Scicli
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Scicli, 7 gennaio 2019 – L’Italia e il Giappone sono divisi da più di diecimila chilometri e, all'apparenza, sembrano mondi lontani, diversi. 

La distanza, però, non amplifica le differenze ma sottolinea le similitudini tra due nazioni dalle civiltà e tradizioni millenarie, città d'arte e territori tormentati ma di una bellezza incredibile fatta di mare, montagne, vulcani.

Da questi spunti parte il progetto Hasekura, coordinato da Renata Piazza, esperta di turismo sostenibile e innovazione sociale, siracusana, residente in Giappone, che da anni collabora con la nuova generazione di imprenditori nipponici decisi a creare, dopo lo tsunami causa nel 2011 della distruzione della costa orientale del paese e della crisi nucleare di Fukushima, modelli di vita e fonti di reddito alternativi ai modelli già consolidati. 

Per il secondo anno consecutivo, quindi, un altro gruppo di imprenditori del Sol Levante tornerà a Scicli per una due giorni, dal 9 al 11 gennaio, per studiare e confrontarsi con una delle migliori realtà ricettive siciliane, Scicli Albergo Diffuso. 

I viaggiatori giapponesi, infatti, non solo saranno ospiti nelle camere di Scicli Albergo Diffuso ma potranno conoscere appieno, sperimentandola in prima persona, l'esperienza del vivere sciclitano, tra cene tipiche e visite guidate alla scoperta delle bellezze della cittadina barocca; non mancheranno, naturalmente, i momenti del confronto e della scoperta del modello di albergo diffuso che tanto ha affascinato il Giappone: dalla nascita, sei anni e mezzo fa, all'ideazione di quello che è un vero e proprio sistema di accoglienza territoriale, Sicilia Ospitalità Diffusa.

L'appuntamento è un nuovo attestato di stima per il lavoro svolto da Ezio Occhipinti e dal suo staff, Vincenzo Burragato, Sara Carbone ed Eva Speranza, grazie ai quali Scicli Albergo Diffuso è diventato un punto di riferimento nell'etica dell'accoglienza e della valorizzazione di tutti gli aspetti della cittadina iblea: dalla cura degli immobili storici alla scoperta di esperienze uniche tese a valorizzare un territorio meraviglioso, diventato riferimento nel campo dell'ospitalità anche a diecimila chilometri di distanza.

 

v. b.

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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