifiche del personale assegnato alla struttura ‘Registro Tumori’. Nell’atto aziendale non si specifica il numero e le qualifiche del personale per l’unità semplice dipartimentale Registro Tumori;

Preso atto che l’atto aziendale adottato è viziato all’origine perché non viene in alcun modo considerato il territorio del Comune di Licodia Eubea che a seguito di Deliberazione del Consiglio Comunale e di referendum popolare ha già manifestato volontà di adesione al Libero consorzio di Ragusa e quindi al territorio a cui fa capo la competenza dell’ASP 7 di Ragusa;

 

SI RITIENE

evidente che l’atto aziendale deve essere rimodulato in conformità alla normativa nazionale , recepita dalla Regione Siciliana e conseguentemente l’Assessorato della salute non può approvare l’atto aziendale ma rinviarlo all’ASP di Ragusa;

SI INVITA

l’Amministrazione Comunale di Ragusa di valutare l’opportunità, adottando tutti gli atti conseguenziali, di esperire ogni azione giuridica tesa ad impugnare gli atti adottati dall’ASP 7 di Ragusa ed in modo particolare la Deliberazione del Direttore Generale n. 1923 del 25/09/2015 e le conseguenti n. 1924 del 25/09/2015 per le parti carenti di individuazione risorse sopraevidenziate e n. 1925 del 26/09/2015 e di impugnare eventuale provvedimenti di recepimento degli stessi da parte della Regione Sicilia

SI DA MANDATO

Al Presidente del Consiglio Comunale di trasmettere il presente documento in uno agli atti allegati al Presidente della Regione Siciliana, all’Assessore Regionale alla Salute, al Presidente della Commissione Sanità dell’ARS, al Presidente del Consiglio dei Ministri, Al Ministro della Salute, al Ministro dell’Economia, all’AGENAS.

 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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